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AirBubble, il parco giochi biotecnologico dove l’aria si purifica… saltando!

Più salti e più si purifica l’aria: è nato così, nel centro di Varsavia, il primo parco giochi biotecnologico al mondo realizzato dagli architetti italiani Claudia Pasquero e Marco Poletto

 

 

Secondo l’OMS l’inquinamento atmosferico costituisce la più grande minaccia per la salute globale. Dalle costruzioni di nuove opere, alla produzione di energia, molti sono i progetti che, proprio negli ultimi anni, stanno andando verso scelte più sostenibili: tra questi c’è AirBubble, il primo parco giochi biotecnologico al mondo nato a Varsavia – una delle città più inquinate d’Europa –  per contrastare l’inquinamento atmosferico mitigandone gli effetti sulla salute dei bambini.

E a progettarlo sono stati due architetti italiani residenti nel Regno Unito, Claudia Pasquero e Marco Poletto, che proprio a Londra hanno fondato ecoLogicStudio con l’obiettivo di arrivare a creare strutture in grado di poter rigenerare e rendere all’ambiente le risorse in modo attivo.

Perché entrambi sono consapevoli che fare ecologia in senso generico non basta per affrontare i cambiamenti climatici che incombono sul pianeta: da sempre in prima linea sui ai temi della sostenibilità e dell’integrazione della biologia nel processo costruttivo e accomunati da una stessa idea di progettare sostenibile affinché le architetture non abbiano un pesante impatto sull’ambiente Pasquero e Poletto hanno collaborato on l’azienda Otrivin (specializzata nel contrastare le affezioni delle vie respiratori) per arrivare a realizzare AirBubble. 

Il nome ecoLogicStudio deriva proprio dal pensiero dell’antropologo inglese Gregory Bateson — spiega l’architetto, urbanista, ecologista Claudia Pasquero, docente di Urbanistica alla Bartlett UCL in Londra e di Architettura del Paesaggio all’Università di Innsbruck dove dirige due laboratori di ricerca che in consorzio con ecoLogicStudio hanno dato vita a PhotoSynthetica, l’impresa di innovazione focalizzata sullo sviluppo di soluzioni architettoniche per combattere il cambiamento climatico — Ciò che emerge dalle teorie di Bateson e dal testo Step to an Ecology of Mind è sicuramente un denominatore comune tra uomo e ambiente in cui l’intelligenza umana può modificare l’ambiente naturale grazie alle sue attività e questo ha determinato le condizioni in cui l’attività cognitiva si è evoluta. È da qui che siamo partiti e abbiamo sviluppato i nostri lavori“.

 

AirBubble
Credits: Maja Wirkus

 

Fotobioreattori e microalghe: il segreto di AirBubble

 

Ma come si può purificare l’aria… saltando? Il progetto AirBubble si trova all’interno dello spazio verde pubblico esterno al Copernicus Science Center, il Museo della Scienza di Varsavia che ospiterà nei prossimi mesi una mostra per spiegare nel dettaglio il funzionamento e l’innovazione del progetto entrando nei dati più tecnici e scientifici. La complessa struttura si avvale della tecnologia PhotoSynthetica che ha permesso di sperimentare il processo della fotosintesi nell’ambiente costruito attraverso l’uso di microalghe che filtrano l’aria inquinata presente nell’Area Gioco, purificandola.

“C’è un valore inespresso nel portare la bio-intelligenza dei sistemi naturali nelle città, trasformando gli edifici in macchine viventi che producono energia, immagazzinano CO2 e puliscono l’aria. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo pensare al sistema vivente come parte dell’attuale rivoluzione digitale: la natura diventa così parte di una nuova infrastruttura bio-intelligente”, afferma Marco Poletto, cofondatore di ecoLogicStudio.

Il filtraggio dell’aria è esaltato dalla morfologia architettonica della struttura del parco giochi: 52 i grandi bioreattori in vetro borosilicato contenenti 520 litri di colture vive di alghe verdi Chlorella sono, nella pratica, in grado di filtrare un flusso di aria inquinata di 200 litri/minuto. Mentre il mezzo liquido lava le particelle, le alghe mangiano attivamente le molecole inquinanti e l’anidride carbonica per rilasciare ossigeno fresco e pulito. Il processo di purificazione è invece alimentato dall’energia solare e dal movimento dei bambini i quali possono interagire saltando su quattro pompe a pedale d’acqua posizionate a terra mentre si bilanciano sulle bolle gonfiabili e per mezzo del sistema di corde interne.

 

Tanto divertimento all’insegna del design

 

Credits: Maja Wirkus

 

Per il design della struttura gli architetti hanno volutamente mantenuto una forma cilindrica in legno avvolta da una membrana in EFTE che controlla il microclima all’interno e che protegge i 52 reattori. La membrana conica rovesciata del tetto contribuisce ulteriormente al ricircolo dell’aria e alla ventilazione naturale per mantenere pulita l’area di gioco. Questo crea una vera e propria serra urbana per le alghe. Il sistema di monitoraggio di AirBubble integra sensori di inquinamento atmosferico urbano ed è collegato a una piattaforma di elaborazione dati in grado di confrontare le misurazioni in tempo reale e di evidenziare l’indice di qualità dell’aria per sei dei più importanti inquinanti. Gli ultimi dati raccolti a luglio 2021 evidenziano che le concentrazioni di PM2.5 all’interno del parco giochi sono scese di oltre l’85,6%. Ben oltre i limiti raccomandati dall’OMS.

 

Quindi l’idea alla base del progetto, è utilizzare la biotecnologia, una tecnologia biologica naturale per catturare le sostanze che per noi sono inquinanti mentre sono fonti di nutrimento per i microrganismi che li utilizzano per replicarsi e creare nuove microcellule che poi si trasformano in biomassa. Il processo si rifà quindi al principio della circolarità urbana — spiega l’architetto Poletto —. La biomassa, infatti, ha un valore e ci sono già una serie di industrie, con cui stiamo collaborando, che la utilizzano per delle nuove filiere del cibo, delle biofibre e della bioplastica. Le applicazioni per ripensare alla città del futuro in una chiave di ecologie e circolarità sono quindi molte. Il parco giochi progettato a Varsavia ha bisogno di due fonti di energia: l’energia solare e l’istinto dei bambini a esplorare e giocare. Questi costituiscono le risorse inesauribili e rinnovabili dell’AirBubble che si rigenerano naturalmente”.

 

AirBubble è la dimostrazione concreta di come l’architettura possa farsi realmente portavoce dell’industria 4.0 con la sua integrazione nel tessuto sociale e urbano, perché l’ecologia va vista nel suo atto globale non solo nel momento in cui si ricicla o si fa un atto di pulizia dell’aria ma quando si vive, si gioca e si fanno delle attività quotidiane. “Solo così  – affermano i due architetti – si contribuisce all’ecologia della città”.

Ora Claudia Pasquero e Marco Poletto stanno progettando delle bio-fabbriche dove le materie prime che vengono utilizzate nel processo produttivo sono coltivate sulle pareti della fabbrica stessa. Le bio-fabbriche saranno delle serre biotecnologiche in cui la produzione è integrata a spazi di ricerca, sviluppo e anche di relax. L’AirBubble è il primo test e l’idea è che da questa esperienza si possa moltiplicare l’esperimento e continuare il progetto in altre città.

 

Claudia Pasquero e Marco Poletto.
Credits: Elle Decor

 


 

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