Un consulenza gratuita, una selezione di ingredienti specifici e un algoritmo grazie al quale realizzare prodotti personalizzati: la startup romana che cambia il modo di prendersi cura dei propri capelli è pronta a conquistare l’Europa
Capelli perfetti… con un algoritmo: si chiama Shampora la startup romana (l’headquarter è a Pomezia) che sta rivoluzionando il mondo dell’haircare e che, adesso, è pronta al grande salto in Europa.
Nata nel 2018 grazie all’intuizione di Irene Gullotta e Manuel Corona, dietro al successo di Shampora c’è la continua ricerca, l’attenzione all’innovazione e la precisione di una tecnologia particolare messa a punto in azienda: tre basi fondamentali che si concretizzano in un prodotto unico che permette di soddisfare l’abbattimento dei costi di gestione e produzione. E a fare la differenza, per questa giovane startup, sono proprio i prodotti, realizzati sulla base delle esigenze di ogni singola persona e dagli ingredienti vegan. “Shampora crea prodotti haircare totalmente personalizzati, realizzati ad hoc sulle unicità delle persone che ci scelgono”, racconta Manuel, CEO & Founder dell’azienda.

Shampora: la cosmetica 4.0
Shampora è nata da un’esigenza di Manuel Corona che, mentre lavorava in una multinazionale del settore, non riusciva a trovare uno shampoo adatto ai propri capelli: sentiva la necessità di una soluzione personalizzata. “Nel tempo ci siamo accorti che questo è un bisogno molto diffuso e rappresenta un’industria di grande portata, ma con un basso tasso di riacquisto e soddisfazione”. E’ stato proprio questo il punto di partenza per pensare a dei prodotti per i capelli che non si basassero su soluzioni prestabilite ma che mescolassero ingredienti utili al singolo cliente per ottenere un prodotto finale unicum per ogni donna.
La creazione si basa su algoritmi, trasformando così il mondo dell’haicare in una cosmetica 4.0.
La tecnologia al servizio del cliente
Il funzionamento di Shampora è del tutto basato sulla tecnologia: il primo passo per la creazione dello shampoo, della maschera o del balsamo è un questionario – disponibile sul sito internet della startup – di circa 30 domande riguardanti i capelli, la pelle, le abitudini, i bisogni e il modo di vivere. L’algoritmo analizza oltre 100 data point per utente e le trasmette al laboratorio dove si crea la combinazione ad hoc per il cliente “Sono i dati incrociati tra tutte le risposte possibili del nostro questionario, che si completa in soli tre minuti. Si crea così una formula su misura, con gli ingredienti che il nostro dipartimento di ricerca e sviluppo reputa adatti”.
E a rendere possibile l’intero processo è la robotica, nella quale l’azienda ha da subito investito. A gestire la produzione di Shampora e le milioni di combinazioni possibili che danno vita alle diverse referenze haircare personalizzate è, infatti, The Heisenberg, un macchinario di circa 35 metri quadrati dotato di 3 diversi sistemi di dosaggio che rilasciano fino a 40 semilavorati di attivi, fragranze e basi. The Heisenberg personalizza i 3 prodotti più venduti di Shampora, in maniera completamente automatica, potendo anche lavorare di notte in autonomia, coordina la fabbricazione dei flaconi personalizzati e comunica direttamente con la struttura gestionale degli ordini, diventando una chiara espressione dell’efficienza del metodo ‘Just in time’.
Infine, a completare l’investimento in produzione sono due dispositivi esclusivi di dosaggio personalizzato, semi-automatici, a supporto delle linee “manuali” che personalizzano il resto della gamma di haircare e un turboemulsore da 300 litri per la produzione di semi-lavorati, che si affianca a quello da 80 litri già presente.
Un approccio “direct – to – client” per un brand etico e trasparente
L’approccio di Shampora è direct – to – consumer a 360 gradi, metodo che evita costi in stoccaggio e sprechi. Ogni referenza è creata e spedita al momento dell’ordine e permette di rispondere anche all’esigenze e ai gusti del cliente estero. Ogni prodotto, infatti, è unico e viene creato direttamente dal consumatore al momento dell’acquisto. La lista completa degli ingredienti (INCI) dei prodotti personalizzati è consultabile prima di completare l’ordine, in nome della trasparenza, tra i principali punti di forza dell’azienda.
Shampora, infatti, si contraddistingue per essere un brand etico, sostenibile, trasparente: “Da sempre vogliamo che tutto sia visibile e chiaro, a partire dall’International Nomenclature of Cosmetic Ingredients” spiega Irene “Ogni scheda ingrediente lo spiega nel dettaglio ed è riassunto anche prima dell’acquisto, quando il prodotto è completo. Non solo: se la giusta composizione per le esigenze dell’utente non viene centrata al primo ordine, Shampora la riformula nuovamente per non deludere le aspettative”.
Nella scelta degli ingredienti, l’azienda supera anche la prova della sostenibilità: di recente ha ricevuto l’approvazione di EcoCompatibilità da parte dell’associazione Skineco, che ha valutato l’impatto ambientale delle sue formulazioni e ha ottenuto la certificazione vegan di Peta, a garanzia che nessuna delle sostanze utilizzate nei laboratori è di origine animale.

Il futuro di Shampora: parola d’ordine “internazionalizzarsi”
In poco più di due anni dal lancio Shampora ha venduto oltre 100mila prodotti personalizzati solo in Italia, sperimentando quello che è oggi uno dei servizi maggiormente richiesti dai più esigenti: la consulenza di hairstylist affermati che possono suggerire ai clienti i prodotti più adatti al loro cuoio capelluto.
Con l’obiettivo iniziale di creare il più grande digital brand per i prodotti per capelli in Europa, oggi la società ha una valutazione a sette cifre, spedisce prodotti personalizzati in cinque Paesi e ha aperto il primo stabilimento industriale alle porte di Roma. “Al momento siamo attivi in Italia, Spagna, Francia e stiamo iniziando ad approcciare il mercato del Regno Unito. Abbiamo inoltre la possibilità di spedire in Belgio e Germania, ma non siamo focalizzati su questi ultimi due Paesi. L’Italia rappresenta l’85% del nostro fatturato e puntiamo a incrementare velocemente la nostra quota in Francia e Regno Unito entro la fine del 2022” spiega Irene. “Vogliamo esportare all’estero il modello made in Italy, contraddistinto da tecnologia avanzata, alta qualità ed esclusività del prodotto” continua Manuel.
E, proprio come previsto dal piano di sviluppo dell’azienda, internazionalizzare è il prossimo, imminente, step del progresso Shampora che si prepara alla vendita di oltre un milione di pezzi all’anno sul mercato nazionale ed estero, confermando così la scalabilità del suo modello di business vertical integrated
Fonti: Il Riformista I Forbes
foto di copertina: snapitaly.it
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