Giubileo: ecco il “gemello digitale” della Basilica di San Pietro
La Basilica di San Pietro entra nel mondo virtuale con un modello rivoluzionario creato grazie all’intelligenza artificiale e a una collaborazione con Microsoft
San Pietro ha un “gemello digitale”: grazie al progetto “La Basilica di San Pietro: AI-Enhanced Experience”, lanciato dalla Fabbrica di San Pietro insieme a Microsoft, visitatori e pellegrini di tutto il mondo avranno la possibilità di ammirare di persona – ma anche, e soprattutto, da remoto – tutta la bellezza della Chiesa di San Pietro.
Per secoli, le opere d’arte e i simboli contenuti nella cupola di San Pietro sono stati letteralmente e figurativamente fuori portata per milioni di visitatori di tutto il mondo. Questo sta cambiando grazie a questo nuovo progetto, che sfrutta l’IA per creare un gemello digitale della basilica, consentendo un’esplorazione approfondita a storici, conservatori e a chiunque sia interessato ad approfondire questo punto di riferimento culturale, storico e religioso.
Testimone della storia, la Basilica di San Pietro sarà ora un luogo di apprendimento continuo per le future generazioni, ricordandoci la nostra umanità condivisa ed espandendo il dialogo tra le culture. La straordinaria digitalizzazione della Basilica di San Pietro—resa possibile grazie ai progressi nell’IA—crea un ponte tra passato, presente e futuro, democratizzando l’accesso per le persone di tutto il mondo.
“Il gemello digitale della Basilica Vaticana permetterà a tutti di attraversare la Porta Santa, inclusi quanti non potranno venire a Roma”, ha affermato Padre Francesco Occhetta, segretario della Fondazione Fratelli Tutti, che opera insieme alla Fabbrica di San Pietro.
Cos’è un “gemello digitale”?
Un “digital twin” è una rappresentazione virtuale di un oggetto o di un sistema progettato per riflettere accuratamente un oggetto fisico. Copre il ciclo di vita dell’oggetto, viene aggiornato dai dati in tempo reale e utilizza la simulazione, l’apprendimento automatico e il ragionamento per aiutare a prendere decisioni.
Come funziona un gemello digitale
L’oggetto studiato, ad esempio una turbina eolica, è dotato di vari sensori relativi ad aree vitali della funzionalità. Questi sensori producono dati su diversi aspetti delle prestazioni dell’oggetto fisico, come la produzione di energia, la temperatura, le condizioni meteorologiche e altro ancora. Il sistema di elaborazione riceve queste informazioni e le applica attivamente alla copia digitale.
Dopo aver ricevuto i dati pertinenti, il modello digitale può essere utilizzato per condurre varie simulazioni, analizzare i problemi di prestazioni e creare potenziali miglioramenti. L’obiettivo finale è quello di ottenere conoscenze preziose che possono essere utilizzate per migliorare l’entità fisica originale.
Gemelli digitali e simulazioni
Sebbene le simulazioni e i gemelli digitali utilizzino entrambi modelli digitali per replicare i vari processi di un sistema, un gemello digitale è in realtà un ambiente virtuale, il che lo rende notevolmente più ricco per lo studio. La differenza tra un gemello digitale e una simulazione è in gran parte una questione di scala: mentre una simulazione studia tipicamente un processo particolare, un gemello digitale può eseguire un numero qualsiasi di simulazioni utili per studiare più processi.
Le differenze non finiscono qui. Ad esempio, le simulazioni di solito non traggono vantaggio dalla disponibilità di dati in tempo reale. Ma i gemelli digitali sono progettati attorno a un flusso di informazioni bidirezionale che si verifica quando i sensori degli oggetti forniscono dati rilevanti al processore di sistema e poi si ripete quando le informazioni create dal processore vengono condivise con l’oggetto sorgente originale.
Avendo dati migliori e costantemente aggiornati relativi a un’ampia gamma di aree, combinati con la potenza di calcolo aggiuntiva che accompagna un ambiente virtuale, i gemelli digitali possono studiare più problemi da punti di vista molto più vantaggiosi rispetto alle simulazioni standard, con un maggiore potenziale finale per migliorare prodotti e processi.
Cosa significa “digital twin” nel mondo dell’arte e della cultura
Un gemello digitale non è solo una copia esatta dell’opera d’arte materiale ma è molto di più, perché ha aperto scenari innovativi su più fronti. Grazie ai gemelli digitali, possiamo replicare beni culturali andati perduti, entrare nelle sale dei musei, stampare copie 3D, monitorare e gestire la sicurezza delle opere d’arte e acquisire un grande volume di dati preziosi che possono essere utilizzati per condurre ricerche e creare nuovi risultati. Inoltre, i gemelli digitali sono diventati essi stessi opere d’arte.
In Italia, ad esempio, l’Agenzia del Demanio, in collaborazione con il Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, ha avviato il progetto “Quirinale 5.0” per gestire e valorizzare il complesso immobiliare del Palazzo del Quirinale, secondo un modello che propone soluzioni sostenibili e resilienti con l’uso del rilevamento intelligente e delle tecnologie più avanzate. Il progetto, realizzato in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, prevede la realizzazione di un prototipo di digital twin e smart building della porzione dell’edificio destinata agli uffici, per monitorare la performance energetica per una gestione intelligente dei consumi energetici dell’immobile e degli interventi di manutenzione di vari livelli.
Il gemello digitale della Basilica di S. Pietro
La versione digitale della basilica permetterà agli utenti di esplorare anche i dettagli che non possono essere apprezzati a occhio nudo. Come indicato sul sito web della basilica, sono state utilizzate tecnologie avanzate come la fotogrammetria e l’intelligenza artificiale per creare una ricostruzione virtuale ultra-precisa del monumento.
Per tre settimane droni, fotocamere e laser hanno catturato una quantità incredibile di immagini dell’interno e dell’esterno della Basilica – oltre 400mila immagini ad alta risoluzione – che sono state poi utilizzate per creare un modello 3D ultra-preciso, noto come “digital twin”. Le immagini generate dall’intelligenza artificiale migliorano la visualizzazione sia dell’interno che dell’esterno della Basilica e aiutano cosi sia gli esperti che il pubblico a esplorare l’universo della più famosa chiesa del mondo in tutta la sua gloriosa bellezza.
La tecnologia, voluta dalla Fabbrica di San Pietro responsabile della manutenzione e conservazione della basilica e sviluppata in collaborazione con Microsoft, assicura che il visitatore sia immerso nell’esperienza, come se fosse a bordo di un drone. Il percorso fatto dal drone si muove lungo il baldacchino e le colonne barocche di Bernini, salendo al centro della cupola, che ha un diametro di 45 metri, catturando i dettagli del mosaico dorato di sfondo su cui spiccano le iconografie dei Santi, degli Angeli e del Dio Benedetto.
Saranno inoltre disponibili due mostre per i visitatori virtuali, offrendo loro un’esperienza interattiva unica. Il progetto complessivo è ben riassunto nel video:
Il gemello digitale della basilica vaticana e le mostre permetteranno a tutti di passare attraverso la Porta Santa, anche a coloro che non possono venire a Roma. Coloro che invece potranno vedere la mostra multimediale installata nella basilica avranno anche il privilegio di accedere alla galleria, proprio sotto la cupola, e percorrere corridoi interni mai aperti ai visitatori che offrono dalle loro finestre la vista dall’alto della chiesa più importante per i cristiani.
L’ingresso sarà a pagamento, se ne sta ancora valutando l’importo. Maggiori informazioni saranno presto disponibili sul sito web della Basilica di San Pietro.
fonte: Microsoft
immagine di copertina: Microsoft via Mistergadget
autore: Barbara Marcotulli
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