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Blue Ghost: un nuovo lander lunare privato è in viaggio verso la Luna

Blue Ghost, lander costruito in texas, e’ un nuovo test della NASA sulla luna

La nuova corsa alla Luna vede tra i partecipanti anche diverse aziende private. Blue Ghost è il lander di Firefly, attualmente in viaggio verso il nostro satellite. Consegnerà tanto materiale utile alla ricerca

 

Queste settimane, vedono Blue Ghost – impegnato nella missione chiamata Ghost Riders in the Sky, o Blue Ghost Mission 1 – orbitare attorno alla Terra a distanze sempre più ampie.  Trasportando una suite di strumenti scientifici forniti dalla NASA, Blue Ghost tenterà poi di raggiungere la luna.

La missione di Blue Ghost opera nell’ambito dell’iniziativa Commercial Lunar Payload Services (CLPS) della NASA, che incoraggia aziende private a occuparsi della consegna di strumenti e rifornimenti lunari nell’ambito del programma Artemis. Sempre più aziende private sottoscrivono accordi con la NASA per affiancarla nell’esplorazione spaziale, generando un risparmio sui costi di ricerca e sviluppo per la NASA e opportunità per queste aziende di testare proprie tecnologie e prodotti. Analizziamo insieme l’efficienza e l’efficacia di questo modello.

La luna, porta d’ingresso al sistema solare

La luna è una sorta di porta d’ingresso del nostro sistema solare; è questo punto ‘facile’ da raggiungere e imparare a essere produttivi anche nelle missioni verso altri pianeti. E’ cosi che la pensa anche Ray Allensworth, direttore del programma spacecraft di Firefly Aerospace, l’azienda che ha progettato il lander Blue Ghost. La scienza di base che si testa in queste missioni CLPS per conto e in collaborazione con la NASA ha applicazioni non solo per Artemis – la prossima missione NASA che riporterà gli umani sulla Luna – ma anche per future missioni interplanetari, che pure potrebbero essere gestite in collaborazione con aziende private.

Il programma NASA CLPS e la collaborazione con aziende private

Blue Ghost Mission 1 segna sicuramente un nuovo capitolo per Firefly, l’azienda che ha progettato l’omonimo lander,  che ha sviluppato e lanciato propri razzi ma non ha mai volato verso la Luna ma è, soprattutto, anche un altro importante test per il programma CLPS della NASA, che pagherà fino a 2,6 miliardi di dollari alle aziende private per le consegne lunari. La NASA spera di risparmiare sostanzialmente denaro attraverso il programma. In effetti, il programma concordato dalla NASA con Firefly ha un valore di 101 milioni di dollari, meno di quanto l’agenzia avrebbe speso per costruire un proprio lander lunare.

La NASA spera inoltre che CLPS aumenti la frequenza delle missioni robotiche lunari. Blue Ghost è la terza navicella lanciata sotto la bandiera CLPS da gennaio 2024, e almeno un altro lancio è previsto per la fine dell’anno. Prima di CLPS, gli ultimi soft landing statunitensi sulla luna risalivano al programma Apollo, conclusosi nel 1972.

Il trade-off con i privati 

Ma in cambio di costi più bassi e tempi di realizzo più rapidi, la NASA lascia che le aziende private progettino e gestiscano i propri lander lunari – un compromesso che, nel complesso, aumenta le probabilità di fallimento di ogni singola missione CLPS. Sin dall’inizio del programma, i leader NASA hanno enfatizzato che ogni missione iniziale CLPS ha circa il 50-50% di possibilità di successo.

I risultati del programma

Come previsto, i risultati del programma finora sono stati misti. Nel gennaio 2024, la società di Pittsburgh Astrobotic aveva lanciato un lander lunare con un assortimento di carichi NASA e non NASA, ma la navicella aveva subito una grave anomalia poco dopo il lancio. Il mese successivo, un lander robotico costruito dalla società di Houston Intuitive Machines aveva volato in una missione CLPS nell’area polare sud della luna. Sebbene la navicella avesse completato la discesa – un primato per qualsiasi missione lunare commerciale – una delle sue gambe si era rotta durante l’atterraggio, facendo inclinare parzialmente il lander.

Il lander Blue Ghost

Alto circa due metri e largo 3,5 metri – circa le dimensioni di due Maggiolino Wolkswagen parcheggiati affiancati – il lander Blue Ghost di Firefly è progettato per trasportare fino a 150 chilogrammi di carico sulla superficie lunare. Nella missione Blue Ghost 1, il lander trasporta 10 strumenti NASA, il numero più alto di carichi dell’agenzia mai lanciato in una singola missione CLPS.

Per il gruppo di ingegneri di Firefly, molti dei quali sono giovanissimi, costruire Blue Ghost è stata un’opportunità – e una sfida – unica nella vita, sconvolgente ed eccitante al tempo stesso: praticamente, nessuno di loro ha mai sentito parlare di esplorazione lunare come fu, invece, per i loro genitori.

Il viaggio di Blue Ghost verso la luna

Blue Ghost ora sta affrontando un viaggio di circa sei settimane prima di sottoporre i suoi motori al test definitivo. Dopo 25 giorni in orbita terrestre, il lander impiegherà quattro giorni per avvicinarsi alla luna. Trascorrerà poi altri 16 giorni in orbita lunare prima di tentare l’atterraggio all’inizio di marzo.

Su richiesta della NASA, Blue Ghost Mission 1 punta a un sito di atterraggio a Mare Crisium, un bacino scuro largo circa 560 chilometri formatosi molto tempo fa quando la lava lunare ha riempito un cratere d’impatto ancora fresco. L’area si ritiene rappresenti meglio la composizione media della luna rispetto ai siti di atterraggio Apollo. L’obiettivo di Blue Ghost è operare lì per 14 giorni, incluse fino a cinque ore della lunga e brutalmente fredda notte lunare.

Cosa porta Blue Ghost sulla luna

Alcuni degli oggetti trasportati da Blue Ghost serviranno a testare nuove tecnologie. Un suo strumento testerà se i lander lunari possono rilevare e utilizzare i segnali dei satelliti GPS che orbitano intorno alla Terra. Un altro è progettato per cercare di contrastare la polvere lunare – minuscole particelle taglienti che rappresentano un problema molto serio sia per gli astronauti che per l’hardware che utilizzeranno una volta sulla Luna – utilizzando campi elettrici per rimuoverla da una superficie. 

Gli altri strumenti studieranno l’interno lunare. Uno chiamato LISTER (Lunar Instrumentation for Subsurface Thermal Exploration with Rapidity) è progettato per misurare come il calore fuoriesce dalla luna, aiutando a chiarire la struttura profonda del nostro satellite naturale e la sua evoluzione. Il dispositivo consiste in un termometro all’estremità di una sonda che trapanerà fino a tre metri nel suolo lunare mediante soffi di gas compresso.

Il futuro dei programmi di esplorazione lunare

L’elezione del presidente Trump e il peso di Elon Musk nel suo governo hanno sollevato alcuni dubbi e preoccupazioni rispetto al futuro di questi programmi di esplorazione lunare. Musk, infatti, sostiene fortemente una strategia di esplorazione spaziale umana incentrata prima su Marte che non sulla Luna. Di contro, il Congresso ha più volte ribadito la preferenza per una strategia Luna-first, in linea con il programma Artemis. 

Modifiche sostanziali a questo scenario potrebbero, in effetti, compromettere programmi come il CLPS e accordi esistenti con aziende commerciali – come Firefly, in questo specifico caso – oltre a disturbare gli accordi con le agenzie spaziali di altri paesi. Si teme che lo stesso programma Artemis finisca con l’essere ridimensionato. 

Noi appassionati di tutte le età, tifiamo perché anche la nuova amministrazione prosegua nel supporto ai programmi già avviati.

fonti: ScientificAmerican I Firefly I DDay.it

immagine di copertina: rendering del lander e del rover Blue Ghost sulla superficie lunare I Firefly via Flickr

autrice: Barbara Marcotulli


 

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