Ubora è la Wikipedia dei progetti di dispositivi biomedicali
Ubora è la strada per una medicina democratica, alla portata di tutti, aperta, condivisa e non guidata dal profitto. Se ne è parlato alla Opening Conference di Maker Faire Rome 2020
Adattamento da un articolo di Riccardo Luna per Stazione Futuro
Ogni tanto in questi mesi, ci siamo chiesti: che starà combinando il Covid in Africa? Che impatto avrà? Ce la faranno a resistere? E quando avranno anche lì un vaccino sicuro disponibile?
La risposta è necessariamente complessa e articolata, ma se invece vi accontentate di una risposta di una parola sola, quella parola è Ubora. In Africa hanno Ubora, per fortuna. Anzi, non per fortuna. Lo hanno grazie ad una università italiana. Ubora, che in Swahili vuol dire “eccellenza”, è una piattaforma: qualcuno per semplificare l’ha definita la “Wikipedia dei progetti di dispositivi biomedicali”.
Di fatto, Ubora è la strada per una medicina finalmente democratica, alla portata di tutti, che non lucra su tutto.
E’ partita qualche anno fa per iniziativa di una ricercatrice eccezionale: Arti Ahluwalia, nata in Kenya, cresciuta nel Regno Unito, studi in Italia; è un ingegnere biomedico che dirige il centro di ricerca “E. Piaggio” di Pisa. Da qui è partita l’idea di una collaborazione fra alcuni fra i principali atenei europei ed africani per condividere progetti di dispositivi biomedicali sicuri, certificati e a basso costo.
Di Ubora si diceva già un gran bene prima, poi è arrivato il Covid ed è diventato lo strumento con il quale studenti e docenti hanno inventato e realizzato ventilatori, respiratori, mascherine, filtri, ovvero tutto quello che poteva servire a tenere sotto controllo il virus.
La storia più nota è quella di Tiba Vent, un ventilatore a basso costo ideato e realizzato da un team di quindici studenti della Kenyatta University di Nairobi che, dicono, ha già salvato migliaia di vite (e gli studenti sono stati premiati come “persone dell’anno” per il 2020). Nel video, la storia del progetto dalle parole di Fidel Makatia, leader del team di progetto.
E proprio Fidel Makatia e la sua professoressa June Madete – iniziatrice dell’iniziativa – hanno raccontato il progetto nella serata di giovedi 10 dicembre durante la Opening Conference di Maker Faire Rome.
Ubora non è soltanto un altro sito web: è un altro modo di concepire la ricerca scientifica. Aperto, condiviso, non guidato dal profitto. E’ la speranza, come ha detto Arti Ahluwalia qualche tempo fa, di una democratizzazione della medicina e della salute.
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La partecipazione è gratuita.
UNTIL WE MEET AGAIN ❤️