Dai rifiuti tessili una risorsa: gli occhiali in plastica green che donano ai tessuti dismessi una seconda possibilità
Nulla si crea, nulla si distrugge tutto si trasforma: la scelta eco – consapevole di Kleiderly
Occhiali in plastica sì, ma green: l’idea è venuta ad Alina Bassi, un’ingegnera, londinese di nascita e berlinese di adozione, con un passato come consulente per il riciclo dei rifiuti e dell’energia e con la passione per la sostenibilità e la voglia di ripensare il nostro modo di vivere e consumare. Insieme al marito Dave Bassi, professionista nel business e nell’e-commerce internazionale, Alina ha fondato Kleiderly – dal tedesco “Kleider”, tessuti – startup che ha come obiettivo quello di dare una seconda vita agli scarti provenienti dal settore della moda, arginando il problema dei rifiuti da una parte e quello della produzione di nuovi materiali dall’altra.
L’azienda, infatti, nasce proprio per aiutare rivenditori e organizzazioni benefiche, molto spesso “sommerse” da indumenti ricevuti in dono, a riciclare questi capi, offrendo loro quell’opportunità che altrimenti non potrebbero avere.
Kleiderly, un’idea che parte da lontano
L’idea di Kleiderly è nata durante alcuni viaggi di lavoro di Alina, come consulente, in Tanzania. La creativa era rimasta scioccata dopo aver scoperto che più dell’87% di tutti i materiali usati per l’abbigliamento finiscono nelle discariche o negli inceneritori. E se è vero che gli abiti usati possono essere rivenduti nel mercato degli indumenti di seconda mano, si tratta comunque di capi che prima o poi raggiungeranno il ciclo di “fine vita”.
Da qui il desiderio di trovare una soluzione concreta a questa dispersione di risorse e la scoperta che è realmente possibile riutilizzare i tessuti in modo non convenzionale, ovvero al posto della plastica, affrontando così ben due problematiche ambientali: non solo la riduzione dei rifiuti tessili ma anche quella della produzione della plastica – e dunque dell’inquinamento ambientale – che deriva dai combustibili fossili come il petrolio.
Dai tessuti un nuovo materiale plastico green
Punto cardine della startup tedesca è la possibilità di trasformare gli scarti tessili in un materiale plastico interamente sostenibile: un processo, questo, inizialmente inimmaginabile. Ma Alina e Dave sono riusciti a sviluppare un metodo per estrarre granuli di plastica da mischie di tessuti di solito difficilmente riciclabili grazie a una tecnologia multi fase brevettata.
L’intero iter parte dalla raccolta del materiale: abbigliamento usato o ritirato dal mercato per varie ragioni (difetti di fabbrica, fine collezione, invenduti…) che viene recuperato dall’azienda e portato in fabbrica.
Il secondo step è quello della trasformazione: gli scarti tessili subiscono processi di lavorazione – nel tempo ottimizzati per utilizzare la minor quantità di energia possibile e minimizzare gli sprechi – attraverso un macchinario speciale che consente di trasformare i pellet derivanti dal petrolio in un nuovo materiale plastico utilizzabile nella realizzazione di oggetti di design e accessori.
Infine, il materiale plastico ottenuto viene venduto alle aziende che ne fanno richiesta e che lo utilizzeranno per creare nuovi oggetti, senza attingere a plastica proveniente da fonti fossili.
La funzione della tecnologia di Kleiderly è, così, duplice: da una parte consente di “ripristinare” vecchi capi in disuso e, nel contempo, evita che i rifiuti tessili finiscano nelle discariche. Basti pensare che, per ogni chilogrammo di materiale prodotto, il brand riesce a eliminare circa 2,5 chilogrammi di equivalente in carbonio, con un impatto positivo sull’ambiente.
Una scelta eco – consapevole è una scelta di qualità
Grazie a questa tecnologia così innovativa, Kleiderly – già candidata al Green Product Award – è, oggi, la prima azienda al mondo a produrre occhiali con tessuti riciclati, proponendo, soprattutto, modelli classici che vanno oltre le stagioni, per incoraggiare i consumatori a scegliere la qualità e non la quantità.
Ma la tecnologia sviluppata dalla startup potrebbe essere utilizzata anche in altri ambiti: sintetizzare la plastica dai tessuti può servire a produrre gli articoli più disparati, dalle grucce per abiti alle placche antitaccheggio, e persino mobili. E anche se c’è ancora tanta strada da fare per ridurre drasticamente l’impatto ambientale, siamo certi che le moderne tecnologie come quelle sviluppate da Kleiderly possano fornire soluzioni concrete a un problema molto grave come quello dell’inquinamento e rappresentino un passo avanti nel raggiungimento di un futuro più sostenibile.
Anche in Italia non mancano esempi virtuosi in questo ambito: qui il nostro articolo sulle sneakers 3D totalmente riciclabili.
Fonti: Vogue.it I Greenme
Credits foto copertina: kleiderly.com
Autrice: Francesca Rosati
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