Frida e Amelie: un viaggio all’insegna di empatia e innovazione
L’ultima edizione di Make to Care è stata palcoscenico per l’incarnazione dell’empatia nella forma dei progetti “Frida” e “Amélie”. Che nelle scorse settimane sono volati in Catalogna per conoscere altri ecosistemi d’innovazione
I progetti vincitori dell’ultima edizione di Make to Care, Frida e Amèlie (ne avevamo scritto qui) sono volati in Catalogna. Il premio del contest, infatti, consiste proprio in un viaggio esplorativo di altri sistemi di innovazione. Negli anni, i vincitori di Make to Care sono volati in Silicon Valley, in Israele e ora in Catalogna, un tessuto vivo per quanto concerne l’innovazione a tutto tondo e anche quella in ambito medicale, bacino di interessantissime realtà già consolidate ma anche di startup pronte a scalare.
In viaggio con Make to Care
Frida e Amélie, come prima di loro gli altri progetti vincitori di Make to Care, possono contare sul supporto dei partner di Make to Care per l’ulteriore sviluppo, implementazione e scalabilità del loro progetto – partecipare al viaggio di formazione e networking in una tech valley riconosciuta a livello internazionale è parte integrante di questo processo.
Tutti i vincitori a Make to Care sanno che stanno per approcciare un’esperienza del tutto nuova e sfidante ma la novità e la distanza – spesso anche culturale – dei luoghi da visitare e degli incontri da affrontare solletica, al tempo stesso, desidero e inquietudine. Vale sia per vive il viaggio – i vincitori – ma anche per chi il viaggio lo ha pensato, voluto e organizzato. Le settimane precedenti sono un flusso di mail e chiamate con l’obiettivo di rendere l’occasione coerente con le aspettative e il più possibile funzionale agli obiettivi che ci si è posti.
Il risultato è un programma intenso capace di sfruttare i tanti contatti già consolidati e allargare questi a nuovi interlocutori. Questa visita in Catalogna non è certo stata da meno delle precedenti: Biocat, BioRegion of Catalonia che ha il mandato di promuovere l’eccellenza della Regione internamente ed internazionalmente, ha spostato gli obiettivi di Make to Care con grande entusiasmo e assicurato che gli incontri fossero tutti di altissimo livello e che le ipotesi di collaborazione possano avere il follow-up che meritano.
I progetti Frida e Amelie
“Frida” è il frutto dell’ingegno della designer di prodotti Yasmine Granata, la quale si è ispirata alle proprie esperienze personali con la scoliosi. Si tratta di un dispositivo indossabile che include elettrodi e pad di spinta automatizzati per potenziare la muscolatura paravertebrale, offrendo monitoraggio remoto da parte dei medici. Il tutto, racchiuso nella forma adorabile di un corsetto, sulla falsariga di quelli di epoca vittoriana – ma decisamente meno scomodo e più funzionale. Di Frida colpisce la capacità di ripensare il dispositivo medico in chiave leggera e strizzando l’occhio ad un’estetica che rende meno spiacevole e, anzi, persino “cool”, indossarlo.
Grazie al suo tessuto brevettato, più traspirante e leggero, e ai dettagli intercambiabili trasforma il corsetto in vero e proprio accessorio di moda. Il dispositivo si “attiva” grazie ad elettrodi posizionati e a pad di spinta automatizzati che permettono di potenziare la muscolatura paravertebrale, anche in assenza di ginnastica correttiva: un sistema che può essere anche controllato da remoto dal medico ortopedico per monitorare l’utilizzo da parte del paziente.
Frida dissimula il problema fisico non per nasconderlo ma, al contrario, per ricordarci che non è uno stigma e che il “bello” è davvero per tutti, a prescindere dalla loro particolare condizione fisica.
Frida è un inno alla femminilità e allo stile – una conquista non da poco per un dispositivo indossabile.

Amélie – Eye tracking Suite”, ideato da Samantha Giannatiempo e esperti della Sindrome di Rett, patologia che impedisce alle bambine che ne sono affette di comunicare con facilità.
Amélie – Eye tracking Suite è il risultato della collaborazione tra il centro AIRETT di Verona e un’équipe di terapisti e ingegneri specializzati nella Sindrome di Rett, raro disturbo neurodegenerativo che colpisce soprattutto le bambine, che perdono progressivamente capacità linguistiche e motorie. Amélie favorisce la comunicazione e la comprensione tra caregiver e le piccole pazienti, che possono interagire e giocare muovendo esclusivamente i loro occhi grazie a un software che collega computer, smartphone e una piattaforma online, pensato per la supervisione a distanza da parte dei terapisti e la raccolta dati scientifica. AIRETT, infatti, unisce la riabilitazione alla ricerca, poiché è quest’ultima che fornisce le evidenze necessarie per pensare, proporre e strutturare nuove ricerche.

Entrambe le soluzioni hanno non solo il potenziale di aiutare le persone nel loro vivere quotidiano ma, tramite la raccolta di dati, di fornire indicazioni importanti per la ricerca e la comprensione delle relative patologie.
Gli incontri in Catalogna
Samantha Giannatiempo
Airett, essendo un’associazione di famiglie di pazienti, opera con una struttura e una filosofia profondamente diverse da quelle di una startup. L’obiettivo di Airett è quello di essere un punto di riferimento per le famiglie di persone con Sindrome di Rett e di sostenere la ricerca clinica e riabilitativa.
Come ci racconta Samantha Giannatiempo di Amelie, “il viaggio ha offerto l’opportunità di immergersi in una realtà profondamente intrecciata, dove l’innovazione rappresenta la chiave di lettura principale. Ha consentito di ampliare la prospettiva, rivelando le possibilità e le potenzialità legate alla costruzione di una rete. Questo contesto dinamico ha aperto nuovi orizzonti, favorendo la comprensione di come il dialogo e la collaborazione possano generare valore e stimolare lo sviluppo di idee e progetti condivisi. Molti incontri si sono rivelati utili e stimolanti. In particolare, l’incontro con San Juan è stato significativo per la sua natura innovativa e la presenza di numerosi progetti, anche di respiro internazionale. Il Validation Centre ha colpito per l’attenzione scrupolosa dedicata alle procedure di ricerca, sottolineando l’importanza di un approccio rigoroso. Inoltre, le interazioni con Ship2B e Nina sono state preziose per comprendere quanto sia fondamentale mantenere sempre il focus sull’obiettivo, una lezione essenziale per il successo e l’impatto dei progetti”.
Ci auguriamo davvero che da questi incontri possano scaturire collaborazioni stabili e durature, capaci di valorizzare le sinergie emerse e di contribuire allo sviluppo di progetti condivisi. Noi di Maker Faire Rome siamo sempre pronti ad ospitarli in Fiera e offrire la massima visbilità a progetti, soluzioni, attivazioni capaci di migliorare la qualità della vita delle persone. Tutte.
Make to Care: innovazione guidata dai pazienti
Make to Care è il concept/contest di Sanofi che premia soluzioni tech e innovative per la qualità della vita di pazienti cronici e dei loro caregiver. La sua particolarità, ciò che lo distingue dalle molte altre iniziative in campo, è che Make to Care coinvolge attivamente i pazienti nello sviluppo delle soluzioni in oggetto.
La forza di Make to Care, che negli anni ha contribuito ad amplificare il dibattito sulle politiche sanitarie e sociali in tema di disabilità, sta infatti proprio nell’approccio patient-driven: quelle promosse da Make to Care sono infatti progettualità spesso non convenzionali e ad alto tasso di innovazione, pensate in prima persona da pazienti, startup, studenti o comuni cittadini, utili e concrete, disegnate su necessità reali.
Attraverso Make to Care, Sanofi ha inoltre alimentato un dibattito costruttivo sulla relazione complessiva che abbiamo, tutti, con la disabilità. La maggioranza degli italiani, infatti, secondo uno studio curato da SWG, frequenta o conosce persone con disabilità ma i pregiudizi e disagi nell’interazione con persistono e determinano una percezione di emarginazione. Make to Care nasce proprio per ribaltare questa prospettiva, servendosi anche delle potenzialità offerte dall’innovazione e dalle tecnologie – che aiutano a contrastare quelle disabilità motorie, visive, psichiche e cognitive che spesso sono un ostacolo alla relazione con le persone disabili, offrendo un supporto valido per migliorare la qualità della vita di tutti.
autrice: Barbara Marcotulli
Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dalla sua Azienda speciale Innova Camera, si impegna da ben nove edizioni a rendere l’innovazione accessibile e fruibile con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, startup e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere il proprio business, in Italia e all’estero.
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