Il nome evoca quello del noto street artist ma il progetto e’ tutto tech
A realizzare le opere non è il misterioso writer inglese ma un’intelligenza artificiale
Negli ultimi mesi, complice la pandemia e l’impossibilità di interazione degli artisti con il proprio pubblico, si e’ registrato un significativo incremento delle “connessioni” tra l’intelligenza artificiale e l’arte.
Anche noi di Maker Faire Rome 2020 Digital abbiamo accolto la sfida e, nella sezione Maker Art, abbiamo presentato dal 10 al 13 dicembre 2020 una serie di opere che utilizzano proprio la Realtà Aumentata e l’Intelligenza Artificiale come strumenti di narrazione. Si tratta di un trend che se da una parte incuriosisce, dall’altra incoraggia analisi e valutazioni, soprattutto in considerazione del fatto che per secoli la produzione artistica è stata considerata la manifestazione per eccellenza del talento manuale e dell’intelligenza umana.
Cosa accade, invece, quando un computer viene appositamente “addestrato” per sviluppare abilità che gli consentono di elaborare operazioni e forme di espressione tipiche degli esseri umani, comprese quelle artistiche?
Fin qui abbiamo assistito all’applicazione dell’AI in ambito musicale – ad esempio con il software Kórsafn, esito della collaborazione tra la cantante e musicista islandese Björk e Microsoft, o con “l’inedito” dei Nirvana –, nel settore curatoriale, con l’affidamento al robot Jarvis del coordinamento dell’ultima Biennale di Bucarest, e ad alcune sorprendenti “rivelazioni” legate a capolavori perduti e recuperati, da Picasso a Shakespeare.
A offrirci oggi una nuova declinazione delle potenzialità dell’intelligenza artificiale è il progetto GANksy, nato da un’idea del web developer inglese Matt Round e che da qualche settimana sta alimentando il dibattito nel mondo dell’arte.
L’AI che realizza opere in stile Banksy
A raccontare la genesi di GANksy è lo stesso Round, che sul sito di riferimento fissa allo scorso mese di settembre l’avvio di questa esperienza, il cui nome – com’è evidente! – evoca quello del più famoso street artist del pianeta: il misterioso Banksy.
Per fornire istruzioni al software, in quella che potremmo considerare a tutti gli effetti la sua complessa “formazione”, sono state utilizzare centinaia di foto di opere di street art. Passando dall’apprendimento all’applicazione, i risultati non si sono fatti attendere: a caratterizzare lo stile di GANksy, le cui opere si propongono come esplicito riflesso dei tempi instabili che stiamo vivendo, sono creazioni originali, perfettamente coerenti tra loro per identità formale e cromatica, popolate da figure sfuggenti ed enigmatiche.
Come per ogni artista contemporaneo che si rispetti, anche nel caso di GANksy è possibile visionare online una gallery di opere e scegliere di investire: i suoi primi 256 capolavori sono già in vendita sul sito ufficiale. Innovativo è anche il metodo adottato per la definizione del prezzo: la prima opera è stata proposta al costo simbolico di una sterlina, mentre per le successive la cifra cresce di una sterlina acquisto dopo acquisto.
Le opere di street art firmante #GANsky
Diciamo che per essere una principiante, GANsky se la cava piuttosto bene!
fonte: Sky Arte I The Guardian
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