Compost da condominio, scarti per colture idroponiche e soluzioni anti-muffa e contro gli sprechi! Ecco le idee degli studenti per combattere il cambiamento climatico presentate a Maker Faire Rome 2018
La Future Food Zone, l’area dedicata a foodtech e sostenibilità che ha debuttato in questo terzo anno di partnership tra Future Food Institute e Maker Faire Rome, ha raccontato l’innovazione del cibo con prospettive e metodi di applicazione diversi. La food innovation è stata gustata, discussa, spiegata nelle sue best practices e… messa all’opera! Infatti una sezione della Future Food Zone è stata riservata ad uno speciale hackathon, un vero e proprio think tank animato dalla partecipazione dei talenti delle scuole superiori, di mentor dal mondo della ricerca e della comunicazione e realizzato con il Ministero dell’istruzione, Università e Ricerca. Il focus? Ripensare soluzioni legate a produzione e consumo del cibo per prevenire rischi e problematiche del cambiamento climatico.
In tre giorni #MFR18 è diventata l’incubatore di idee innovative e banco di prova di nuovi progetti! Tra plastica, soluzioni tech, economia circolare e tanto altro due sono state le idee vincitrici del primo HackFood4ClimateChange.
Fare compost in condominio: soluzioni smart e circolari per la città!
Secondo la FAO ben 222 milioni di tonnellate di cibo vengono sprecati ogni anno soltanto nel Nord del mondo. Se gli sprechi alimentari mondiali fossero un Paese, sarebbero il terzo più grande emettitore di gas serra, dopo Cina e Stati Uniti. Da questo problema nasce Compost Maker, progetto che propone una soluzione efficace per l’upcycling dei rifiuti organici in città, soprattutto degli appartamenti. L’idea parte dalla creazione di una pratica compostiera con lame rotanti che possano triturare i rifiuti e uno spazio di fermentazione e filtraggio che separerà la parte solida dai liquidi e priverà il composto di cattivi odori. Le innovazioni “disruptive” di questo progetto? L’uso dell’IoT, con uno scanner interno che rileva umidità e stato di decomposizione del compost, e una forte attenzione alle comunità smart: il compost prodotto, infatti, potrà anche essere distribuito agli orti urbani circostanti, creando un ecosistema pulito e a km 0!
Allevamenti per microvegetali idroponici: si può fare!
La produzione di carne è tra i principali responsabili del climate change: un etto di carne di manzo, allevato con metodi intensivi, può produrre fino a 50 kg di gas serra e ben il 20% delle emissioni di CO2 derivano proprio dall’allevamento bovino. Green Makers, secondo progetto vincitore di HackFood4ClimateChange, è pensato per le medie e grandi aziende, e utilizza le deiezioni animali per creare energia per gli impianti aziendali e la serra idroponica collegata. Come? Il metano può produrre energia per le serre, mentre l’anidride carbonica diventa un fertilizzante, indispensabile per la fotosintesi. Quali piante si potranno produrre? Soprattutto microvegetali, che grazie a questo processo conterranno fitonutrienti da 4 a 40 volte in più rispetto alle colture tradizionali e che potranno anche essere reimmessi in questo ciclo di produzione. Una soluzione completamente circolare!
Best practices for inspiration: il progetto NoMold
“Questi tre giorni sono stati il primo passo. Vi invitiamo a raffinare la vostra idea per arrivare al secondo step!”, ecco quello che ha detto Simona Grande, Project Manager di Future Food Institute e facilitator dell’hackathon. Il modo migliore per essere ispirati e continuare a sviluppare il proprio progetto? Imparare dalle best practices! Ecco perché ad HackFood4ClimateChange è stato invitato Anouar Jamali, componente del team vincitore di Agrogeneration – Hack for Food, organizzato nell’ambito del G7 dell’agricoltura a Bergamo. Il progetto del team di Anouar è NoMold, che nasce da un dato significativo: il 45% della frutta e verdura prodotta nel mondo viene sprecato, di cui il 32% è colpa delle muffe. Per risolvere questo problema è stato pensato un dispositivo con chip in nanofibre che, con il rilascio di spore non nocive per l’essere umano e sistemi tecnologici smart, riesce ad eliminare la superficie di muffa creatasi sul frutto o sull’ortaggio inserito. Questo processo potrà consentire ai prodotti ortofrutticoli di avere una resistenza maggiore del 200% rispetto a quelli non trattati da NoMold! Il progetto, grazie anche ai nuovi progressi fatti durante i giorni di HackFood4ClimateChange è adesso in fase di prototipazione, ma speriamo che arrivi prestissimo sulle nostre tavole!
E questo è stato solo un assaggio di HackFood4ClimateChange! Rivivi qui i momenti migliori e le disruptive ideas dei nostri fantastici talenti a #MFR18!
I mentor dell’hackathon sono stati:
- – Giovanni Lococo, Climate Leader e artista
- – Federico Andreotti, ricercatore da Wageningen University
- – Nataly Guataquira Sarmiento, Climate Leader e Systemic Sustainable Designer
- – Mariarosaria Lombardi, Università degli Studi di Foggia and Vazapp Member
I ragazzi hanno ascoltato le storie dei Food Heroes invitati a Maker Faire Rome 2018 da Future Food:
- Joseph Puglisi, Beyond Meat
- Simone Gozzi, Camst
- Rodrigo García González, Ooho
- Claire Schlemme, Renewal Mill
- Eric CHEUNG Chun Lam, Dyelicious
E hanno avuto la possibilità di conoscere le realtà presenti nella Future Food Zone, come Funghi Espresso, Crické, D’Adone, Miobio, Wenda.
La giuria è stata composta da:
- Pierluigi Vaglioni [MIUR]
- Matteo Vignoli [Food Innovation Program Director]
- Claudia Laricchia [Head of Institutional Relations and Strategic Partnerships a Future Food Institute & Climate Leader di Al Gore’s Reality Project]