Il Giappone ha infranto il record di velocità di Internet a 319 terabit al secondo
Questo potrebbe cambiare tutto.
Gli scienziati dell’Istituto nazionale giapponese di tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni (NICT) hanno battuto il record di trasferimento dati via Internet, raggiungendo una velocità di 319 Tbps.
Si tratta del doppio di quanto ottenuto, da un team di ricercatori britannici e giapponesi, nell’agosto del 2020.
La rivoluzione è qui
Secondo un documento presentato alla Conferenza internazionale sulle comunicazioni in fibra ottica, gli ingegneri giapponesi hanno infranto il record mondiale di velocità Internet più veloce, raggiungendo una velocità di trasmissione dati di 319 terabit al secondo (Tb/s).
Il nuovo record è stato realizzato su una linea di fibre lunga più di 1.864 miglia (3.000 km). E, soprattutto, è compatibile con le moderne infrastrutture via cavo. Questo potrebbe letteralmente cambiare tutto.
Il nuovo metodo di trasferimento dei dati suddivide i segnali in varie lunghezze d’onda.
La velocità di trasmissione è quasi il doppio del record precedente di 178 Tb/s, stabilito nel 2020. Ed è 7 volte la velocità del precedente record di 44,2 Tb/s, stabilito con un chip fotonico sperimentale. Come se non ci fosse limite a questo traguardo monumentale, il record è stato raggiunto con un’infrastruttura in fibra ottica già esistente (ma con alcuni componenti aggiuntivi avanzati).
Il team di ricerca ha utilizzato 4 “core”, che sono tubi di vetro alloggiati all’interno delle fibre che trasmettono i dati, invece del nucleo standard convenzionale.
L’esperimento in dettaglio
NICT ha gestito il lavoro utilizzando una linea in fibra ottica dotata di quattro core invece di uno, con il gruppo che ha sfruttato 552 canali a più lunghezze d’onda.
Per il test, strettamente limitato al laboratorio, il team ha utilizzato una fibra ‘a spirale’ per trasferire i dati ad una distanza simulata di 3.000 chilometri, senza perdere qualità del segnale o velocità.
L’idea di organizzare la fibra in spirale è sorta nel 2018, quando vari esperimenti hanno confermato la possibilità di ottimizzazione del segnale, facendo ruotare la struttura dei cavi, come fonte di emissione degli impulsi di luce, fino a formare vere e proprie spirali luminose.
Come per molti di questi test, potrebbe volerci del tempo prima che le performance siano replicabili in un contesto comune. Tuttavia, il record rappresenta un importante tassello verso una nuova generazione di connessioni veloci. I ricercatori del NICT immaginano infatti che la tecnologia possa essere un volano verso il 6G, soprattutto nel coprire vaste aree di destinazione con costi minori e infrastrutture ridotte.
fonte: Interesting Engineering I PCMag
immagine di copertina: Marc Olivier Jodoin via Unsplash
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