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Il maker che non ti aspetti: Roald Dhal

Dalla letteratura per ragazzi alla neurochirurgia, La storia di generosità di roald dhal

Il grande scrittore Roald Dhal fu anche co-inventore di una valvola utilizzata per contrastare gli effetti dell’idrocefalia

 

La creatività è la madre di ogni invenzione ma cosa stimola la creatività? Spesso, la necessità, il bisogno.

E’ quello che accade a moltissimi “maker per caso”, che la vita mette davanti a sfide dolorose e difficili ma che, proprio in ragione di quelle condizioni estreme, riescono a sviluppare soluzioni geniali, efficaci, capaci di risolvere al meglio la propria esigenza e quella di molti altri.

E’ stato cosi anche per Roald Dhal, scomparso nel 1990, che tutti conosciamo come autore di libri per bambini come “Charlie e la fabbrica di cioccolato” e “James e la pesca gigante”.

 

Roald Dhal
La Fabbrica Di Cioccolato – Una scena del film

Roald Dahl ha vissuto una vita estremamente interessante, che ha incluso anche periodi sul campo come militare durante la seconda guerra mondiale, o il lavoro come agente dei servizi segreti britannici. E’ solo all’inizio anni ’60, però, che si trasforma anche in pioniere nella nuova tecnologia neurochirurgica.

Un terribile incidente

Il 5 dicembre 1960, infatti, Theo Dahl, di 4 mesi, all’epoca unico figlio dell’autore, riportò un gravissimo trauma cerebrale in un terribile incidente stradale. L’incidente lasciò il bambino con un importante versamento, cosiddetto “idrocefalo”, comunemente conosciuto come “acqua nel cervello”. Determinato ad alleviare la sofferenza di suo figlio, lo scrittore iniziò una collaborazione con il neurochirurgo pediatrico Kenneth Till e il fabbricante di giocattoli e ingegnere idraulico Stanley Wade per sviluppare  un dispositivo di drenaggio di fluidi dal cervello più efficace di quelli attualmente esistenti.

In particolare, Dhal intendeva sviluppare uno shunt che non si sarebbe ostruito.

Le valvole disponibili in commercio avevano un altro problema: erano costose e spesso avevano componenti in plastica che non potevano essere sterilizzati.

La valvola Wade-Dahl-Till (WDT)

Dhal, Wade e Till avevano osservato che la valvola veniva ostruita da detriti cerebrali, che venivano introdotti attraverso le fessure del catetere ventricolare quando il catetere veniva inserito nei ventricoli attraverso il cervello. Per evitare ciò, le aperture (fessure) dello shunt ventricolare non dovevano entrare in contatto con il cervello durante il posizionamento iniziale.

La valvola sviluppata, denominata proprio Wade-Dahl-Till (WDT) interveniva sulla meccanica della valvola e introduceva due piccoli elementi metallici a forma di disco, ciascuno alloggiato all’estremità di un corto tubo di gomma siliconica. Il fluido che si muoveva sotto pressione dal basso spingeva i dischi contro il tubo per impedire il flusso di ritorno; la pressione dall’alto spostava ciascun disco nella posizione “aperto”.

 

Wade-Dahl-Till_valve_(from_patent_application)

Come riportato successivamente da Till in un articolo per la rivista The Lancet, l’invenzione era caratterizzata da “bassa resistenza, facilità di sterilizzazione, assenza di reflusso, costruzione robusta e rischio di blocco trascurabile”.

Quando il dispositivo fu perfezionato, nel 1962, Theo Dhal si era già ristabilito e non fu più necessario impiantare lo shunt nel suo cranio. Tuttavia, diverse migliaia di altri bambini in tutto il mondo beneficiarono della valvola WDT prima che la tecnologia medica progredisse oltre. Si stima che oltre 3.000 bambini abbiano potuto godere dei vantaggi offerti da questa valvola rispetto a quelle in uso precedentemente.

I tre co-inventori decisero di non accettare mai alcun profitto dall’invenzione.

foto di copertina: Nick Fewings via Unsplash


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