Vale anche per l’idea di “centro commerciale”: la immaginiamo come simbolo del consumismo moderno, ma i romani facevano shopping in strutture multi-piano quasi 2000 anni fa: i Mercati di Traiano, completati nel 113 d.C., molto più di un semplice mercato all’aperto, rappresentavano una struttura incredibilmente avanzata per l’epoca.
Un vero e proprio antesignano dei “mall”, questo spazio ospitava oltre 150 negozi e uffici distribuiti su sei livelli. Qui i cittadini romani potevano acquistare di tutto, dalle spezie esotiche ai gioielli preziosi, in un’esperienza di shopping sorprendentemente simile alla nostra. Un luogo altamente innovativo che parlava di mercanzie, spezie, abitudini alimentari e affari che interessavano tutto l’impero.
I Mercati sono visitabili ancora oggi, aperti al pubblico anche per mostre ed eventi particolari, testimonianza di come alcune esperienze umane rimangano sorprendentemente costanti attraverso i secoli.
Un po’ di storia
I Mercati di Traiano portano il nome dal grande imperatore romano che ne commissionò la costruzione. Si tratta del primo grande mercato coperto della storia e la sua realizzazione è legata a quella dell’adiacente Foro di Traiano, l’ultimo e il più grandioso dei Fori Imperiali.
Infatti nell’antichità le due strutture costruivano un unico grande complesso fosse considerato un’unica entità con il vicino Foro. I Mercati sono stati progettati e creati sotto la supervisione dell’architetto Apollodoro di Damasco a partire dal 113 a.C., tuttavia le ultime indagini archeologiche hanno dimostrato che la messa a punto delle opere propedeutiche per l’esistenza di un complesso architettonico così imponente e grandioso (ad esempio le fognature e i muri di terrazzamento) siano già stati intrapresi sotto il regno di Domiziano.
Restaurato nel III secolo per far fronte ai danni causati da un incendio su commissione del procurator fori traiani Horatius Rogatus (l’intervento è attestato da un’iscrizione su un’architrave che è stata successivamente utilizzata come materiale di recupero per il Giardino delle Milizie), il Mercato di Traiano ha subito notevoli modifiche nel corso del tempo. Infatti è stato usato nel corso dei secoli come castello fortificato, convento e caserma. In particolare le famiglie nobili romane lo hanno trasformato in un castellum miliciae e il rinforzamento delle opere difensive continuò quando il complesso entrò in possesso di Papa Bonifacio VIII (1300) e l’imperatore Arrigo VII (1312).
Successivamente l’Aula venne usata come fienile e il Mercato fu danneggiato prima da un crollo della parte terminale testimoniano e quindi da un incendio.
Nel Cinquecento la facciata dell’Aula centrale era completamente rovinata, così come gran parte delle decorazioni laterizie delle edicole. Invece il Grande Emiciclo interno costituito dalle botteghe risultava essere parzialmente interrato e quindi inagibile.
Un altro stravolgimento dell’architettura romana è legata all’assegnazione del Foro e del Mercato di Traiano al convento di Santa Caterina da Siena. Il complesso divenne quindi un convento e furono realizzati pesanti interventi per adeguarne la struttura alla nuova destinazione d’uso a partire dal 1574. All’inizio dell’Ottocento, sotto la dominazione napoleonica, cominciarono i primi scavi archeologici nell’area, tuttavia nel 1885 il Mercato fu adibito a caserma. Soltanto negli anni Venti del XX secolo iniziarono gli interventi di restauro che riportarono alla luce la struttura romana originaria.
La struttura
I vari edifici che compongono il Mercato di Traiano sono molto diversi tra loro: la parte inferiore della struttura era destinata a ospitare attività commerciali, tanto da essere viste come una continuazione ideale del Foro di Traiano. Invece i piani superiori erano dedicati a operazioni gestionali e amministrative.Lo stile ricorda per alcune caratteristiche quello elaborato a Petra (Giordania) nel primo secolo dopo Cristo. Infatti non bisogna dimenticare che il siriano Apollodoro da Damasco era di origine nabatea. Di conseguenza il complesso si presenta come un’eccezione nel panorama architettonico romano e vede la compresenza di diverse impostazioni e stili che comunque si fondono a realizzare una struttura omogenea. La grande facciata a esedra del Mercato di Traiano si erge alle spalle del portico del Foro di Traiano, oltre alla strada lastricata che correva intorno alla struttura.
L’ingresso si trova lungo Via IV Novembre e consente di accedere all’ampia Aula centrale a pianta rettangolare che si estende su due piani. Si tratta di un ambiente che non ha uguali nell’architettura romana e che presenta una volta composta da sei crociere che a loro volta vengono sostenute da grandi mensole di travertino. Si ritiene fosse un luogo di contrattazione, che può essere considerato come una sorta di antenato delle Borse moderne. Tutt’attorno si aprono le tabernae, cioè le botteghe destinate a diverse attività, come negozi di stoffe, di terracotte, di generi alimentari e di barbieri, gioiellerie e vere taverne per la vendita del vino.
Un capolavoro d’ ingegneria e architettura
Dal punto di vista ingegneristico sono un esempio straordinario dell’uso innovativo del laterizio e del calcestruzzo romano. Le mura, costruite con mattoni di alta qualità, furono progettate per sostenere i piani sovrastanti e resistere alle forti sollecitazioni del terreno scosceso. Le ampie finestre e le arcate contribuivano a rendere gli ambienti luminosi e ariosi, un dettaglio raro per le costruzioni dell’epoca, progettato per rendere piacevole il tempo trascorso all’interno.
Un altro aspetto distintivo della costruzione è l’uso sapiente delle tecniche di drenaggio e raccolta delle acque, fondamentale per evitare il deterioramento della struttura nel tempo e consentire un’adeguata igiene negli ambienti commerciali. Questa attenzione alla funzionalità rende i Mercati di Traiano un capolavoro non solo di architettura, ma anche di ingegneria urbana, confermando l’avanzata tecnologia edilizia dell’antica Roma.
I Mercati di Traiano oggi
L’intera area monumentale è stata oggetto di scavi archeologici tra il 1926 e il 1934, che rientravano nel progetto di recupero dei Fori Imperiali messo a punto dal senatore Corrado Ricci.
Furono eliminate quasi tutte le modifiche che si erano accumulate nel corso del tempo, tuttavia a seguito della Seconda Guerra Mondiale il Mercato di Traiano conobbe un secondo periodo di abbandono. Solo a metà degli anni Ottanta furono intraprese soluzioni di restauro, recupero e messa in funzione del complesso.
Oggi la struttura è la sede permanente del Museo dei Fori Imperiali: l’obiettivo è mantenerne inalterata il più possibile la fruibilità, ma avere al tempo stesso uno spazio museale dedicato all’architettura dei Fori, alla loro decorazione e alle loro sculture ornamentali.
Sono quindi stati ricostruite parti dei complessi architettonici e vengono usati strumenti multimediali per integrare gli itinerari che si svolgono all’aperto all’interno degli stessi siti archeologici. Sono previste cinque diverse sezioni che corrispondono al tempio della Pace, al Foro di Augusto, al Foro di Cesare, al Foro di Traiano e al Foro di Nerva. In questo modo è possibile documentare e mostrare al pubblico l’evoluzione degli stili costruttivi e decorativi dal I secolo a.C. al I secolo d.C. a Roma.
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