InnoMake è la scarpa che aiuta le persone non vedenti a muoversi in autonomia
Alla scoperta delle scarpe InnoMake, pensate per non vedenti ed ipovedenti: una scarpa speciale, dotata di un modulo tech installato nella suola, che può riconoscere e segnalare efficacemente gli ostacoli quando si cammina
Chi è ipovedente sa che la città e le sue strade possono essere una vera miniera di pericoli: buche, automobilisti o ciclisti distratti, ostacoli di ogni tipo, pavimentazione irregolare, pali e lampioni. Quella che per una persona normodotata può essere una rilassante passeggiata, può trasformarsi in una prova ad ostacoli per chi invece ha deficit visivi importanti ed è ipo o non-vedente.
Ma a cosa dovrebbe servire davvero la tecnologia se non a semplificare e agevolare la vita delle persone? E’ quello cui ha pensato anche la startup austriaca Tec-Innovation di Vienna che, in collaborazione con l’Università di Graz, ha studiato delle calzature che aiutino le persone non vedenti o quelle che hanno comunque importanti problemi di vista, a spostarsi agevolmente in totale autonomia, evitando rischi e pericoli. Ne avevamo già parlato tre anni fa, al loro debutto sul mercato, in questo articolo > https://makerfairerome.eu/it/innomake-le-scarpe-per-ipovedenti-che-regalano-ai-piedi-occhi-e-orecchie/
La scarpa “pipistrello”
Quella proposta da InnoMake è una soluzione davvero innovativa: per la prima volta, infatti, non si usa un device ulteriore – come un bastone, ad esempio – ma si ottimizza un oggetto che le persone indossano già abitualmente, le calzature, che vivono un “upgrade” grazie ad un device progettato per renderle “inteligenti”.. Il sistema InnoMake, infatti, utilizza sensori a ultrasuoni montati tra suola e tomaia per avvisare chi le indossa degli ostacoli sul percorso. Esattamente come se fosse un segnale radar (e come fanno i pipistrelli), la scarpa fa partire degli impulsi a ultrasuoni, ricevendo in risposta gli echi di quegli impulsi dagli oggetti che si trovano davanti, rilevandoli e segnalando la loro presenza.
Esattamente il principio del radar, mutuato da quello che, in natura, consente il volo di orientamento dei pipistrelli.

Gli ostacoli rilevati sono comunicati a chi indossa le InnoMake grazie a vibrazioni all’interno delle scarpe e, tramite una app, anche con segnali acustici e luminosi.
L’impulso viene ricevuto, codificato e quindi trasformato in vibrazioni all’interno delle scarpe che permettono a chi le indossa di comprendere dove è meglio mettere i piedi, in un raggio di circa 4 metri.
Vibrazioni, segnali acustici e visivi
Gli avvisi non vengono forniti solo dalle vibrazioni sulle estremità inferiori. Sono infatti previsti anche segnalatori acustici e luminosi.
L’avviso acustico arriva via app sullo smartphone di chi indossa le scarpe, che può essere tenuto in tasca o al quale si può restare connessi in Bluetooth grazie agli auricolari – anche per rendere quanto più possibile fluida l’esperienza di chi indossa le InnoMake. Del resto, l’obiettivo è agevolare una vita autonoma e quanto più possibile semplificarne le attività di routine.
L’avviso luminoso invece viene prodotto da due led inseriti sulla punta della scarpa, che si rivelano particolarmente utili per le persone ipovedenti, per interpretare le misure del proprio cammino quando c’è poca luce. Gli stessi led possono essere impostati anche per lampeggiare in prossimità dell’ostacolo incontrato.
Telecamere, intelligenza artificiale, app
Tec-Innovation, la startup austriaca che ha prodotto InnoMake, ha anche sviluppato un’evoluzione di InnoMake, che funziona con le stesse logiche ma si avvale anche di microcamere integrate sulla punta della scarpa.
La microcamera ha due funzioni principali: in primo luogo serve a qualificare il tipo di ostacolo mandando poi un messaggio di feedback diverso per ogni tipo di ostacolo. Le immagini registrate della telecamera vengono infatti analizzate da una serie di algoritmi per il deep learning che, rilevato un ostacolo, comprendono se è qualcosa che l’utente deve scavalcare (come una roccia o un muretto), deve non calpestare (come una buca) o deve non attraversare (come un muro o un palo).
All’utente così viene fornita un’informazione più accurata da affiancare a quella prodotta dagli ultrasuoni.
Idealmente, nella intenzioni dell’azienda, il nuovo kit InnoMake permette alle calzature anche di essere connesse, in modo che i diversi ostacoli rilevati lungo la strada possano essere messi in rete, creando una mappa aggiornata, praticamente in tempo reale, delle varie città in cui vivono le persone che le indossano, creando un database sfruttabile da tutti e potenzialmente capace di aiutarli ad individuare pericoli o ostacoli in anticipo e di scegliere in funzione di questo il proprio percorso.
Una UX davvero ben pensata
Chi indossa le InnoMake gode anche dell’assistenza fornita da una app dedicata, utilizzabile grazie a comandi vocali, attraverso la quale è possibile configurare e personalizzare l’uso di Innomake, decidendo ad esempio l’anticipo e la modalità con cui un ostacolo deve essere segnalato.
C’è perfino una funzione di ricerca delle scarpe per chi non le trova in casa, e ovviamente l’indicatore dello stato della batteria. .
Quanto costano le InnoMake?
Il sistema InnoMake era stato lanciato sul mercato nel 2021 ed era acquistabile sul sito dell’azienda produttrice. Il kit di sensori, completo di app, poteva essere aggiunto a diversi modelli di scarpe già in commercio. Il suo costo al momento del lancio era di 3.200 euro. Sfortunatamente, gli alti costi di sviluppo del progetto e il conseguente costo del kit, non ha permesso la sostenibilità del progetto e Tec-Innovation ha dovuto abbandonarlo. Le recenti evoluzioni però sia nella sensoristica che nell’Intelligenza Artificiale – che nell’ultimo anno ha compiuto enormi passi in avanti – depongono a favore di una ripresa del progetto e ci auguriamo che altre aziende o, perché no, dei maker, vogliano recuperarlo e verificare se oggi, allo stato dell’arte, la sua scalabilità possa essere possibile. Secondo i dati OMS, 36 milioni di persone cieche e circa 217 milioni di persone ipovedenti la cui vita cambierebbe decisamente in meglio se potessero accedere a device di questo tipo.
fonti: MICAM I IAPB Italia Onlus
foto di copertina: CDC via Unsplash
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