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Piccole invenzioni, enormi impatti: la penna Biro è il low tech che ci piace

È piccola, economica, tutti ne possediamo una: la penna Biro è la perfetta invenzione low tech: accessibile e democratica

 

Nessuna tecnologia complessa ma tanta innovazione “low tech”: la penna a sfera ha avuto un impatto profondo sulla società moderna.  Prima di lei, non c’era nulla di simile al mondo.

L’innovazione “low tech” si occupa proprio di questo tipo di invenzioni: quelle semplici, spesso poco complesse a livello tecnologico ma capaci di impatti rivoluzionari. La penna biro è un esempio perfetto: un semplice strumento di scrittura che ha marcato un cambiamento radicale rispetto al modo di scrivere e che ha contribuito a trasformare il mondo, una parola dopo l’altra.

Una lunga storia, in breve

Nel 1930, un inventore ungherese osservò dei bambini che giocavano con le biglie in una pozzanghera, notando che le biglie lasciavano una scia d’acqua quando le tiravano, e gli venne una idea: perché per scrivere non utilizzare un pennino metallico a forma di sfera? 
László József Biro – questo era il suo nome – condivise la sua idea con suo fratello György, un chimico, e insieme iniziarono la ricerca e la sperimentazione per creare un nuovo tipo di penna basata su questo concetto e ne trovarono la combinazione perfetta: un inchiostro viscoso e una punta con una pallina che ruotava liberamente, impedendo all’inchiostro di seccarsi e controllandone il flusso.
Presentarono la loro invenzione alla Fiera Internazionale di Budapest nel 1931 e la brevettarono nel 1938, anche se non la commercializzarono immediatamente.
 
Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale i fratelli emigrarono in Argentina, dove fondarono un’azienda in un garage ma inizialmente non ebbero successo a causa del costo elevato del prodotto. Si assicurarono però un contratto con l’aeronautica britannica, che aumentò la loro popolarità e poi, nel 1943, concessero in licenza la loro invenzione alla Eversharp Faber negli Stati Uniti per 2 milioni di dollari. Nel 1950 Marcel Bich ne acquistò i diritti.
Il resto è storia, e la conosciamo (e acquistiamo) tutti.

Come scrivevamo prima

Prima dell’avvento della penna a sfera, scrivere era un’attività laboriosa e spesso frustrante. Per secoli, le penne d’oca e i calamai erano stati gli strumenti principali per mettere l’inchiostro sulla carta. E le cose non cambiarono molto con l’introduzione della penna stilografica – importante, certo, ma costosa.
Intorno al 1900, con un tasso di alfabetizzazione globale di appena il 20%, era necessario che si trovasse un’alternativa più accessibile e affidabile.

I primi tentativi di penna a sfera

Il primo tentativo di creare una penna a sfera risale al 1888, quando l’inventore americano John Loud brevettò un design che funzionava bene su superfici come pelle e legno, ma purtroppo lacerava la carta – un problema non da poco! 

L’intuizione di Lazlo Biro

La svolta arrivò grazie al genio di Lazlo Biro, un giornalista e inventore ungherese, il cui ‘pensiero laterale’ giocò un ruolo importantissimo: invece di concentrarsi sulla meccanica della penna, Biro si concentrò sull’inchiostro. Sviluppò una formula a base d’olio che si depositava sulla carta senza penetrare nelle fibre, risolvendo il problema delle perdite. Non solo: l’inchiostro Biro utilizzava l’azione capillare per fluire in modo affidabile, indipendentemente dall’angolo di scrittura.

Ma anche la sua penna, molto avanzata rispetto alle precedenti, era piuttosto costosa e non alla portata di tutti. E sappiamo tutti che la vera rivoluzione arriva quando una nuova soluzione è resa accessibile al più ampio numero di possibili utenti. 

Il brevetto di Laszlo Biro per la penna a sfera I immagine: Artistante

Marcel Bich: la democratizzazione della scrittura

A un certo punto della storia entrò in scena l’imprenditore francese Marcel Bich. Una sorta di angel investor, lo definiremmo oggi. Intuendo il potenziale delle penne a sfera, Bich acquisì i diritti del brevetto di Biro per 2 milioni di dollari (equivalenti a 25 milioni di euro oggi). E aggiunse due altro formidabili colpi di genio:

  1. utilizzare macchinari di precisione dell’industria orologiera svizzera per produrre sfere d’acciaio perfettamente calibrate
  2. usare la plastica per fabbricare penne così economiche da poterle gettare via quando esaurite, senza doverle mai più ricaricare

Oggi sappiamo che l’usa e getta è meno conveniente di quanto sembri, ma all’epoca fu una rivoluzione. Quando la penna Bic Cristal (nome derivato proprio dalla trasparenza della plastica utilizzata per fabbricarla) debuttò nel 1950, al prezzo di soli 2 dollari, la scrittura divenne finalmente accessibile a tutti.

Una curiosità

Anzi, due: 

  1. fu su consiglio di un esperto pubblicitario, che Bich abbandonò la “h” dal suo cognome e fondò l’azienda BICGroup, per poi lanciare la prima BIC Cristal, uno dei modelli più perfetti mai creati
  2. Bich nacque italiano, torinese di corso Re Umberto 60, nel cuore dell’elegante quartiere della Crocetta; diventò poi francese in seguito.
A sinistra, Marcel Bich; a destra, Laszlo Biro I foto; Multiolistica

L’impatto sulla società

L’effetto della Bic Cristal sull’alfabetizzazione globale è stato assolutamente straordinario. Oggi, il tasso di alfabetizzazione nel mondo ha raggiunto il 90%, un traguardo impensabile senza uno strumento di scrittura economico e affidabile come la penna a sfera.

Questa semplice invenzione ha aperto le porte dell’istruzione e della comunicazione a milioni di persone in tutto il pianeta. Nonostante il suo profondo impatto, però, la penna a sfera rimane spesso nell’ombra di invenzioni più appariscenti.

Dal 1953 sono stati prodotti più di 100 miliardi di BIC Cristal, rendendola la penna più venduta di tutti i tempi. Più di 20 milioni di unità vengono vendute ogni giorno in tutto il mondo.

Il segreto del successo

Un piccolo oggetto dall’impatto enorme non è frutto del caso ma di una combinazione di elementi che si incastrano perfettamente e che insieme sono capaci di amplificare in modo esponenziale il valore di ciascuno di essi. Nello specifico: 

  • Inchiostro a base d’olio – la grande intuizione di Biro
  • Sfere di precisione – contro la meccanica svizzera, nulla può!
  • Semplicità: facile da impugnare, comoda da portare con se’, efficace nello svolgere il suo compito
  • Design essenziale e funzionale: si è dimostrato incredibilmente resistente al passare del tempo. La penna Bic è oggi ancora praticamente identica alla prima immessa in commercio
  • Costo di produzione: ha permesso di mantenere il prezzo accessibile, assicurando che chiunque possa permettersi questo strumento indispensabile.

fonti: Gagarin Magazine I Storie Scientifiche

immagine di copertina: Antoine Dautry via Unsplash

autrice: Barbara Marcotulli


 

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