La ricercatrice italiana sta per iniziare una missione mai tentata prima
Obiettivo: capire come rendere possibile la vita su Marte e ogni altro luogo “ostile” alla vita umana (sperando che non lo diventi anche la Terra)
Durante l’edizione 2019 di Maker Faire Rome è stato dato molto spazio alla “generazione marziana”, ovvero giovani e bambini che, magari, avranno la fortuna di camminare sul Pianeta rosso e a cui è stato chiesto di contribuire al progetto con la loro idea di Marte. Tra i vari progetti legati all’insediamento umano su Marte, c’è quello dell’italiana Valentina Sumini.
Valentina Sumini, 33 anni, è una ricercatrice piemontese che attualmente lavora al MIT e collabora con la NASA per rendere possibile l’insediamento umano su Marte e in luoghi estremi del nostro Pianeta. Il suo ambizioso progetto riguardante una città spaziale su Marte è piaciuto moltissimo, poiché riesce a portare la natura là dove non cresce niente.
Il progetto si chiama Redwood Forest e, nello specifico, si compone di una serie di padiglioni emisferici bianchi, sotto ai quali sfilano gallerie sotterranee destinate al trasporto dell’acqua necessaria; le specie vegetali nasceranno sia sopra che sotto terra, all’interno di un ambiente pressurizzato che ospiterà anche coltivazioni in idroponica, fontane e laghi.
Le ramificazioni sotterranee saranno realizzate con un materiale locale, la regolite marziana e, grazie anche ad altri elementi che verranno estratti e riciclati in situ come, appunto, l’acqua o il polietilene, i futuri abitanti di Marte vivranno in condizioni di assoluta sicurezza, protetti dalle radiazioni cosmiche.
Un progetto che rende possibile la vita non solo sul Pianeta rosso, ma anche in luoghi estremi del nostro stesso Pianeta come, ad esempio, in prossimità di vulcani, nei deserti o nel circolo polare artico. Ciò sarà possibile grazie a questa rete di tunnel che consentirà il passaggio di veicoli elettrici, contribuendo così alla diminuzione del traffico nelle grandi aree metropolitane; la coltivazione idroponica sotterranea, inoltre, permetterà di risolvere l’annoso problema di spazio e cibo.
Valentina Sumini non si aspettava di arrivare su Marte quando ha iniziato ad occuparsi di ricerca computazionale al MIT e, casomai, i suoi interessi erano indirizzati più alla Luna che al Pianeta rosso. Al momento è l’unica italiana nel gruppo delle 6 donne selezionate per la missione Hi-Seas Sensoria sul vulcano Mauna Loa, dove si prevedono condizioni ambientali molto simili a quelle di Marte: 3mila metri di quota, in una situazione di quasi totale isolamento.