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I motori di ricerca basati su AI sostituiranno i motori di ricerca tradizionali?

L’ascesa della ricerca con AI sta ridefinendo la ricerca tradizionale, offrendo risultati più organizzati e rilevanti

 

Stiamo entrando in un’era in cui l’AI non si limita a migliorare la ricerca, ma sostituisce del tutto i modelli tradizionali.

In un recente intervento, Gary Vaynerchuk. imprenditore digitale e angel investor americano, già consulente di aziende come Uber, Snapchat, Facebook, solo per citarne alcune, ha recentemente sganciato una vera e propria bomba durante un suo intervento, affermando che “la ricerca su Google sarà praticamente morta entro i prossimi sette anni e tutti passeranno all’Intelligenza Artificiale”.

Vaynerchuk paragona questo cambiamento al declino delle directory (tipo Yahoo!), ma avverte che oggi l’adozione delle nuove tecnologie avviene a un ritmo molto più rapido: “Non ho dubbi, è come quando nel 1994 vidi i Web Crawler: era chiaro che avrebbe rappresentato un problema per le directory, che però hanno iniziato a sentirne davvero gli effetti tra il 2001 e il 2003, quasi dieci anni dopo. Ora tutto si muove più velocemente e c’è una maggiore adozione di nuovi strumenti, app e tecnologie in generale”, ha affermato.

La storia della ricerca sul web

La ricerca di Google è iniziata il 4 settembre 1998. Oggi, Google gestisce oltre 8,5 miliardi di query al giorno, con circa 6,3 milioni di ricerche al minuto. L’algoritmo originale, PageRank, era stato creato dai fondatori Larry Page e Sergey Brin. Classificava i risultati in base al numero e alla qualità dei link a una pagina, presumendo che i siti web più importanti ricevessero più link.

L’evoluzione dei motori di ricerca

All’inizio, esistevano motori di ricerca come Archie, Lycos, AskJeeves, WebCrawler, Yahoo e altri. Inizialmente erano semplici directory di siti web suddivisi per categorie. Con la crescita di Internet, sono stati introdotti web crawler automatizzati in grado di indicizzare i contenuti delle pagine.

Perché Google ha vinto?

Google ha avuto successo per diverse ragioni

  • Alta rilevanza e velocità dei risultati
  • Indicizzazione di più pagine web
  • Design minimale e pulito
  • Focus aziendale sulla creazione del miglior motore di ricerca

Google gode tuttora di un grande vantaggio perché ha cinque-sei volte più dati da analizzare rispetto ai concorrenti. Questo significa che, anche con algoritmi identici, Google può fornire risultati migliori grazie alla maggiore quantità di dati. Ora i principali motori di ricerca stanno cercando di integrare capacità di intelligenza artificiale generativa per non rimanere indietro.

Il ruolo degli AI agents

Uno dei motori di questa trasformazione è la crescita degli AI agents, come il nuovo Operator di OpenAI, che promettono di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con Internet. Invece di persone che cercano informazioni sui siti web, le interazioni potrebbero avvenire direttamente tra agenti AI e siti web o addirittura tra agenti AI stessi, ridisegnando di conseguenza l’ecosistema digitale.

Un po’ di contesto

L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui gli utenti del web effettuano le loro ricerche, sfidando i motori di ricerca che, se da un lato cercano di ridurre la concorrenza, dall’altro cercano di implementare nuove soluzioni che prevedono l’integrazione dell’AI nei loro sistemi. La spinta a questa implementazione è arrivata dalla tendenza degli utenti ad utilizzare ChatGPT, Gemini o altri sistemi basati sull’intelligenza artificiale per effettuare ricerche sul web, preferendola ai classici motori di ricerca, e per poter competere con il chatbot per Bing introdotto da Microsoft.

perché gli utenti preferiscono i chatbot ai motori di ricerca

L’intelligenza artificiale può definitivamente trasformare la ricerca online, sia quando questa viene effettuata per scopi privati che per raggiungere degli obiettivi professionali. Di conseguenza, ha anche il potenziale di cambiare le tradizionali pratiche SEO fino ad oggi applicate. In particolare, sempre più persone si affidano, per le proprie ricerche, agli strumenti e ai chatbot AI, come ChatGPT o Google Gemini. Queste piattaforme sono in grado di comprendere il linguaggio umano e di elaborare richieste complesse ricevute dall’utente.

Per quest’ultimo è sufficiente inserire un prompt testuale, generico o testuale, o, in alternativa, utilizzare gli assistenti vocali e fornire un comando vocale per ottenere una risposta il più completa possibile. L’AI raccoglie informazioni dal web, le rielabora in modo da poter fornire una risposta completa e soddisfacente in maniera conversazionale. Non si limita a fornire una lista di siti web e di pagine da consultare per trovare ciò di cui si ha bisogno.

Nel tempo, grazie all’apprendimento automatico, l’intelligenza artificiale riesce a migliorare i risultati di ricerca e a fornirli in un modo sempre più preciso.

I limiti dell’intelligenza artificiale nell’attività di ricerca online

Le ricerche con l’intelligenza artificiale presentano ancora dei limiti, che si ridurranno con il passare del tempo e con l’apprendimento costante dei vari sistemi messi in atto. 

Alcune piattaforme, come ChatGPT nella sua versione gratuita, non dispongono di informazioni aggiornate. Tutti i dati che raccoglie dal web potrebbero essere superati o essere cambiati. Per questo motivo, pur essendo altamente in grado di comprendere il linguaggio umano e le richieste che riceve da parte degli utenti, l’output che fornisce potrebbe non essere completo, esaustivo e persino potrebbe non essere corretto.

Questo limite viene superato da altri sistemi, come l’AI per Bing. In ogni caso, per gli utenti del web non è semplice comprendere se la risposta restituita ed elaborata contenga errori e affermazioni frutto di un pregiudizio. Ciò che si potrebbe ottenere sono fake news e disinformazione. Per questo motivo, è sempre consigliabile effettuare una verifica sui risultati della ricerca e verificare personalmente le fonti.

Google AI: come cambia la ricerca

Google ha deciso di introdurre la sua intelligenza artificiale, Gemini, nel motore di ricerca, fornendo delle risposte elaborate direttamente nella pagina dei risultati di ricerca, la SERP. La nuova funzione, che porta il nome di AI Overview, dopo aver superato una importante fase di test, sarà presto diffusa in maniera capillare e gradualmente resa disponibile per un numero maggiore di utenti.

L’AI nelle ricerche di su Google produce un testo sintetizzato che rielabora tutte le informazioni che sono reperibili sull’argomento indicato dall’utente nelle varie fonti presenti su internet. La persona che effettua la ricerca potrà chiedere al motore di ricerca approfondimenti ponendo delle nuove domande. Semplifica le ricerche incrociate. È in grado di comprendere il linguaggio umano, di migliorare l’esperienza dell’utente con la ricerca Google, di personalizzare i risultati e di apprendere costantemente, migliorandosi. Le fonti utilizzate vengono indicate dal motore di ricerca, per permettere all’utente di approfondire autonomamente gli aspetti che ritiene più importanti

Gli argomenti su cui si potranno ottenere delle informazioni elaborate sono molti, ma con delle limitazioni. La politica, la medicina e la finanza restano fuori da quelli compatibili con la funzionalità.  Google, attraverso le nuove funzionalità, supporterà gli utenti anche nell’attività di pianificazione, aiutandoli a realizzare dei piani per tutto ciò di cui hanno bisogno, come l’alimentazione o itinerari per le vacanze.

È bene essere consapevoli che, almeno in una prima fase, l’AI nelle ricerche Google potrebbe commettere degli errori o fornire delle risposte poco precise. Anche in questo caso, è consigliata una valutazione personale delle fonti.

Ricerca AI su Google con immagini, video e voce: come funzionerà

L’implementazione di Gemini, che è un’AI multimodale, nella ricerca di Google permetterà agli utenti di accedere a nuovi modi per cercare le informazioni di cui hanno necessità. Potranno utilizzare non solo indicazioni testuali, ma anche immagini, video e audio catturati direttamente con la fotocamera o con il microfono del proprio dispositivo, sfruttando Lens.

Sarà possibile, di conseguenza, fare domande a Google sul mondo circostante, mostrandogli ciò che i nostri occhi stanno guardando e ciò che le nostre orecchie stanno ascoltando. Un passo avanti che può essere considerato rivoluzionario e che permetterà di risolvere problemi semplici e complessi in poco tempo.

fonti: Mirko Lalli I Fastweb blog
immagine di copertina: Arkan Perdana via Unsplash
autrice: Barbara Marcotulli

 

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