Niente plastica, cotone organico e canguri salvi
Il brand si proietta in una dimensione sempre più green e sempre più sociale
«La scelta di Diadora guarda all’ambientalismo e alla sostenibilità a tutto tondo: abbiamo deciso che debba diventare un elemento costitutivo del nostro business, stimolo e innovazione al cambiamento e a una innovazione responsabile, sostenibile e competitiva», spiega Enrico Moretti Polegato, presidente e ad di Diadora, storico marchio della calzatura sportiva.

Una scelta etica premiata da stakeholder e clienti. Diadora ha chiuso il 2019 con ricavi aggregati complessivi giunti a 308 milioni di euro, +6% anno su anno.
La sostenibilità ambientale
Nel panorama della sostenibilità, molti brand si proiettano in una dimensione ecologica modificando materiali e meccanismi di produzione. Un’azione necessaria in un’era in cui si assiste alla progressiva distruzione del nostro ecosistema. Un’inversione di rotta verso una realtà green che si spera possa salvare ciò che ancora rimane. Diadora ha fatto della sostenibilità la sua missione, stravolgendo l’azienda al fine di renderla il più conforme alle norme anti-inquinamento.
Si parte dalla questione spreco: la sede aziendale si autoalimenta elettricamente per il 65% sfruttando l’energia rinnovabile dei pannelli solari.
Si prosegue col packaging, con le scatole delle calzature della linea Heritage realizzate con alghe marine in eccesso.
Anche i sacchetti sono green, prodotti con carta riciclata e stampati con colori ad acqua. Il cotone è organico, e parte dei proventi della linea Heritage vengono devoluti al sostegno del Parco Natura Viva di Bussolengo (VR), realtà in partnership con Diadora che sviluppa progetti educativi per il rispetto e la conservazione dell’ambiente.
Attenzione per l’ambiente, pratiche di lavoro e diritti umani, acquisti sostenibili: grazie a questi assets Diadora, storico brand italiano di sportwear, ha conquistato il premio Ecovadis, azienda che certificata standard e livelli di sostenibilità – “che e’ un percorso, non un punto di arrivo”, ribadisce Enrico Moretti Polegato
Le aziende vengono valutate ogni anno in base ad una rigorosa metodologia composta da 21 indicatori raggruppati in 4 tematiche:
- ambiente
- pratiche di lavoro e diritti umani
- fair business practices
- acquisti sostenibili.
In base ai risultati ottenuti ogni anno, Ecovadis fornisce alle aziende delle indicazioni in merito alle aree e ai processi da implementare. “E’ sicuramente una grande soddisfazione aver ottenuto il massimo riconoscimento».
Il rispetto per il mondo animale
Tra gli impegni di Diadora, quello di non ricorrere più alla pelle di canguro nella sua produzione, scelta adottata già nel 2019. E’ il primo successo della campagna #SaveThekangaroo lanciata dalla Lav dopo la diffusione del documentario “Kangaroo , a love-hate story” nel quale due registi australiani hanno raccontato la silenziosa strage di canguri che si realizza nel loro paese.
L’Italia – spiega la Lav – è il primo paese in Europa importatore di pelli di canguro (oltre 2 milioni tra il 2012 e il 2015). Queste pelli sono utilizzate prevalentemente in ambito sportivo per la realizzazione di scarpe da calcio e tute motociclistiche. Ma è anche prima per produzione di scarpe e accessori di fascia alta del mercato di noti brand.
A rendere nota questa scelta è stata la stessa Diadora, con un comunicato stampa, in cui annunciava “l’abolizione totale della pelle di canguro da tutti i suoi prodotti a partire da fine anno 2020. La rinuncia da parte di Diadora alla pelle di canguro, comunemente usata dall’industria dello sportswear, rappresenta un ulteriore passo del percorso intrapreso dall’azienda per ridurre l’impatto ambientale della propria attività. Questa decisione conferma l’impegno di Diadora verso uno sviluppo sostenibile e responsabile”.
In effetti, Diadora è stata la prima azienda a togliere la pelle di canguro dalle scarpe da calcio. “Abbiamo deciso che il nostro percorso di sostenibilità non era compatibile con questo genere di materiale.”
Diadora ha anche realizzato una intera collezione dedicata agli animali, la Animal Pack, dedicata alle specie in estinzione, che fa parte di quella produzione più artigianale che Diadora ha deciso di ricominciare a fare in Italia, riaprendo il vecchio stabilimento e tornando a far funzionare le macchine che si usavano negli anni ’80. “Abbiamo ri-assunto delle persone che, storicamente, lavoravano a questa arte, che è realizzare una calzatura. Ma non solo: ci sono anche dei giovani che vogliono imparare questo mestiere e questo ci permette anche di rinnovare il know-how di Montebelluna, del nostro distretto, che è uno dei centri principali al mondo per la realizzazione delle calzature sportive.”
L’impegno nel sociale
Sostenibilità vuol però dire molto di più, soprattutto se applicata a temi di natura sociale. Fra i più importanti progetti sostenuti da Diadora c’è infatti la partnership con il Peres Center For Peace and Innovation, Ong fondata in Israele dal Premio Nobel per la Pace Shimon Peres, che promuove ogni anno l’iniziativa Twinned Peace Sports School, che unisce ragazze israeliane e palestinesi in squadre di calcio miste.
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