L’Abito Realizzato in Cavi di Fibra Ottica Che Unisce Fisico e Virtuale
Moda e Tecnologia: L’Abito in Fibra Ottica Che Rende Visibile il Futuro è opera dello stilista Maximilian Raynor, che ha “tessuto” oltre 3600 metri di cavi dismessi – oltre a dadi, bulloni, rondelle e parecchia ispirazione
“Metà robot, metà umano”: un designer ha utilizzato 3.600 metri di cavo in fibra ottica per tessere un sorprendente abito da 25 kg che farà girare la testa – e no, non è in vendita!
L’abito è stato realizzato in 640 ore utilizzando cavi internet dismessi, dadi e bulloni grazie alla collaborazione tra Equinix, azienda di web hosting, e lo stilista Maximilian Raynor, già noto per le sue collaborazioni con Chappell Roan, Ellie Goulding e Rita Ora.
La creazione, denominata “La personificazione di Internet”, è la prima del suo genere ad essere presentata in una settimana della moda. Il materiale di base utilizzato consiste in 3.600 metri di cavi di rete, equivalenti alla lunghezza di 72 piscine olimpiche, connotando la veste come un interessante contrasto tra gli elementi futuristici della tecnologia e le tecniche artigianali tradizionali come la tessitura e l’uncinetto.
L’abito, che pesa ben 25 kg, è una rappresentazione sorprendente della forma fisica di Internet: una complessa rete di materiale fisico che ha facilitato alcune delle più grandi conquiste umane del nostro tempo.
Un abito fatto di internet
Seguendo le orme della sfilata a tema data center di Chanel del 2016 e del recente progetto IBM che trasforma i suoni della fabbricazione dei chip in musica, l’abito, nome in codice ProjectMax, ha debuttato prima della London Fashion Week 2025, facendo girare la testa con il suo design intricato e futuristico.
Maximilian Raynor, noto per aver disegnato pezzi avant-garde per celebrità come Lady Gaga e Chappell Roan, ha descritto l’abito come la “personificazione di Internet stessa”. Ha spiegato: “Ho immaginato un personaggio che è l’incarnazione dei dati – in parte robot, in parte umano – che emerge da una pila di fili per creare questo look drammatico”.
Qui, l’intervista che ha rilasciato sul progetto:
Il progetto nasce dalla collaborazione con Equinix, leader mondiale nel settore dei data center, al servizio di un’idea precisa: colmare il divario tra fisico e virtuale, creando qualcosa di tangibile che fungesse da punto di riferimento unico per evidenziare come le migliaia di connessioni create dall’infrastruttura digitale abbiano un’origine fisica e non immateriale, come la terminologia di uso comune (wireless, cloud computing) ci sta portando a credere.
Oltre ai cavi internet dismessi, l’abito utilizza dadi, bulloni e rondelle metallici provenienti dai 260 data center di Equinix sparsi in 33 paesi. Il suo peso complessivo è di oltre 25 kg, che lo rendono decisamente più simile ad un’installazione che a un capo d’abbigliamento comunemente inteso. Sono state necessarie oltre 640 ore di lavoro per assemblarlo.
Il designer Maximilian Raynor lo ha commentato l’abito, aggiungendo: “Non è necessario avere accesso ai materiali più pregiati per creare qualcosa di bello. Spesso, i materiali più non convenzionali, abbinati a un approccio di arrangiarsi e riparare nel design, possono ottenere risultati davvero entusiasmanti”.
La pervasività della tecnologia, resa visibile
La tecnologia già sovrasta e controlla completamente la nostra vita quotidiana, quindi perché non dovrebbe giocare un ruolo più importante anche nella moda e nell’industria dell’abbigliamento? Questa è chiaramente una domanda che la casa di moda Raynor e il fornitore di servizi Equinix si sono posti, decidendo infine di collaborare su un capo che è considerato un “abito fatto di dati”.
“Colmando il divario tra il fisico e il virtuale, volevamo creare qualcosa di tangibile che fungesse da punto di discussione unico per mettere in evidenza le migliaia di connessioni che Equinix crea ogni giorno per supportare economie e società,” ha dichiarato Bruce Owen, presidente di Equinix EMEA, a Data Center Dynamics. “Il design rende omaggio alla fisicità dell’infrastruttura vitale che costituisce Internet,” ha aggiunto, “che non è una sorta di magia strana o forza inspiegabile che funziona semplicemente, ma una rete fisica e intricata di cavi che attraversano terra e mare creando connessioni fisiche ospitate nei data center Equinix in tutto il mondo.
fonti: TechRadar I LFW2025
immagine di copertina: RTE
autrice: Barbara Marcotulli
Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dalla sua Azienda speciale Innova Camera, si impegna da ben nove edizioni a rendere l’innovazione accessibile e fruibile con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, startup e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere il proprio business, in Italia e all’estero.
Seguici, iscriviti alla nostra newsletter: ti forniremo solo le informazioni giuste per approfondire i temi di tuo interesse