NEWS da EcoForum 2018
L’economia circolare offre ampi spazi alle imprese per ripensare il proprio modo di innovare e di competere. In questo percorso, un ruolo decisivo è giocato dalle tecnologie ricomprese in quell’ambito definito di “Industria 4.0”: dalla manifattura additiva (3Dprinting) all’Internet delle cose (IoT).
Ma qual è il profilo dell’imprenditore dell’economia circolare? Un innovatore “solitario”, fortemente motivato, che crea sviluppo – anche in sinergia con gli enti di ricerca, lavoro e nuove professionalità, senza però ancora godere di un adeguato sostegno economico, normativo e d’impresa a validarne e facilitarne gli sforzi.

A scattare la fotografia è l’indagine sulle “Opportunità di Business e di innovazione dell’economia circolare e l’industria 4.0“realizzata dal Laboratorio Manifattura Digitale del Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Padova e Legambiente.
L’indagine è stata presentata a Roma, nel corso della prima giornata dell’ ‘EcoForum 2018, ed è stata realizzata sulle prime 50 imprese tra le 231 identificate tra quelle manifatturiere che praticano l’economia circolare.
Le principali difficoltà evidenziate dall’immagine non sono di natura tecnologica quanto, piuttosto, legate ad una legislazione inadeguata o contraddittoria, oppure connesse al prezzo dei prodotti “circolari” realizzati, in cui il mercato spesso non è in grado di riconoscere – e non è quindi disposto a pagare – il reale valore, basato non solo su risorse riutilizzate o riciclate ma anche su un vero e proprio processo di innovazione che ne sta alla base. Il 25% delle imprese investe in una o più tecnologie industria 4.0, prevalentemente per motivazioni di mercato (miglior servizio al cliente).

Nel nostro Paese, afferma il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani, “l’economia circolare è già una realtà in diversi territori grazie al lavoro prezioso di istituzioni, società pubbliche e aziende private virtuose. Ma per far decollare il settore serve rimuovere gli ostacoli non tecnologici ancora presenti nel nostro Paese”(…) “Solo così riusciremo a mantenere una leadership europea sull’economia circolare conquistata grazie ad alcuni attori visionari e coraggiosi che ora devono essere affiancati da tutti gli altri che ancora non hanno imboccato la strada dell’innovazione e del futuro”.“
“Il quadro della situazione delle imprese dell’economia circolare che emerge dalla ricerca è paradigmatico della situazione del nostro Paese” commenta il vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante. “E non poteva essere diversamente essendo quelle prese in esame le realtà imprenditoriali più dinamiche. Il talento, le capacità innovative, l’impegno sulla responsabilità sociale delle nostre imprese migliori ci indicano la strada da battere per uscire da una crisi troppo lunga”.
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