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Majik Water: acqua potabile dall’aria

In Kenya, un modo ingegnoso di catturare l’acqua dall’atmosfera sfrutta al meglio le condizioni ambientali e fornisce una soluzione sostenibile per migliaia di persone

Majik Water è un sistema che trasforma l’aria in acqua potabile attraverso un deumidificatore avanzato, migliorando la vita di, potenzialmente, milioni di persone.

Nel 2024, due miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile, come ricorda l’UNICEF in un suo rapporto. Le conseguenze possono essere letali, specialmente per i bambini che contraggono malattie come colera e dissenteria a causa dell’assunzione di acqua contaminata.

In Europa, quando desideriamo un bicchiere d’acqua, ci basta girare il rubinetto per riempirlo. Abbiamo la fortuna, spesso inconsapevole, di disporre di acqua potabile a qualsiasi ora del giorno e della notte. In Kenya, come in molti altri paesi africani, l’acqua potabile non è sempre disponibile. in Kenya il 50% della popolazione non ha accesso all’acqua.

Per cercare di fornire acqua potabile al maggior numero possibile di persone, la startup keniota Majik Water ha sviluppato una tecnologia innovativa che produce acqua potabile dall’aria: la quantità d’acqua presente nell’aria è circa sei volte maggiore a quella presente nelle acque sotterranee di tutto il mondo. Una risorsa tutta da sfruttare.

“Dove c’è aria, c’è acqua. Majik Water fornisce alle persone che vivono nelle condizioni più difficili del pianeta acqua potabile pulita. Innovazioni come questa sono essenziali a causa della necessità intrinseca e dell’urgenza di acqua in tutto il mondo: non possiamo più fare affidamento sulle soluzioni che abbiamo avuto in passato”.

– Beth Koigi, founder di Majik Water

Una startup tutta al femminile

Questa invenzione è il frutto del lavoro di Beth Koigi, una donna che ha affrontato direttamente il problema della contaminazione dell’acqua durante i suoi studi universitari.

 Beth Koigi, inventrice di Majik Water

L’idea è nata nel 2016, quando il Kenya fu colpito da una grave siccità, e in un’atmosfera di emergenza Beth si mise a lavoro cercando una soluzione creativa per continuare a fornire acqua alle comunità a rischio. Inizialmente, aveva creato un filtro a carbone attivo per purificare l’acqua in forma liquida ma poi, grazie alla collaborazione con scienziate ed economiste canadesi, è nato Majik Water: un dispositivo che raccoglie acqua potabile a prezzi accessibili, acqua che viene pulita direttamente dall’aria, grazie ad un meccanismo che è in grado di assorbire l’umidità dall’atmosfera.

Il prototipo iniziale consisteva in un gel di silice combinato con un sistema di condensazione. Dopo alcuni test, Beth è riuscita invece a ideare un deumidificatore che trasforma l’aria e la sua umidità in acqua potabile. 

Beth Koigi con il dispositivo di sua invenzione I foto: Water is awesome

Come funziona Majik Water

 Il sistema di Majik Water è composto da diverse parti, che corrispondono anche ai diversi step del processo:

  1. un grande ventilatore aspira l’aria e la invia a un filtro elettrostatico
  2. l’aria filtrata passa poi attraverso un serpentino refrigerato, dove avviene la condensazione.
  3. l’acqua condensata viene raccolta in serbatoi di stoccaggio, pronta per il consumo (o per ulteriori trattamenti di purificazione e arricchimento; leggi sotto)

Majik Water può trattare fino a 500 litri d’acqua al giorno, in condizioni climatiche ottimali. L’azienda attualmente produce 200.000 litri d’acqua al giorno utilizzati da migliaia di famiglie in Kenya.

Garantire la sicurezza e la potabilità

L’umidità dell’aria e l’acqua piovana non sono pure né mineralizzate. Durante il loro percorso nell’atmosfera, assorbono vari inquinanti, come i pesticidi, e mancano di minerali essenziali per la salute. L’acqua prodotta da Majik Water viene poi trattata e mineralizzata attraverso diversi processi:

  • Osmosi inversa: l’acqua viene filtrata attraverso una membrana semi-permeabile
  • Filtro a carbone attivo: elimina contaminanti e pesticidi, migliorando il gusto
  • Mineralizzazione: il sistema aggiunge calcio e magnesio, minerali fondamentali per la crescita dei bambini

Garantire accessibilità ad un numero più ampio possibile di persone

L’alimentazione delle macchine di Majik Water richiede molta energia, per questo motivo sono state progettate da subito per essere alimentate tramite dei pannelli solari. 

Beth, inoltre, ha iniziato a produrre filtri per l’acqua a prezzi super accessibili, e cioè a meno di 1 euro, per dare la possibilità a tutte le famiglie a basso reddito, di poterli acquistare.

Il documentario Netflix

Un progetto cosi entusiasmante non poteva che attirare l’attenzione anche della comunità internazionale: Beth e Majik Water sono i protagonisti del documentario Netflix “Brave Blue Word” con Matt Damon. Nel video sotto, ti offriamo un’anticipazione del progetto dalle parole della stessa Beth Koigi:

 

I precedenti 

Majik Water non è il primo progetto che punta a ricavare acqua dall’aria: prima, diversi altri tentativi erano stati attivati e probabilmente Majik Water ha potuto contare molto sulle esperienze pregresse. Di questi progetti, alcuni erano stati presentati anche a Maker Faire Rome:

Warka Water

Warka Water è una torre intrecciata di bambù, nylon e bioplastica che cattura l’umidità nell’aria facendola ricadere in secchi, come acqua. Anche Warka Water sfrutta il principio della condensazione ma prevede che avvenga in modo del tutto naturale, senza l’intervento di elettricità.

Alta 10 metri, pesante 60 kg, ecosostenibile e costruita con materiali ecologici e facilmente reperibili come nylon, giunchi di bambù e bioplastica, Warka Water sfrutta l’escursione termica giorno-notte che in Africa è molto accentuata. La struttura è stata progettata dagli architetti italiani Arturo Vittori e Andreas Vogler in collaborazione con il Centro di Cultura Italiana di Addis Abeba e la EIABC .- Ethiopian Institute of Architecture, Building Construction and City Development, ed installato inizialmente proprio in Etiopia.
La struttura cattura rugiada, nebbia e minuscole particelle di umidità, trasformandole in acqua potabile. 

Aquaer

Aquaer, il sistema sviluppato da un ingegnere spagnolo 82enne (il talento non conosce età, e cosi la voglia di condividerlo per un obiettivo più grande) estrae anch’esso acqua dall’aria. L’elettricità raffredda l’aria che, a sua volta, si condensa e si trasforma in acqua, sfruttando lo stesso procedimento della condensazione propria gli impianti di condizionamento.

Esistevano già soluzioni affini ma Aquaer ha dalla sua la capacità di sopportare anche alte temperature (funziona fino a 40 °C) e di poter operare anche in un ambiente a basso tasso di umidità (che è sufficiente sia compresa tra il 10 e il 15%). E’ qui il suo valore aggiunto: la possibilità di ottenere acqua anche nelle zone desertiche più secche. E per l’energia elettrica, vi chiederete? E’ possibile ricorrere al sole, installando dei pannelli fotovoltaici.

Puoi leggere meglio qui di questi progetti precedenti.

fonti: Maker Faire Rome, EIIS, Il giornale delle belle notizie

immagine di copertina: Africa Sustainability Matters

autrice: Barbara Marcotulli


 

Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

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