Un’app per personalizzare lo smartphone
Com’è nata l’idea di Coverride?
«Fin da bambino nutrivo interesse per l’informatica e le sue applicazioni e durante le scuole superiori collaboravo con aziende e privati in tutta Italia in qualità di consulente e sviluppatore. Ben presto iniziai a coltivare un sogno: lanciare la mia startup innovativa. La nascita di Searcode è quasi casuale, durante gli anni dell’Università conobbi a Roma un imprenditore IT, Rinaldo Piccolomini, con lui iniziamo a collaborare e frequentare diversi eventi, tra questi anche un evento dedicato a WordPress presso la sede del più importante incubatore privato per startup in Italia: Luiss Enlabs. Decidemmo che Coverride sarebbe stato il primo progetto, era un’idea che coltivavo già da un paio d’anni, osservando intorno a me un grande mercato sulla cover per smartphone e diversi amici che ne acquistavano almeno una a settimana. Coverride, la prima cover elettronica per smartphone al mondo».
Sostenibilità ambientale
«In Coverride – ha detto Rizieri Mele – è forte anche l’impatto dal punto di vista della sostenibilità ambientale in quanto il settore delle cover produce migliaia di tonnellate di plastica ogni anno contro i principi di economia circolare, ciò dovuto alla ripetitività degli acquisti, infatti ogni qual volta l’utente vuole cambiare design deve acquistare una nuova cover»
Rizieri, che maker è lei?
«Sono un creativo, il mio obiettivo è quello di realizzare device innovativi che possano stravolgere i rispettivi mercati di riferimento. Sono partito da Coverride, ma i progetti in cantiere sono diversi e per alcuni abbiamo già ricevuto delle disponibilità a collaborazione di alcuni istituti universitari. Nell’ultimo anno ho depositato con la startup 3 brevetti di invenzione industriale, di cui sono inventore, in differenti ambiti: Blockchain & Fintech, Ricarica a risonanza elettromagnetica & home automation, tecnologie di supporto alla disabilità. Da maker voglio dare vita a nuove tecnologie, ma che siano disruptive e che, ognuna a suo modo, abbia un’utilità per l’utente e soprattutto un impatto positivo sull’ambiente».
Perché ha deciso di portare il progetto a Maker Faire Rome?
Ho partecipato a diverse edizioni di Maker Faire Rome come visitatore, lo considero l’evento di innovazione più affascinante del panorama europeo. Ogni partecipazione mi ha lasciato dei ricordi indelebili, ho sempre trovato progetti che mi hanno impressionato e hanno stimolato la mia creatività
«Durante l’ultima visita, nel 2018, promisi a me stesso che in un modo o nell’altro un giorno avrei esposto un progetto al Maker Faire Rome, quest’anno l’ho fatto e sono davvero contento di esserci riuscito. Sono dell’idea che ciò che può dare il maker faire in 3 giorni, a chi sogna di lanciare una startup o un nuovo prodotto, è di un valore inestimabile, apre la mente e ti guida nella direzione giusta grazie ai feedback di potenziali clienti e partner».
Cosa l’ha convinto di Maker Faire Rome in versione ibrida (online e in presenza)?
«La versione ibrida è il giusto compromesso per offrire a tutti la possibilità di partecipare all’evento, ciò che mi ha convinto di più è questo: la flessibilità».
Sono molte le persone che per un motivo o per un altro, che sia per lavoro o per eccessiva distanza, non avrebbero la possibilità di partecipare all’evento in presenza, quindi l’edizione online, seppur con i suoi limiti, risolve questo problema
«Altro elemento che sicuramente mi ha convinto è stata la diretta streaming dell’evento sui social. Credo che Maker Faire Rome si stia muovendo nella direzione giusta, quella di abbattere ogni barriera che possa impedire la fruizione dell’evento, nel 2021 dovrebbe essere una prassi ma purtroppo non sempre è così, ecco che si spiega la scarsa propensione in Italia per l’utilizzo delle tecnologie informatiche ed in generale il basso livello di digitalizzazione».
Il prossimo anno preferirebbe partecipare alla Fiera da remoto o in presenza?
«La fiera da remoto è una grande occasione, l’utente può godersi il meglio dell’evento comodamente da casa oppure nei ritagli di tempo ed il maker molto spesso può evitare di percorrere centinaia se non migliaia di chilometri per raggiungere l’evento in presenza, tuttavia questa modalità limita il contatto umano, l’interazione con il progetto e le possibilità di far networking. Se dovessi scegliere da maker, considerando però anche che il nostro progetto ha una forte componente emozionale e quindi è preferibile che sia testato e toccato con mano dal visitatore, preferirei partecipare all’edizione in presenza».
fonti: makerfairerome.eu
foto di copertina: searcode.com
Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dalla sua Azienda speciale Innova Camera, si impegna da ben nove edizioni a rendere l’innovazione accessibile e fruibile con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, startup e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere il proprio business, in Italia e all’estero.
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