PlantVoice è un dispositivo biocompatibile che dialoga con la pianta
Il 70% delle risorse idriche mondiali è utilizzato per l’agricoltura: PlantVoice ne ottimizza il consumo ‘dialogando’ con la pianta
PlantVoice è il dispositivo completamente integrato nella pianta che ne misura l’elettrochimica della linfa, determina le variazioni di sali minerali e ne comunica in tempo reale lo stato di salute, permettendo di ottimizzare i consumi di acqua.
L’acqua è una risorsa preziosa. Dobbiamo essere capaci e attenti ne risparmiare acqua, soprattutto in ambito agricolo.
Come funziona PlantVoice
PlantVoice è una innovativa tecnologia sensoristica che permette di conoscere in tempo reale lo stato di salute e di stress delle piante attraverso un’accurata analisi della loro linfa. Raccogliendo e analizzando i dati grazie all’intelligenza artificiale nativa si ottiene l’impronta digitale di ogni tipologia di stress, “le voci delle piante” – da cui il nome dell’azienda – da quello dovuto alle infestazioni fino a quello dovuto alla siccità.
La tecnologia funziona come fosse un “holter” delle piante: le monitora costantemente. Raccogliendo e analizzando i dati grazie all’intelligenza artificiale nativa si ottiene l’impronta digitale di ogni tipologia di stress (“le voci delle piante”), da quello dovuto alle infestazioni fino a quello dovuto alla siccità.
Cosa rileva PlantVoice?
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Infezioni fungine
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Infezioni batteriche
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Stress idrico
- Stress salino
In questo modo è possibile sia prevenire la diffusione di cause di stress per le colture, ma anche migliorare la resa e la qualità delle coltivazioni, oltre che ottenere un risparmio economico, in termini di efficienza del consumo di risorse idriche, fertilizzanti e fitofarmaci.
Come nasce PlantVoice
Plantvoice nasce dall’osservazione dei due principali problemi in agricoltura:
- il consumo idrico, che a livello mondiale dipende per gran parte dall’agricoltura. Attualmente, il 70% del consumo idrico mondiale dell’uomo è destinato all’agricoltura ma il 60% dell’acqua utilizzata in questo settore viene sprecata a causa di sistemi di irrigazione inefficienti.
- lo sfruttamento del suolo
L’agricoltura è anche responsabile del 17% delle emissioni globali di anidride carbonica (fonte: FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura). Insomma, siamo di fronte alla necessità di adottare pratiche agricole più sostenibili. E’ esattamente la sfida colta da Plantvoice, startup omonima della soluzione.
PlantVoice è uno strumento che non invade la natura e non la modifica, ma grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale fornisce informazioni utili alle aziende agricole per gestire al meglio tutte le risorse. L’acqua è ormai un bene prezioso, i pesticidi hanno impatti su ambiente e salute umana, i fertilizzanti hanno effetti in termini di impoverimento del suolo: PlantVoice è un dispositivo della dimensione e della forma di uno stuzzicadenti, che proprio grazie all’elaborazione intelligente di dati finora inaccessibili, rende possibile ridurre l’utilizzo di acqua e di sostanze chimiche.
I fondatori di PlantVoice
A fondare la società è stato, nell’ottobre 2023, Matteo Beccatelli, chimico specializzato nella realizzazione di tecnologie brevettate, con esperienza in diversi progetti di ricerca e sviluppo tra l’Italia e gli Stati Uniti nell’ambito della sensoristica (CNR e Bercella). Con lui, Tommaso Beccatelli, tecnico elettronico, imprenditore agricolo, ed esperto di tecnologie di additive manufacturing. Insieme a loro, che rivestono il ruolo di CEO e CTO rispettivamente, gli altri co-fondatori sono Pierluigi Lodi Rizzini, advisor per temi legati a IP e legali, Massimo Ferri, advisor per temi legati a information technology e intelligenza artificiale, il CMO Giovanni Collinetti, l’international business manager Simone Radaelli e Giacomo Giannarelli, grant manager.
L’azienda ha stabilito la sua sede nel NOI Techpark Südtirol/Alto Adige, il parco scientifico e tecnologico della Provincia autonoma di Bolzano che ospita 3 Istituti di ricerca, 4 facoltà della Libera Università di Bolzano, 45 laboratori scientifici, 90 fra aziende e startup e diverse altre istituzioni italiane e straniere, tutte impegnate in attività di ricerca e sviluppo (e che a ottobre 2024 ospiterà la prima edizione di Slush’D, l’evento derivato dalla nota conferenza di Helsinki che si declina in versione locale).
Planetvoice ha anche all’attivo collaborazioni accademiche con Eurac Research, Fondazione Bruno Kessler, l’Università di Milano, l’Università di Parma e l’Università di Verona che hanno seguito le sperimentazioni sul campo e si sono occupate proprio della validazione scientifica del brevetto.
Plantvoice a Maker Faire Rome 2023
Maker Faire Rome 2023 ha ospitato anche il progetto PlantVoice, che tra le numerose collaborazioni aveva attivato anche quella con Joule, la scuola di impresa sostenibile di Eni, che l’ha supportata con percorsi di formazione e programmi di accelerazione e co-innovazione. La scuola di impresa Joule è un vero e proprio ecosistema in cui si dà spazio alle nuove visioni del futuro, attraverso lo sviluppo di competenze e strumenti chiave per l’accelerazione di startup, l’accesso a challenge e opportunità concrete e un network di formatori e docenti d’eccellenza..
Partner ormai da dieci anni di Maker Faire Rome, Eni e Joule hanno presentato nell’ultima edizione – quella 2023, appunto – anche 14 delle startup accelerate dal programma. PlantVoice era tra queste, con la sua soluzione ingegnosa e rispettosa dei bisogni delle persone e dell’ambiente, all’insegna di un miglioramento importante della qualità della vita. Puoi leggere l’articolo PlantVoice a Maker Faire Rome e sulle altre startup presentate da Joule nell’edizione 2023 a questo link.
fonte: Joule I AgrifoodTech I PlantVoice
immagine di copertina: PlantVoice
autrice: Barbara Marcotulli
Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.
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