La sicurezza del lavoro al centro del progetto Sense-Risc, che sviluppa abbigliamento anti-infortunistica d’avanguardia
Abbigliamento “intelligente”: una soluzione per aumentare la sicurezza dei lavoratori in ogni condizione
Sense-Risc e’ un progetto che vede al lavoro ricercatori provenienti da diversi laboratori e università allo scopo di prototipare e validare capi di abbigliamento da lavoro “intelligenti” e comodissimi, capaci di assicurare i più alti standard di sicurezza contro gli infortuni sul lavoro
L’abito da lavoro diventa cosi esso stesso un dispositivo di protezione individuale. Sensori integrati nel tessuto, rimovibili o addirittura lavabili, sono la chiave del progetto.
Il progetto Sense Risc
Il progetto SENSE RISC, ospite all’edizione online di Maker Faire Rome 2020, sostenuto da INAIL, ha ad oggetto la progettazione di abbigliamento “intelligente”, provvisto di sensori, per la prevenzione e la mitigazione dei rischi alla sicurezza dei lavoratori.
Obiettivo principale e’ la prototipazione di abiti sensorizzati smart che servano al monitoraggio della salute e alla prevenzione degli infortuni. I sensori installati nei tessuti hanno alla base del loro funzionamento diversi tipi di nanotecnologie e nanomateriali per il monitoraggio di parametri fisici, e la rilevazione di agenti chimici e biologici con i quali si entra in contatto durante l’attività lavorativa.
Questo particolare sistema di sensori è connesso nei suoi vari endpoint tramite una piattaforma modulare wearable che serve a comunicare wireless con dispositivi mobili e che permette di segnalare potenziali rischi di infortunio per i lavoratori.
Il progetto nasce per essere applicato in ambito lavorativo ma può essere utile anche per rilevare i parametri cardiorespiratori dell’utente durante altri tipi di attività; quella sportiva, ad esempio, per comprendere come un atleta stia respirando, o quella sanitaria, nella quale i parametri associati all’attività cardiorespiratoria possono essere importanti per effettuare diagnosi precoci.
Come funziona Sense Risc
I sensori modulari implementati sono di tipo fisico e chimico e consentono al lavoratore di prevenire e mitigare tutti quelli che sono i rischi tipici di alcuni ambiti lavorativi nel settore industriale e in altre attività di produzione e processo. Tali abilità sono ottenute anche grazie alle proprietà di metamorfosi – attivabili dalla presenza di specifici agenti di rischio – di alcuni dei tessuti utilizzati.
Diverse tecnologie sensoristiche sono impiegate e testate, per comprendere quale sia il miglior compromesso tra funzionalità, vestibilità, lavabilità, integrabilità, trasferibilità della tecnologia e il costo previsto per questo particolare tipo di indumenti cosi “accessoriati”.
Al momento, si sta anche testando sia la citotossicità che la biocompatibilità dei tessuti che meglio si prestano a questo tipo di indumenti.
Gli indumenti cosi realizzati saranno poi collegati a una piattaforma, o ad una app, per la comunicazione e la trasmissione dei dati inviati dai sensori e per la loro analisi, che serviranno a valutare il rischio di infortunio del lavoratore e a calibrarne, in conseguenza, le attività.
Il team di progetto
Sense-Risc è un progetto portato condotto congiuntamente da diversi dipartimenti dell’Università “La Sapienza” di Roma, tra i quali il Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, il Dipartimento di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”, il Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale e di altre università e centri di ricerca, quali il Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pontedera, la Facoltà di Ingegneria dell’ Università Campus Bio-Medico di Roma e il Polo Tecnologico della Fondazione Don Gnocchi “IRCCS” (FDG) di Milano.
Un progetto collettivo, dunque, che vede competenze specifiche di ogni materia coinvolte per migliorare sempre di più le condizioni di sicurezza degli ambienti di lavoro e minimizzare i rischi di incidenti che sempre più spesso causano infortuni e, nei casi più gravi, la morte dei lavoratori stessi.
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