Il ventilatore e’ composto da parti dismesse di automobili
Il team, di sole ragazze esperte di robotica, è parte del programma “Afghan Dreamers”
Un team di robotica composto da ragazze afghane si è unito alla lotta contro il coronavirus progettando un ventilatore polmonare low cost ricavato da parti di automobili!
Le studentesse di Herat hanno creato il prototipo dopo che il governatore della loro provincia aveva lanciato un appello pubblico.
La regione si aspetta un’esplosione nei casi di coronavirus a causa di un’enorme ondata di lavoratori migranti afghani di rientro nel paese dal vicino Iran, uno dei primi paesi ad essere colpito dalla malattia.
La nazione, fortemente impoverita da decenni di guerre, è mal preparata ad affrontare qualsiasi focolaio significativo; il 2 aprile scorso, i due ospedali del paese designati per i casi di coronavirus disponevano di soli 12 ventilatori in tutto.
In risposta a questa disperata esigenza, il team di robotica, parte del progetto “Dreamer” ha sviluppato un prototipo di ventilatore che costa meno di 300 dollari ed e’ composto da parti che possono essere facilmente reperite nel paese. “L’unica cosa che tutti vogliamo fare è aiutare la nostra gente e la nostra comunità“, afferma l’imprenditrice tecnologica Roya Mahboob, che ha fondato il programma Afghan Dreamers. “Lavoro con le ragazze, ma soprattutto per coordinarmi. Sono delle vere eroine“.
Il progetto ‘Afghan Dreamers’
Team fondato per incoraggiare il sostegno all’istruzione delle ragazze in un paese in cui l’85% dei 3,5 milioni di bambini che non vanno a scuola sono ragazze, le Afghan Dreamers hanno fatto notizia in tutto il mondo nel 2017 dopo che fu loro negato il visto americano per partecipare alla prima competizione mondiale di robotica a Washington.
Dopo una protesta internazionale, i loro visti furono approvati e le ragazze vinsero una medaglia d’argento per i “risultati molto coraggiosi” ottenuti nella competizione. Mentre quel gruppo di ragazze si è ora laureato, ci sono attualmente altre 50 Dreamers nel programma, che è altamente selettivo, tutte tra i 14 e i 17 anni.
Il programma incoraggia i team locali a utilizzare il loro know-how e la loro creatività per sviluppare progetti che possano aiutare le loro comunità, quindi il team di Herat si è immediatamente concentrato su come poter aiutare l’Afghanistan a prepararsi per la pandemia.
Il respiratore polmonare a basso costo ricavato da parti dismesse di automobili
Il team, composto dal capitano Somaya Faruqi e da Dyana Wahbzadeh, Folernace Poya, Ellaham Mansori e Nahid Rahimi, ha deciso di creare un prototipo che esercita pressione meccanica su un dispositivo Ambu, una sorta di sacchetto in materiale plastico dotato di maschera, che normalmente viene azionata manualmente per aiutare i pazienti a respirare. Il loro dispositivo e’ un grado di esercitare pressione ritmica sul sacchetto, regolarne la pressione e la velocità e di funzionare per lunghi periodi di tempo.
Con il paese spesso afflitto da problemi di energia elettrica, l’idea e’ di rendere il dispositivo in grado di funzionare con batteria di backup o energia solare, se necessario.
Inizialmente, hanno cercato di costruire un ventilatore digitale ma era difficile procurarsi le parti necessarie dall’estero e i costi erano proibitivi. Così il gruppo ha deciso di modificare un progetto del Massachusetts Institute of Technology utilizzando parti locali di automobili Toyota Corolla che sono prontamente disponibili localmente. Hanno sviluppato un prototipo e inviato il progetto agli esperti del MIT per il loro feedback.
“Abbiamo discusso del nostro progetto con un professore del MIT. Lui (il professore) è stato così sorpreso e ci ha scritto di nuovo dicendo che era un design intelligente, ma avrebbe avuto bisogno di vederlo all’opera“, spiega Mahboob.”Ciò che speriamo è che con l’aiuto del MIT saremo in grado di migliorare il nostro modello e renderlo pronto per l’uso effettivo“.
La sfida aggiuntiva che le ragazze hanno dovuto affrontare nello sviluppo del loro prototipo e’ stata quella di trovare un modo per incontrarsi di persona, nel rispetto delle regole di distanziamento. “È molto difficile per le ragazze riunirsi in un unico posto“, afferma Mahboob. “Inoltre, i negozi sono chiusi, quindi dobbiamo radunare un numero di persone tale da giustificare l’apertura dei rivenditori delle varie componenti“.
Tuttavia, le ragazze hanno perseverato e sperano che, dopo aver perfezionato il loro prototipo, possa essere utilizzato soprattutto in cliniche con attrezzature limitate situate nelle zone più remote del paese.
“L’idea di queste macchine è che siano utilizzate in casi di emergenza, quando non siano disponibili ventilatori professionali“, spiega Mahboob.
Il ventilatore polmonare low cost: le prospettive future
Una volta finalizzato, il prototipo dovrà essere approvato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e dal Ministero della sanità pubblica afgana prima che il team possa iniziare a produrlo in serie, afferma il dott. Mehdi Hadid, membro di un consiglio medico che combatte la diffusione di coronavirus in Herat.
Le ragazze sono ottimiste sul fatto che saranno in grado di perfezionare il design del ventilatore in modo che possa essere pronto ad aiutare a salvare vite umane mentre si diffonde l’epidemia. Da parte sua, Mahboob spera anche che il successo delle ragazze mostrerà alle persone in Afghanistan il valore di educare le ragazze: “Per competere e prosperare nel 21 ° secolo, tutti i paesi devono essere in grado di accedere alla più alta tecnologia che sta trasformando il nostro mondo“.
Se queste ragazze hanno accesso all’opportunità e agli strumenti, le loro vite possono essere cambiate, e non solo: possono anche cambiare la loro comunità. Il programma incoraggia le squadre locali di Dreamer a usare il loro know-how e la loro creatività per sviluppare progetti che possono aiutare le loro comunità.
fonte: Digita Citizen Fund I Startup Italia I Unicef
immagine di copertina: Digital Citizen Fund
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