salute, sicurezza, pagamenti, acquisti: Cosa può fare un’auto connessa
Il 45% delle auto che circolano in Italia sono “connesse”: una miniera di dati utili oltre la mobilità
l mercato globale delle auto connesse arriverà a 198 miliardi di euro nel 2025 e il mercato del software applicato ai veicoli crescerà del 250% entro il 2030. Il veicolo connesso diventa, quindi, uno degli attori fondamentali del paradigma Internet Of Everything – che entro il 2030 produrrà 175 Zettabyte di dati all’anno (1 Zettabyte = 1 miliardo di Terabyte)
Cosa faremo di questi dati? Come trarremo vantaggio da questa enorme ricchezza che avremo a disposizione? In un recente articolo per Repubblica, l’esperto di innovazione Massimo Canducci segnalava molte possibili applicazioni: dalla sanità (rilevando, per esempio, i parametri sanitari dei passeggeri) alla sicurezza (non solo individuale ma anche collettiva), dalla semplificazione delle operazioni di parcheggio alla possibilità, interagendo con sistemi intelligenti come Alexa o Siri, di effettuare acquisti e/o pagamenti di prodotti, contenuti, servizi. Il tutto, senza far altro che sedersi nell’abitacolo, esattamente come avremmo fatto comunque.
Il 45% delle auto in circolazione è connesso
Quando sentiamo parlare di ‘auto connessa’ la mente va immediatamente alle automobili a guida completamente autonoma, quelle che in futuro ci trasporteranno a destinazione senza la necessità di essere guidate e, probabilmente, addirittura senza un vero e proprio posto di guida. Auto che ci raggiungeranno dove ne avremo bisogno, che ci porteranno autonomamente a destinazione e che poi andranno a parcheggiarsi da qualche parte, approfittando anche per ricaricare le batterie ed essere pronte per il prossimo viaggio.
La verità è che già oggi circa il 45% delle auto (dati: Osservatori.net) che circolano in Italia sono “connesse”, nel senso che sono dotate di una connessione dati in grado di ricevere e trasmettere informazioni di varia natura e di utilizzarle per vari scopi. Sono ormai pochissimi i veicoli non dotati di sensori in grado di raccogliere dati, di capacità di elaborazione per trasformarli in qualcosa di utile a bordo veicolo e di una connessione in grado di trasmetterli altrove.
Questo comparto è in crescita costante, si pensi per esempio che il mercato globale delle auto connesse arriverà a 198 miliardi di euro nel 2025 (dati: GSMA.com) e che il mercato del software applicato ai veicoli crescerà del 250% entro il 2030 (dati: McKinsey).
Dall’IoT all’IoE
In un mondo che si muove velocemente dal paradigma Internet of Things (l’internet delle cose) a quello Internet of Everything (tutto sarà connesso alla rete Internet) i veicoli connessi rappresentano, e rappresenteranno sempre più in futuro, una parte di questo universo di oggetti connessi.
I dati prodotti, consumati e gestiti dai veicoli connessi non serviranno unicamente alle finalità strettamente legate all’auto, ma potranno essere utilizzati anche per innumerevoli altri scopi, grazie all’integrazione con ecosistemi digitali complessi che consentiranno di generare valore dai dati che raccolti e gestiti anche in ambiti completamente differenti.
Dati sanitari di conducente e passeggeri
Attraverso i sensori a bordo del veicolo e ai sensori personali indossabili che con esso potranno essere connessi, sarà sempre più facile raccogliere una grande quantità di dati sanitari e parametri vitali delle persone presenti all’interno dell’automobile.
Con questi dati si potrà verificare l’idoneità alla guida e i livelli di stanchezza e di attenzione, in modo da impedire che il veicolo possa essere messo in movimento se non ci saranno le condizioni di sicurezza, si potranno allertare i soccorsi in caso di necessità, si potranno segnalare situazioni di pericolo (es. persona sulla carreggiata) per massimizzare la sicurezza di chi guida e di chi ha bisogno di assistenza.
Monitoraggio delle città e pubblica sicurezza
I sensori a bordo vettura, compresi i microfoni e le telecamere, potrebbero essere utilizzati come estensioni degli apparati di sicurezza delle nostre città, aumentando la capacità di sorveglianza e la qualità della prevenzione di alcuni crimini, sia inviando alert e richieste di aiuto, sia allertando i soccorsi.
Semplificare il parcheggio
I dati provenienti dai veicoli, e la sensorizzazione di grandi aree delle nostre città, permetteranno di avere una copertura in real time degli spazi urbani, consentendo al nostro navigatore di portarci direttamente verso le aree di parcheggio disponibili. In questo modo, sarà anche semplificato il processo di pagamento della sosta, che non dovrà più essere legato alle ‘strisce blu’ gestite da ciascun comune in autonomia – e con regole e modalità diverse (e spesso frustranti) anche per l’utente.
Pagamenti e acquisti ‘on the move’
Associando sistemi di pagamento al veicolo, esattamente come ora facciamo con lo smartphone, potremmo pagare agevolmente pedaggi, parcheggi, carburante, ricariche elettriche, e anche molti servizi di bordo e di uso comune. Integrazione con i servizi di terze parti permetteranno anche di ordinare la spesa e acquistare prodotti e organizzarne la consegna, oppure ritirarli grazie a sistemi di ‘drive through’.
Privacy e sicurezza: i temi caldi
Due temi sono assolutamente ‘caldi’ e devono essere affrontati fin da ora: quello della cybersecurity – grandi volumi di dati in ingresso e in uscita dal veicolo costituiranno sicuramente un pacchetto goloso per i malintenzionati – e quello, legato a doppio filo al precedente, della riservatezza dei dati (soprattutto con riferimento a quelli sanitari)
Bilancio decisamente positivo
Le previsioni sull’auto connessa sono comunque, al netto della necessità di attenzionare con grande cura i temi di sicurezza e privacy, estremamente positive: entro il 2025, secondo un report di GSMA.com, le auto connesse contribuiranno ogni anno a salvare 11.000 vite, a scongiurare 260.000 incidenti, a evitare di rilasciare in atmosfera 400.000 tonnellate di anidride carbonica e a risparmiarci 280 milioni di ore di guida.
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fonti: Massimo Canducci I Repubblica I GSMA.com I McKinsey
immagine di copertina: Samuele Errico Piccarini via Unsplash
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