Videochiamate:Le dritte dello stilista in una master class illustrata per il New York Times
Lo smart working richiede molte videochiamate, lo sappiamo, può essere molto working ma molto poco smart ma questo non deve diventare un alibi per trascorrere in pigiama tutta la giornata.
Numerosissimi studi dimostrano che l'”abito fa il monaco”: curare il nostro aspetto e il nostro abbigliamento ci aiuta a calarci meglio nel ruolo e scandire meglio i tempi di lavoro rispetto a quelli dedicati alla vita privata; una sfida, peraltro, non sempre semplicissima quando si e’ costretti in casa per l’intera giornata e si e’ obbligati a riorganizzare spazi e attività non esattamente pensati per questa routine.
Ci viene in soccorso il New York Times che ha chiesto allo stilista Tom Ford alcuni consigli per apparire al meglio durante le videochiamate che stanno distinguendo le nostre giornate.
Illustrata da Tracy Ma, e raccolta da Maureen Dowd, gia vincitrice del Premio Pulitzer nel 1999, la master class dello stilista è fatta di pochi, semplici passaggi e qualche dritta.
Ecco di seguito come apparire al megliodurante le videochiamate:
Posizionate il computer su una pila di libri, in modo che la fotocamera sia leggermente più alta della testa.
E poi puntate la videocamera in basso in direzione degli occhi.
Prendete una lampada alta e collocatela accanto al computer sul lato del viso che ritenete essere il vostro profilo migliore.
La lampada dovrebbe essere in linea con il computer e leggermente dietro, in modo che la luce cada piacevolmente sul vostro viso.
Mettete un pezzo di carta bianca o una tovaglia, sempre bianca, sul tavolo a cui siete seduti, assicurandovi che non sia visibile nel monitor.
Serve a far rimbalzare bene la luce e a rendere le inquadrature delle videochiamate più lusinghiere
Tanta cipria e sarete pronti!
Anne Wintour e Tom Ford hanno preso sul serio le videocall
L’impegno dello stilista e’ andato comunque oltre questi piccoli consigli: insieme ad Anna Wintour, storica direttrice di Vogue US, ha lanciato un progetto pensato per sostenere l’industria della moda americana – con un occhio di riguardo alle piccole realtà e ai giovani stilisti – messa in ginocchio dalla crisi economica legata al Covid-19.
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