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Tradizione e innovazione nel piano di sostenibilità triennale con 6 obiettivi

La griffe porta i temi della responsabilità sociale e ambientale al centro delle strategie di sviluppo.

 

 

A seguito della pubblicazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile da parte delle Nazioni Unite, il Gruppo Salvatore Ferragamo ha attuato un processo di analisi dei Sustainable Development Goals basato sulla coerenza rispetto ai propri valori di sostenibilità e sulla rilevanza rispetto alle proprie attività nel breve, medio e lungo termine.

Tale processo si è concluso con l’individuazione e l’adozione di 6 obiettivi di sviluppo sostenibile. Tali obiettivi saranno da declinare in azioni concrete da sviluppare internamente e verso le quali concentrare le risorse.

Gli impegni del Gruppo:

  • buona salute,
  • educazione di qualità,
  • energia rinnovabile,
  • buona occupazione e crescita economica,
  • città e comunità sostenibili,
  • consumo responsabile.

A dicembre 2018, al fine di implementare i principi universali di sostenibilità e di supportare gli obiettivi delle Nazioni Unite, la Salvatore Ferragamo ha aderito allo United Nations Global Compact, l’iniziativa strategica di cittadinanza di impresa più ampia la mondo.

La maison fiorentina ha individuato 6 marco-aree di intervento, cui sono legati specifici obiettivi da implementare nel triennio: si tratta di Persone; Made in Italy; Prodotto e rapporti con i fornitori; Territorio; Cultura e Ambiente.

 

Ferragamo Sustainable Thinking

 

Già da alcuni anni il player del lusso ha intrapreso un percorso di responsabilità sociale d’impresa, come dimostra la realizzazione del Bilancio di Sostenibilità, avviato nel 2017 ed esteso a partire dal secondo anno a tutto il gruppo, e redatto sulla base dei Sustainable Development Goals (SDGs), promossi dalle Nazioni Unite con l’intento di minimizzare gli impatti sul pianeta.

In tema di salute e sicurezza dei dipendenti, Ferragamo ha ottenuto la certificazione OHSAS 18001 (Occupational Health and Safety Assessment Series) per tutte le sedi industraili e per gli store sul territorio italiano. “I nostri collaboratori costituiscono l’essenza stessa del brand e per questo siamo impegnati a esaltarne professionalità e individualità. Offriamo loro opportunità di crescita, benessere e rispetto”, ha affermato Ferruccio Ferragamo.

I progetti si rivolgono anche alla valorizzazione del patrimonio culturale del Paese, attraverso il finanziamento di restauri di importanti opere d’arte. Un esempio è la Fontana del Nettuno in Piazza della Signoria a Firenze. I progetti inoltre promuovono la sperimentazione su materiali sostenibili.

Sul fronte della tutela ambientale, lo storico marchio di calzature ha sostenuto ingenti investimenti per ridurre i consumi e minimizzare gli impatti ambientali connessi allo svolgimento delle attività aziendali.

Un esempio è dato dal nuovo Polo Logistico, attualmente in fase in costruzione, presso la sede di Osmannoro, in provincia di Firenze. La struttura è stata progettata secondo standard di efficienza che permetteranno l’ottenimento della certificazione LEED Platinum. Anche la rete di vendita di Ferragamo può vantare simili riconoscimenti: i negozi di Canton Road, ad Hong Kong, e di Troy, nel Michigan, hanno ottenuto, rispettivamente, le certificazioni LEED Gold e LEED Silver.

L’economia circolare rappresenta un altro tassello cardine di questa inziativa: aderendo all’Alleanza per l’Economia Circolare, il gruppo si impegna ad allungare il ciclo di vita dei prodotti, investendo in qualità e riducendo così gli scarti.

Infine, il Made in Italy, che si traduce nella protezione del know-how e dell’heritage nostrani attraverso la celebrazione di una supply chain di esperti artigiani del nostro Paese.

L’impatto ambientale è un tema per noi prioritario” spiega Micaela Le Divelec Lemmi, amministratore delegato di Salvatore Ferragamo. “Stiamo sperimentando nuovi tipi di concia vegetale, pellami e coloranti naturali“.

E a proposito della ripartenza, resa possibile anche da nuove strategie online, spiega: “L’autogratificazione e il sogno sono il motore della moda“.

Ferragamo Sustainable Thinking

Non è un caso che una recente mostra del museo Salvatore Ferragamo sia proprio dedicata al “Sustainable Thinking”.

“In primavera avremmo dovuto inaugurare una nuova mostra sulla seta, ma a causa della pandemia abbiamo rimandato al 2021 decidendo di prorogare l’esposizione sulla sostenibilità, un tema per noi prioritario. In questo senso, infatti, stiamo sperimentando nuovi tipi di concia vegetale e coloranti naturali per i nostri pellami, anch’essi sostenibili, perlomeno fino a quando ci nutriremo anche di carne”.

La “sostenibilità” definisce la capacità dell’uomo di “soddisfare i bisogni del presente senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”.

È una sfida che non riguarda solo le modalità di produzione, ma implica anche una maggiore attenzione all’ambiente.

L’equilibrio deve essere ristabilito, a partire da un modo di pensare consapevole e condiviso, in grado di elaborare nuove strategie di sviluppo e di convivenza.

Ferragamo Sustainable Thinking

 

II progetto Sustainable Thinking ha l’obiettivo di far riflettere su questi temi, attraverso le visioni della moda e dell’arte.

Verso la sostenibilità guardano molti artisti, alcuni concentrati sul recupero di un rapporto con la natura, sull’impiego di materie organiche, sulla necessità del riuso creativo dei materiali o sulla relazione fra natura e tecnica.

Altri, invece, sull’importanza di un impegno collettivo volto alla rifondazione della società.

L’industria della moda, da parte sua, non solo attraverso una nuova generazione di designer, ma anche tramite percorsi innovativi di brand consolidati sul mercato sta affrontando la via della sostenibilità, con l’adozione di nuovi materiali ecologici e performanti e il perfezionamento dei processi produttivi.

In mostra, artisti, fashion designer, aziende produttrici di tessuti e di filati propongono una pluralità di spunti per una progettualità in grado di impiegare le nuove tecnologie senza subirle, declinare il locale con il globale, salvaguardare il nostro ecosistema.

Fiorentina, con un lungo passato nel gruppo Kering dove è arrivata a essere Executive Vice President di Gucci (2013) e poi CEO di Richard Ginori (2014), Micaela Le Divelec Lemmi prosegue: 

Quando è scoppiata la pandemia stavamo già lavorando al nuovo sito.

Il coronavirus non ci ha fermato e siamo riusciti a lanciare nuovo sito e boutique digitale lo scorso 27 aprile, nella data che ci eravamo prefissati.

In un momento di isolamento fisico e sociale come quello che mi auguro ci stia già alle spalle, l’avvicinamento tra reale e digitale ha avuto un ruolo fondamentale per ridurre distanze che altrimenti risulterebbero incolmabili”.

È stato così che, attraverso una navigazione intuitiva, Ferragamo ha realizzato un’esperienza immersiva in cui la boutique digitale è intrecciata con il racconto dei valori del marchio.

Lunga vita al Made in Italy, lunga vita all’imprenditoria italiana capace di guidare, sempre.


fonti: Ferragamo CSR I Fashion Network I D di Repubblica

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