Dal MIT arriva il foglio che può rendere fotovoltaica qualsiasi superficie
Ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno sviluppato un pannello solare spesso quanto un foglio di carta: basta “srotolarlo” su qualsiasi superficie per renderla fotovoltaica
Un gruppo di ricercatori del MIT è riuscito a creare dei pannelli fotovoltaici sottilissimi che riescono a produrre facilmente energia dal sole.
Dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) arriva un pannello solare speciale. È spesso meno di un capello e può essere srotolato su qualsiasi superficie, trasformando così un tetto “normale” in uno fotovoltaico.
Il fotovoltaico per combattere il cambiamento climatico
Utilizzare l’energia del sole per produrre elettricità da utilizzare nelle nostre case e negli uffici è quanto di meglio si possa fare per evitare le emissioni climalteranti. Ma i pannelli fotovoltaici sono spesso grossi e ingombranti e dunque poco versatili. Negli anni, istituti di ricerca e aziende di tutto il mondo hanno tentato di sviluppare soluzioni più smart, capaci di utilizzare l’energia solare in modo efficiente e, soprattutto, pervasivo: la chiave di svolta sarebbe se quante più situazioni possibile potessero avvalersi di energia generata con questa tecnologia.
Tra chi più si sta impegnando per trovare alternative leggere ai grossi pannelli solari attualmente in commercio c’è anche il MIT, il Massachusetts Institute of Technology di Boston. negli Stati Uniti. L’ultima creazione dei suoi laboratori sono celle fotovoltaiche sottili come la carta.
Un ‘foglio’ dalle caratteristiche sorprendenti
Un chilogrammo del materiale di cui è composto questo ‘foglio’ sviluppa 18 volte più potenza rispetto a quella dei pannelli solari tradizionali e ha un peso specifico cento volte inferiore. Se gli scienziati dovessero riuscire a rendere scalabile questa tecnologia, le implicazioni in termini di sostenibilità e risparmio energetico sarebbero potenzialmente rilevanti.
Il materiale, oltre a poter coprire i tetti di magazzini, capannoni industriali, fabbriche, potrebbe essere utilizzato sulle vele delle barche, sulle ali dei droni, sulle tende, ma potrebbe rifornire di elettricità anche le aree più remote e inaccessibili, proprio grazie alla facilità di installazione che le sue caratteristiche permetterebbero.
Specifiche tecniche
Il foglio è sottolissimo, 15 micron, ed è composto di altrettanto sottilissimi strati di un materiale semiconduttore che viene applicato su un substrato in plastica (non prima di averlo applicato su un altro materiale che ne assicura la robustezza).
Nello specifico, si tratta di un foglio di plastica ricoperto con uno strato di parylene (un polimero già utilizzato nell’industria aerospaziale, aeronautica e automobilistica, ottimo isolante elettrico che protegge dall’umidità e dalla corrosione chimica) spesso appena qualche micrometro. Sopra il parylene sono poi “stampati” diversi strati di celle solari composte di nanofili d’argento e di un altro polimero conduttore. Infine, uno strato di colla sui bordi tiene tutto insieme.
L’ultima sfida prima della commercializzazione
Qualche problema c’è ancora, perché l’efficienza del nuovo materiale è bassa: l’1% dell’energia che arriva dal sole diventa elettricità. L’obiettivo per la commercializzazione è arrivare al 4-5%. Come? Trovando il composto chimico più efficace, in prima battuta, e risolvendo il problema della protezione di questi sottilissimi pannelli solari relativo alla loro protezione dagli agenti atmosferici.
Racchiudere queste celle solari in vetro pesante, infatti, come è standard con le tradizionali celle solari al silicio, ridurrebbe al minimo il valore dell’attuale progresso. Per questo motivo il team sta attualmente sviluppando soluzioni di ‘incapsulamento’ altrettanto ultrasottili che ne aumenterebbero solo in minima parte il peso e non ne comprometterebbero gli enormi vantaggi dati proprio dalla sua ‘leggerezza’.
Scopri di più
Nel video che segue, il progetto del ‘foglio’ fotovoltaico è spiegato in maggior dettaglio:
Un italiano tra gli autori di questa ricerca
Nell’équipe del prof. Bulovic, team leader, che ha ideato questa soluzione, c’è anche un ricercatore italiano, Andrea Maurano, specializzato in energie rinnovabili.
Laureato nel 2005 in fisica delle alte energie, dopo una breve permanenza in Francia e al Cern di Ginevra, ha conseguito il dottorato in Gran Bretagna, all’Imperial College London, in celle solari plastiche. Poi ha lavorato per un anno in un’industria, nei centri di ricerca Merck nel Regno Unito, e successivamente si è trasferito al MIT.