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La “spaghettificazione” di una stella mentre viene inghiottita da un buco nero

Spaghettificazione di una stella

Il video di una stella che muore per “spaghettificazione” 

Un fenomeno raro e spettacolare (e anche la nostra parola preferita) 

 

Gli astronomi hanno recentemente assistito a un evento estremamente raro: la fine della vita di una stella, inghiottita da un buco nero. Un collasso che e’ stato ancora più unico perché ha subito la morte per “spaghettificazione”. Un termine che non ci siamo inventati, come spieghiamo poco oltre.

Secondo un nuovo studio pubblicato su Monthly Notice of the Royal Astronomical Society, gli astronomi della Zwicky Transient Facility hanno individuato un’esplosione di luce, nota come “evento di interruzione delle maree”, che indicava la morte della stella, nel settembre 2019.

La scorsa settimana il fenomeno e’ stato nel suo momento di minima distanza dalla Terra, a poco più di 215 milioni di anni luce (ricordiamo che distanze cosi grandi presuppongono tempi altrettanto grandi tra l’avvenimento del fenomeno e il momento nel quale dalla Terra riusciamo a vederlo)

“L’idea di un buco nero che ‘risucchia’ una stella vicina sembra fantascienza. Ma questo è esattamente ciò che accade”.

 

Spaghettificazione di una stella
La stella (in primo piano) che subisce la spaghettificazione mentre viene risucchiata da un buco nero (sullo sfondo) 

La “spaghettificazione”

Magari pensi che “spaghettificazione” non sia un termine scientifico e nemmeno una parola vera, e invece è deliziosamente entrambe le cose. “Spaghettificazione” è il termine scientifico usato dagli astronomi per definire questo tipo di fenomeno e riguarda la situazione nella quale la stella morente, risucchiata verso il centro del buco nero, viene frantumata in sinuose stringhe di polvere – che somigliano, appunto, a degli spaghetti.

Per monitorare la stella morente, che hanno soprannominato AT2019qiz, i ricercatori hanno utilizzato il Very Large Telescope e il New Technology Telescope dell’European Southern Observatory in Cile, oltre alla rete globale di telescopi dell’Osservatorio Las Cumbres e lo Swift Satellite di Neil Gehrel. Hanno seguito AT2019qiz per sei mesi, effettuando osservazioni in ottica, ultravioletti, raggi X e radio, mentre esplodeva di luce e poi sbiadiva. Gli scienziati hanno pubblicato i loro risultati sul Monthly Notice della Royal Astronomical Society.

L’osservazione

A “soli” 215 milioni di anni luce dalla Terra, come dicevamo, AT2019qiz è il fenomeno di questo tipo più vicino mai osservato. Gli scienziati ritengono che la stella protagonista avesse a un certo punto più o meno la stessa massa del nostro Sole. Ha perso circa metà della sua massa una volta che il buco nero, che è circa un milione di volte più massiccio della stella, ha iniziato a ingoiarla.

Quando il materiale stellare viene espulso dalla stella, inizia ad avvoltolarsi attorno al buco nero, circondandolo in una cortina di polvere. In alcuni casi, i detriti vorticosi possono raggiungere velocità fino a 10.000 chilometri al secondo. Quando il materiale viene finalmente divorato dal buco nero, genera un bagliore pazzesco, osservabile dai telescopi più potenti.

 

Gli eventi come quello di AT2019qiz sono estremamente rari. Gli scienziati ne hanno osservati solo 100 dal 1999, secondo l’Open TDE Catalog presso l’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.


 

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