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Un nuovo soggetto si affaccia sul mercato della protezione dei dispositivi IoT

Il mercato IoT in crescita ha bisogno di soluzioni che ne garantiscano la sicurezza: è l’obiettivo di Security Embedded, spin off di UniTrento

 
Nasce una nuova startup tecnologica nell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione trentina. Si chiama Security Embedded e la sua missione è mettere in condizione l’industria intelligente – quella dove vengono impiegati robot, automazione e tecnologie digitali – di proteggersi da attacchi informatici e conservare con sicurezza dati e memoria.

Le tecnologie IoT

L’IoT (Internet of Things o Intenet delle cose) associa agli oggetti l’utilizzo di internet, per permettere loro di massimizzare le capacità di raccolta e utilizzo dei dati, a vantaggio di una maggiore digitalizzazione e automazione dei processi aziendali.

immagine: Pixabay

Le tecnologie IoT stanno avendo un profondo impatto in ogni settore industriale. Secondo i dati dell’indagine di Autotask Metrics That Matter, il 63% delle organizzazioni IT ha registrato un aumento del 50% del numero di dispositivi che si connettono alla rete.

La tecnologia IoT garantisce aumento di efficienza, riduzione dei costi e miglioramento del servizio clienti, ma allo stesso tempo ampliano la superficie di rete, aumentando le probabilità di un potenziale attacco.

Proteggere i dispositivi IoT è una sfida

Sebbene la minaccia di attacco sia molto reale, ci sono molti fattori che rendono la protezione di specifici dispositivi IoT una vera e propria sfida.

Immagine: Pixabay

Il primo problema riguarda numero e varietà di dispositivi, molti dei quali potrebbero non rientrare nel controllo diretto dell’IT. Potrebbero appartenere ad un team operativo specifico o al personale medico all’interno di un ospedale.

Inoltre, originariamente, molti di questi dispositivi non erano progettati per avere una connessione internet, quindi non hanno funzionalità di sicurezza integrata.

Alcune delle sfide per la messa in sicurezza di questi dispositivi includono:

  • sistemi operativi non supportati;
  • mancanza di firewall personale, antivirus e crittografia su molti dispositivi;
  • in alcuni settori (ad esempio nel settore sanitario), i dispositivi devono passare attraverso un processo di ri-certificazione di conformità se viene apportata una modifica al dispositivo (ad esempio una patch di sicurezza), che richiede investimenti in termini di tempo e denaro;
  • in molti casi, i dispositivi che si connettono alla rete sono più esposti. I problemi specifici includono switch edge obsoleti con disparità di caratteristiche attraverso la rete.

Quello della sicurezza di questi dispositivi è un  obiettivo sempre più importante, oggi che le imprese sono sempre più automatizzate, digitali e interconnesse, e che guardano all’utilizzo dei dati come uno degli asset strategici per il proprio sviluppo.

La soluzione per la protezione dei dispositivi IoT di Security Embedded

Michele Grisafi e Luca Degani, dottorandi del Dipartimento di Ingegneria e Scienza dell’Informazione dell’Università di Trento, sono gli ideatori di questo progetto all’avanguardia, un’impresa innovativa che nasce da una collaborazione aperta, nell’ambito di un progetto europeo competitivo vinto dal sistema trentino e grazie alla supervisione scientifica del prof. Bruno Crispo, di UniTrento.

I due fondatori di Security Embedded con il prof. Crispo di UniTrento

Security Embedded punta a migliorare la sicurezza delle installazioni IoT per proteggere l’Industria 4.0 da attacchi informatici.

«La nostra idea di impresa – spiega Michele Grisafi, amministratore delegato di Security Embedded – nasce per valorizzare una tecnologia in grado di impattare molto sulle realtà aziendali odierne, aiutandole nella protezione dei dati e dei processi aziendali. Il nostro obiettivo è far approdare la cybersecurity anche laddove essa viene di norma trascurata, e l’industria digitale 4.0 ci sembra un buon punto di partenza. Siamo entusiasti di portare un prodotto da noi ideato in un mercato vivo, e vedere messi in pratica i frutti della nostra ricerca».

Tra le attività principali di Security Embedded c’è lo sviluppo e la commercializzazione di soluzioni software che includono tecniche e algoritmi per implementare la protezione della memoria RAM in dispositivi che non hanno alcun meccanismo integrato di difesa.

«Tra gli ambiti applicativi della nostra tecnologia – spiega Luca Degani, Chief Technology Officer di Security Embedded – ci sono la cybersecurity e l’IoT security, due campi sempe più importanti al mondo d’oggi. Abbiamo progettato una soluzione tecnologica che ci consente di unire due mondi, la cybersecurity e l’industria 4.0, portando tecniche avanzate anche nei più piccoli sensori e micro processori. Il nostro motto è che anche i piccoli dispositivi, parte integrante dell’IoT, meritano di essere protetti».        

La partnership con l’Università di Trento e HIT – Hub Innovazione Trentino

La tecnologia è stata sviluppata interamente presso il Dipartimento dell’Università di Trento e testata dai partner tecnici Atos e Santer Reply. Come affermato dal Prof. Bruno Crispo «È stata colta l’opportunità del progetto per partire da un’idea scientificamente rilevante, riconosciuta tale anche dalle istituzioni europee e arrivare al lancio di uno spin-off universitario fondato da personale dell’Ateneo e da dottorandi per valorizzare in senso commerciale i risultati della nostra attività di ricerca».

foto: FBK

La Fondazione HIT, insieme alla Divisione Valorizzazione e Impatto della Direzione Servizi alla Ricerca e Valorizzazione di UniTrento, si è occupata di favorire la creazione della società e il suo accreditamento come startup di Ateneo: ha supportato il team nella preparazione del business plan, ha facilitato l’accordo tra i partner di progetto in materia di proprietà intellettuale – che è rimasta totalmente in capo all’Università – e ha contribuito alla negoziazione per la concessione di una licenza da parte dell’Ateneo alla startup per portare il prodotto sul mercato.

Da startup a spin-off universitario

Security Embedded è ora anche ufficialmente startup di Ateneo. Un percorso, quello di un’idea diventata tecnologia e poi startup, reso possibile grazie al supporto messo a disposizione dalla Fondazione Hub Innovazione Trentino nell’ambito del progetto europeo MCU Fortifer. Finanziato dal network di innovazione in ambito digitale dell’Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia EIT Digital, al progetto hanno partecipato l’Università di Trento (in qualità di coordinatore), la Fondazione HIT, l’impresa leader globale nella trasformazione digitale Atos e la società di consulenza e servizi digitali Santer Reply.
Gli obiettivi dell’iniziativa, che si è svolta nell’arco del 2021, sono stati il lancio sul mercato di un prodotto software per la protezione di dispositivi IoT denominato MCU Forfier e la creazione di una nuova startup dal mondo della ricerca. 
 
fonti: Ufficio Stampa UniTrento / Il Trentino
immagine di copertina: HIT /Security Embedded

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