COMBATTERE LA PANDEMIA CON LE SUE STESSE ARMI: LA RISPOSTA DI FABLAB E MAKERS AL COVID-19
Osservazioni e riflessioni dalla risposta maker alla pandemia si codificano in un nuovo approccio: il Viral Design
estratto da Viral Design, di OpenDot Lab
L’emergenza COVID-19 è stata paragonata a varie altre tragedie del passato, dall’influenza spagnola, per la sua contagiosità, ad una vera e propria guerra, per il numero di vittime.
Non è certo stata la prima minaccia globale, ma per la prima volta c’è stata una risposta globale, per la prima volta gli strumenti tecnologici ci hanno aiutato ad essere davvero uniti nel capire come poterci difendere, come e cosa progettare e costruire per proteggerci e proteggere chi si prendeva cura di noi.
E non si tratta solo di stampa 3D e makers, quello che è successo è stato una prima, involontaria prova sul campo, di un modello produttivo diverso rispetto al precedente, che lo include e lo completa. Lo sviluppo di una nuova soluzione richiede una lunga serie di passaggi per passare da un’intuizione ad una soluzione in vendita. Questo processo è spesso centralizzato nelle mani di chi produce che commissiona alcune attività esternamente, ma che controlla e investe nella soluzione. questo modello, così interconnesso e lento ha fallito di fronte alle improvvise necessità create dall’emergenza. Non abituati ad essere interconnessi, flessibili e distribuiti, si sono trovati spiazzati e inefficaci nel fornire una soluzione. Proprio come un organismo incapace di riconoscere il virus, restando quindi completamente inerme.
Ora, guardandoci indietro, si vede invece come la risposta di Fab Lab, maker e designer sia stata efficace proprio perché ha combattuto la pandemia con le sue stesse armi
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COSA POSSIAMO IMPARARE DAL VIRUS
Perché allora non prendere ispirazione dalla stessa minaccia che abbiamo combattuto per capire cosa ha reso la risposta di Fab Lab e maker così efficace, e quali aspetti potrebbero essere ulteriormente migliorati per essere ancora più aggressivi e rapidi nel diffondere soluzioni utili?
Quello che ne emerge è un punto di vista completamente nuovo allo sviluppo del progetto, dalla sua ideazione alla distribuzione finale, che coinvolge diversi attori in momenti diversi, per consentirgli di esprimere al meglio quello in cui eccellono.
Lo abbiamo chiamato VIRAL DESIGN: un approccio alla generazione di soluzioni che ha come obiettivo quello di diffondersi rapidamente, sia globalmente che capillarmente, per raggiungere tutte le persone che potrebbero beneficiarne.
Quindi, cosa possiamo imparare dalla minaccia che stiamo affrontando?
MUTARE
Tutto ciò che è vivo, muta. Più velocemente lo fa, più sono numerose le sue varianti e più è probabile che una sia particolarmente efficace. In un periodo di grande complessità e in rapida evoluzione, lo sviluppo di molte idee diverse non solo è naturale, ma è da incoraggiare.
DIFFONDERSI
Sebbene il contagio tra persone avvenga sulla base della vicinanza, la diffusione da luogo a luogo dipende da quanto sono interconnessi. Se molte persone passano rapidamente da un luogo ad un altro, è più alto il rischio di contagio: il virus ha quasi sempre varcato i confini in aereo. Per questo le risposte alla pandemia si sono diffuse soprattutto all’interno di community fortemente connesse, e ancora di più tra laboratori in forte relazione tra loro. I network diventano uno degli ingredienti fondamentali alla diffusione delle soluzioni. Più sono coesi, più sono efficaci; più sono omogenei, più rapidamente diffondono idee e soluzioni. Il Fab Lab network è stato un naturale veicolo per questa diffusione: i lab hanno attrezzature simili, una serie di valori condivisi, abitudine a documentare e condividere, oltre a capacità di concretizzare un’idea nuova e di replicare quelle esistenti.
SALTARE TRA SPECIE DIFFERENTI
Molte delle pandemie più aggressive sono veicolate da patogeni che solitamente aggrediscono altre specie, per questo il nuovo ospite è completamente impreparato e le conseguenze così pericolose. Perchè una soluzione abbia un impatto reale, deve raggiungere le persone. Per raggiungerle deve diffondersi. Molte delle pandemie più aggressive sono veicolate da patogeni che solitamente aggrediscono altre specie, per questo il nuovo ospite è completamente impreparato e le conseguenze così pericolose.
Perchè una soluzione abbia un impatto reale, deve raggiungere le persone. Per raggiungerle deve diffondersi.
Benchè all’interno di un network omogeneo questo possa accadere facilmente, il numero di persone raggiunte spesso non è sufficiente. Per essere efficace, ogni fase del progetto deve potersi sviluppare nella specie più congeniale e poi fare un salto di specie per finire in un nuovo ospite che non avrebbe potuto generare quello che ha creato il primo.
COS’E’ IL VIRAL DESIGN
ll Viral Design quindi ha una serie di caratteristiche che lo rendono particolarmente efficace a dare risposte a situazioni in rapida evoluzione sfruttando il meglio dei vari attori che possono contribuire a raggiungere un risultato ottimale.
- il Viral Design muta: da una singola soluzione ne genera molte, anche solo per adattarsi alle diverse realtà locali
- il Viral Design prima diverge: da un’unica soluzione ne genera molte per testarne l’efficacia
- il Viral Design si diffonde: ha un alter ego fatto di bit e conoscenza che si diffonde facilmente tramite network e piattaforme
- il Viral Design poi converge: concentra lo sforzo produttivo sulle soluzioni più efficaci, selezionando degli standard de facto
- il Viral Design è open: per consentire lo svilupparsi delle sue altre caratteristiche deve essere utilizzabile da tutti liberamente o a condizioni facili, inclusive e chiare
- il Viral Design è collaborativo: ogni fase ha un attore in grado di svolgerla meglio degli altri, per fornire una risposta più rapida ed efficace serve che il progetto passi di mano molte volte.
- il Viral Design è collettivo: ognuno ha un ruolo, senza gli altri non arriverebbe a conclusione o non sarebbe arrivato fino a quel punto. è difficile stabilire un autore, ma non è anonimo. è frutto di un team che deve dividere gli sforzi e i benefici che il progetto porta.
DOVE ALTRO?
Il Viral Design è emerso come risposta naturale alla pandemia perché il COVID-19 ci ha catapultati tutti in uno scenario mai vissuto con questa intensità finora: difficoltà nella distribuzione dei prodotti, nella produzione centralizzata in grandi complessi, nello sviluppo in tempi rapidi di soluzioni a problemi prima non esistenti,etc.
Questo non significa che sia l’unico caso in cui possa essere applicato: tutte le situazioni che sono presenti su scala globale e che per un qualche motivo non trovano risposte efficaci nel sistema produttivo industriale potrebbero essere affrontate con un’arma nuova. grandi minacce globali come il cambiamento climatico, oppure problematiche capillare e onnipresenti come l’accessibilità hanno caratteristiche comuni con la crisi che stiamo vivendo, anche se non sono così visibili, omogenee o rapide, ma potrebbero essere il prossimo banco di prova di una risposta internazionale e sincronizzata di un network globale.
“Viral Design. Cosa può insegnare la pandemia alla comunità maker” by OpenDot Lab sarà presentato a Maker Faire Rome. Vieni a scoprire i progetti che OpenDot Lab ha realizzato insieme alla comunità maker per contrastare la pandemia dal 10 al 13 dicembre, online su www.makerfairerome.eu
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Maker Faire Rome – The European Edition si impegna da ben otto edizioni a rendere l’innovazione accessibile e fruibile con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, startup e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere il proprio business, in Italia e all’estero.
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