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venduta un’opera per 69 milioni di dollari grazie agli NFT

La blockchain colpisce ancora e entra nel mondo dell’arte

 

L’opera, di Beeple, è la prima nel suo genere: digitale l’opera, digitale la transazione che ne ha trasferito la proprietà. Il tutto accompagnato da due concetti piuttosto nuovi per il pubblico: quello di Crypto Art e quello di NFT. 

Li esploriamo in questa intervista a Valentino Catricalà, curatore della sezione  Maker Art di Maker Faire Rome – the European Edition, curatore della SODA Gallery di Manchester e professore alla School of Digital Art.

ll caso Beeple, spiegato bene

Beeple è il più noto artista digitale di sempre – seguito, solo su Instagram, da oltre due milioni di utenti. Oltre a essere il personaggio più spesso associato al nuovo fenomeno degli NFT, Beeple negli ultimi anni ha collaborato con marchi, personaggi e celebrità famosissimi. Ma nonostante sia di fatto l’artista-del-momento, nelle sue interviste rivendica spesso di avere poche competenze artistiche e di dover migliorare molto dal punto di vista tecnico, dimostrando un approccio per molti versi naïf rispetto al sofisticato mondo dell’arte contemporanea.

Digital Art

 

Lo scorso 11 marzo, una sua opera –  un comune file JPG – è stato venduta a 69 milioni di dollari.  Com’è stato possibile? 

L’opera, intitolata Everydays – The First 5000 Days,  misura 21.069 pixel per lato. I pixel sono un’unità di misura delle immagini online: un pixel è l’elemento più piccolo dell’immagine, e possiamo immaginarlo come un quadratino colorato, che assieme a tutti gli altri compone l’immagine (ogni immagine che vediamo quotidianamente sul web è composta da pixel). L’opera di Beeple, considerata un capolavoro di “Crypto art” (arte la cui autenticità è garantita, come spieghiamo più avanti, da codici crittografati), è un collage di cinquemila immagini (da cui il nome) che l’artista ha realizzato tra il 1° maggio 2007 e il 7 gennaio 2021, incessantemente, con una costanza e una tenacia invidiabili.

L’opera stabilisce almeno due record importanti: è l’opera digitale più costosa di sempre ed è il singolo lotto più caro mai venduto in un’asta interamente online. Si tratta inoltre del terzo prezzo più alto pagato in asta per un artista vivente.

Chi è Beeple

Beeple è il nome d’arte di Mike Winkelmann, crypto artista americano di trentanove anni

Realizza arte digitale: pixel su schermi che raffigurano immagini bizzarre, esilaranti, inquietanti e talvolta grottesche. Mette insieme cultura pop, tecnologia e scenari post-apocalittici con continui riferimenti politici e all’attualità. Le sue opere sono grafiche realizzate interamente al computer, 100% virtuali ma non riproducibili e non modificabili. Ciò che rende queste creazioni uniche sono gli NFT (non-fungible token), un sistema criptato con tanto di firma dell’artista.

La Crypto Art e gli NFT

La Crypto Art è una rivoluzione artistica digitale che coinvolge transazione in criptovalute. Con l’ingresso anche di Christie’s nella Crypto Art, è ormai chiaro che non si possa più ignorare il fenomeno.

Di Crypto Art si inizia a parlare verso la fine del 2010, quando la tecnologia Blockchain –  basata su dati distribuiti – compie il suo primo anno di vita, portando alcuni artisti che ne intuiscono le possibilità di utilizzo per certificare, tracciare, crittografare e vendere una nuova categoria di “Arte digitale”.

La definizione di digital art viene utilizzata un po’ per tutto, e ora anche con riferimento alle opere NFT (di cui parliamo tra pochissimo, sotto) ma si concentra esclusivamente sugli aspetti tecnologici. Oramai stiamo superando la dialettica tra arte e tecnologia, siamo in un’era post-mediale; le definizioni stesse si riscrivono velocemente.

L’evoluzione avviene nel 2013 quando, sempre basandosi su Blockchain, le prime sperimentazioni applicano anche all’arte gli NFT, acronimo di Non Fungible Tokens: beni digitali (token) muniti di una certificazione di autenticità e possesso e protetti tramite un codice univoco e non replicabile; file digitali collezionabili, di cui è possibile individuare la proprietà, la tracciabilità ed il valore. Gli NFT diventano quindi, per la Crypto Art, la  soluzione ideale per garantire il possesso dell’opera, l’unicità, la verificabilità e l’esatto numero di copie immesse nel mercato: tutti dati importantissimi per il mondo del collezionismo.

La proprietà dell’opera, come la sua fisicità, diventano integralmente digitali senza che questo ne comprometta la validità e il valore in alcun modo.

Il nuovo trend è qui per restare? 

Anzitutto c’è da dire che il fenomeno non è nuovo e che il termine  digital art è stato coniato negli anni ‘90 , quando si è iniziato ad usare  il suffisso “Art” a ogni tipo di tecnologia, dalla New Media Art alla Software Art alla Computer Art alla Net Art. Indicava opere create in digitale. È tornato in auge negli ultimi giorni per la NFT 

Quali sono i limiti della digital art?

Innanzitutto, la riproducibilità, e poi il problema della sopravvivenza delle tecnologie, che si trasformano velocemente e diventano obsolete altrettanto velocemente

Quello degli  NFT è un trend destinato a crescere?

Ci sono vantaggi legati alla possibilità di avere dati certi rispetto all’autenticità di un’opera, ma sono certo che il fenomeno si sgonfierà.

Ora siamo in pieno l'”effetto wow”, legato al record segnato di Beeple ma, al di là dell’entusiasmo, sarei cauto nel dire che il mercato dell’arte digitale cambierà radicalmente. Sicuramente crescerà, ma si basa su  dei file e non credo che un mercato si possa reggere sulla compravendita di file. Rimarrà come un mercato parallelo, ma di nicchia, anche perché bisogna considerare sia il tema della riproducibilità delle opere sia quello della tecnologia che, come dicevamo, diventa rapidamente obsoleta.

 

 

Come si sta sviluppando il mercato e come si giudica la qualità di un’opera d’arte?

Negli ultimi anni c’è stato un boom dovuto alla pervasività della tecnologia per cui i confini sono diventati molto sottili: l’AI e la VR sono diventati strumenti di uso comune. Il valore di un’artista non muta. L’NFT sta dando vita a  un nuovo linguaggio artistico o, se non artistico, grafico.

E le opere che hanno successo sono proprio quelle il cui linguaggio è riconoscibile e in grado di risuonare con la piattaforma sulla quale viene presentata.

E il mercato delle opere d’arte NFT?

Il fenomeno si sta strutturando ora. La cosa davvero nuova è che annulla l’intermediazione: non sono necessarie gallerie o notai.


 

Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma e organizzata dalla sua Azienda speciale Innova Camera, si impegna da ben otto edizioni a rendere l’innovazione accessibile e fruibile con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, startup e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere il proprio business, in Italia e all’estero.

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