An event powered by
Cerca
Close this search box.

CHATGPT: le ultime novità, quelle Da Sapere

Microsoft porta ChatGPT su Bing. Si intensificano gli interventi per rendere la AI sempre più eticamente corretta.

Microsoft ha annunciato che la potente IA conversazionale ChatGPT sarà integrata all’interno di Bing. Ecco come funzionerà, insieme a qualche altra novità. 

ChatGPT e Bing

Molto presto il motore di ricerca di Microsoft, Bing, risponderà in modo naturale alle domande degli utenti, simulando una conversazione naturale. Microsoft è  una delle prime aziende ad aver capito il potenziale dell’IA di OpenAI, decidendo di investire oltre 10 miliardi di dollari nel progetto. Già diverse settimane fa, il colosso di Redmond aveva annunciato l’ambizione di integrare i prodotti di OpenAI all’interno della maggior parte dei prodotti del suo ecosistema: non soltanto il motore di ricerca Bing, ma anche Outlook, Office, Azure e via dicendo.

La maggior parte degli utenti che testano il nuovo motore di ricerca di Microsoft, alimentato dalla stessa tecnologia di chatbot sviluppata da OpenAI, avranno la possibilità di accedere a un’impostazione che consente di decidere l’umore delle risposte generate. In altre parole, Bing sarà in grado di interagire con noi in maniera ‘equilibrata’, ‘creativa’ o ‘precisa’. Secondo Microsoft, il 90% dei tester di Bing con ChatGpt dovrebbe già avere accesso alla funzione. Microsoft ha anche però sottolineato “Bing è alimentato dall’intelligenza artificiale, quindi sono possibili errori” e che bisogna comunque assicurarsi “di controllare i fatti”.

Si tratta di un altro passo avanti nel rendere le conversazioni con l’AI più umane e realistiche, indubbiamente. Tuttavia è sempre consigliabile verificare l’accuratezza delle risposte prodotte dalla macchina.

Come distinguere tra contenuti ‘AI’ e ‘umani’

Strumenti come ChatGpt stanno assottigliando il confine tra contenuti artificiali e umani, ma esistono degli strumenti che possono aiutarci a fare chiarezza.

In un momento in cui gli strumenti di AI generativa sono sempre più a disposizione del pubblico, è probabile imbattersi in un numero maggiore di contenuti “artificiali” durante la navigazione. E se alcuni casi potrebbero rivelarsi innocui, gli utenti potrebbero anche incappare in contenuti più sinistri, come per esempio una sofisticata campagna di propaganda o, comunque, capaci di influenzare e indirizzare pensiero ed azioni anche in modo non corretto o per obiettivi che, diversamente, non sarebbero condivisi.

I tool più interessanti

In molti stanno studiando  metodi per determinare se una stringa di parole è stata generata o meno da programmi come, ad esempio, ChatGpt.

Al momento, a quanto pare, l’indicatore decisivo per capire se quello che stiamo leggendo è stato creato con l’aiuto dell’intelligenza artificiale è la mancanza di sorpresa.

Diverse le soluzioni già disponibili; ecco un elenco:

  • GPTZero, di Edward Tian, uno studente dell’Università di Princeton, analizza un testo in base a due caratteristiche principali delle informazioni riportate in esso, la perplessità e la prorompenza
  • GPT-2 Detector, è uno strumento di classificazione open-source che riconosce se un testo è generato grazie alla tecnologia GPT-2
  • Stable Attribution, identifica quali elementi grafici vengono utilizzati per addestrare il software di intelligenza artificiale che genera immagini e ricerca gli elementi grafici originari.
  • AI Image Forensics, creata da un’organizzazione no-profit europea, è anche rivolta al riconoscere le immagini e rileva le caratteristiche tipiche delle intelligenze artificiali, come la ripetitività di determinati pattern e la presenza di artefatti di compressione
  • Sightengine è un servizio a pagamento che utilizza l’apprendimento automatico per intercettare contenuti inappropriati o manipolati generati dall’AI
  • Fakespot è uno strumento interessante che, analizza le recensioni dei prodotti online e identifica quelle che potrebbero essere state create da generative AI.

La stessa OpenAI ha sviluppato un tool, AI Text Classifier, per rilevare “prove” che un testo sia stato scritto da ChatGpt e simili.

Come ammette OpenAI, ‘madre’ di ChatGPT, la tecnologia è in costante perfezionamento e, al momento è solo parzialmente affidabile; il rischio di “falsi positivi” e reale e va affrontato.

La soluzione ‘etica’ per la riconoscibilità dei contenuti di OpenAI

La soluzione definitiva proposta da OpenAI potrebbe essere una sorta di filigrana invisibile da allegare al contenuto per evitare di utilizzare l’output di ChatGpt facendolo passare per umano e prevenire così il rischio di plagio o di impersonare maliziosamente lo stile di scrittura di qualcun altro.

Conclusioni

Le tecnologie di generazione di testo basate su AI come ChatGpt hanno enormi potenzialità, ma comportano anche rischi significativi, come quello di manipolazione e falsificazione di informazioni. Pertanto, la trasparenza nell’uso di queste tecnologie e la capacità di distinguere tra contenuti generati da AI e contenuti creati da esseri umani diventano sempre più importanti ed è essenziale che siano sviluppati strumenti per identificare e distinguere tra contenuti generati da AI e contenuti creati da esseri umani. Solo così possiamo garantire la trasparenza e l’accuratezza delle informazioni diffuse online e mitigare i rischi associati all’uso improprio di queste tecnologie.


 

Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

Seguici, iscriviti alla nostra newsletter: ti forniremo solo le informazioni giuste per approfondire i temi di tuo interesse.