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Cultura: da ENEA tecniche innovative per patrimonio librario antico

CULTURA: DA ENEA, TECNICHE INNOVATIVE Per i libri antichi 

ENEA ha messo a punto un protocollo diagnostico per valutare lo stato di conservazione dei libri antichi e l’efficacia dei trattamenti utilizzati dai restauratori

 

Enea ha messo a punto un protocollo diagnostico che permette di valutare in modo rapido e non invasivo lo stato di conservazione dei libri antichi e l’efficacia dei trattamenti di pulizia utilizzati dai restauratori per prevenire o rallentare il processo di invecchiamento e deterioramento

Il valore del patrimonio librario antico

I libri antichi rappresentano una testimonianza tangibile della storia, della cultura e della conoscenza di epoche passate. Preservarli significa mantenere viva la memoria collettiva dell’umanità e consentire alle generazioni future di accedere a queste preziose fonti di sapere.

La cellulosa, è il principale costituente della carta ed è un materiale stabile, ma nel tempo subisce un degrado naturale che dipende da diversi fattori intrinseci della carta (materie prime, i metodi di produzione, la possibile presenza di sostanze aggiunte), nonché dalla natura dei materiali utilizzati (inchiostri, pigmenti, leganti) e dalle condizioni di conservazione (presenza di organismi patogeni, inquinanti atmosferici, esposizione alla luce, temperatura e umidità incompatibili).

foto: Danika Perkinson via Unsplash

Il ruolo della ricerca per la conservazione del patrimonio librario

La ricerca svolge un ruolo cruciale nelle attività di conservazione dei libri antichi, sotto diversi aspetti:

  • Analisi dei materiali Gli studi approfonditi sui materiali costitutivi dei libri antichi (carta, inchiostri, leganti, cuoi, etc.) sono fondamentali per comprenderne la composizione chimica e individuare le migliori tecniche di conservazione. La ricerca analitica e diagnostica permette di valutare lo stato di degrado di un volume e di pianificare gli interventi più idonei.
  • Sviluppo di nuove tecnologie La ricerca scientifica è costantemente impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie e protocolli per la conservazione e il restauro dei libri antichi, individuando materiali e metodologie sempre più rispettose dell’integrità degli oggetti trattati. Ad esempio, le nanotecnologie stanno aprendo nuove frontiere in questo campo.
  • Studio dell’ambiente di conservazione Le condizioni ambientali (temperatura, umidità, luce, inquinanti, etc.) influiscono notevolmente sulla conservazione dei libri antichi. La ricerca aiuta a determinare i parametri ottimali di stoccaggio e a sviluppare sistemi di monitoraggio e controllo ambientale efficienti.

La metodologia innovativa sviluppata da ENEA

La metodologia elaborata da ENEA prevede l’impiego di due tecniche non distruttive e non invasive – la spettrometria Raman e la microscopia ottica – che, senza alcun prelievo di materiale, permettono di ottenere informazioni sulle caratteristiche morfologiche e di composizione della carta, che è uno dei materiali di interesse storico e documentale tra i più diffusi e fragili. 

Il team di lavoro

Il team della dott.ssa Sabina Botti, ricercatrice del Laboratorio Enea Micro e nanostrutture per la fotonica, prima autrice dello studio pubblicato sulla rivista Molecules e condotto insieme alla collega di laboratorio Francesca Bonfigli e ai colleghi Luca Mezi e Francesco Flora del Laboratorio Applicazioni dei plasmi ed esperimenti interdisciplinari presso il Centro Ricerche Enea di Frascati è riuscita a sviluppare un protocollo diagnostico di fondamentale importanza.

Rallentare il degrado della carta

Per rallentare il degrado della carta e ripristinare la qualità del patrimonio librario sono stati sviluppati diversi trattamenti di pulizia che permettono di rimuovere contaminanti esterni e prodotti di ossidazione e decomposizione della carta. Il problema è che non tutti preservano nel tempo le caratteristiche uniche del bene antico”.

Per studiare lo stato ‘di salute’ della carta prima e dopo il trattamento su campioni di carta risalenti a fine ‘800 è stata impiegata la spettroscopia Raman, una tecnica di analisi molto efficace che utilizza la ‘luce’ per studiare la composizione chimica dei materiali. Si è rivelata uno strumento adatto per definire il tipo di degrado ma anche per valutare l’efficacia dei trattamenti di pulizia. In particolare, i ricercatori Enea hanno utilizzato questo protocollo diagnostico per studiare l’effetto di diversi processi di pulizia green che si basano sull’applicazione di sostanze chimiche non aggressive e non tossiche (idrogel), oppure su trattamenti di irraggiamento diretto e senza pretrattamento dei campioni, utilizzando radiazioni nell’intervallo spettrale dell’estremo ultravioletto (EUV) e trattamenti combinati idrogel-radiazione UV.

I trattamenti più efficaci

Tra i diversi trattamenti analizzati, è stato rilevato che l’idrogel ha una buona azione pulente: una volta applicato sulla carta, è in grado di catturare e di rimuovere i prodotti di degrado e i contaminanti che possono essere presenti su di essa, come amido, gomma arabica, colle animali e gelatina. L’irraggiamento EUV, oltre ad una azione di pulizia anche di specie fungine, produce un aumento dell’indice di cristallinità della carta, ossia un consolidamento del campione di carta irraggiato e una maggiore capacità di resistenza ai processi di ossidazione e invecchiamento.

fonte: ENEA I Finestre sull’Arte

immagine di copertina: ENEA

autrice: Barbara Marcotulli


 

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