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“PATTI DIGITALI” per EDUCAre ALLA TECNOLOGIA

“Patti Digitali” di comunità per vincere la sfida all’uso consapevole e ‘sano’ degli strumenti digitali 

 

La tecnologia digitale, se utilizzata correttamente, può offrire innumerevoli benefici, sia dal punto di vista educativo che sociale. È quindi fondamentale insegnare ai giovani come utilizzare questi strumenti in modo responsabile e sostenibile, sottolineando anche gli aspetti positivi che la connettività e l’accesso alle informazioni possono offrire.

È importante riconoscere che il digitale ha anche molti aspetti positivi. Quando usato correttamente, può essere una risorsa preziosa per l’apprendimento, la crescita personale e la connessione con gli altri. Tuttavia, l’educazione digitale è cruciale per assicurare che i giovani possano navigare in sicurezza nel mondo online e sfruttare appieno le opportunità offerte dalla rete.

L’importanza di una corretta educazione “al” digitale

La tecnologia digitale, se utilizzata correttamente, può offrire innumerevoli benefici, sia dal punto di vista educativo che sociale. È quindi fondamentale insegnare ai giovani come utilizzare questi strumenti in modo responsabile e sostenibile. Ma non sempre gli adulti fanno la loro parte e il divario – di comprensione, consapevolezza, agito – tra le diverse generazioni e ruoli si amplia.

Il ruolo degli adulti

I genitori, e gli adulti con un ruolo educativo, devono impegnarsi di più per essere dei modelli positivi per i più giovani ed aiutarli a utilizzare la tecnologia in modo responsabile.

E’ innegabile che i giovanissimi siano più vulnerabili online quando non supervisionati: esperienze negative, cyberbullismo, il fenomeno degli “hater”, il rischio di truffe e attacchi ai dati personali sono eventi dei quali possono essere facilmente vittime.

La mancanza di competenze digitali degli adulti

I giovani criticano la mancanza di competenze digitali degli adulti, sottolineando che spesso manca la comprensione delle dinamiche online e del loro linguaggio. Nonostante ciò, apprezzano l’importanza degli incontri e delle interazioni dal vivo e desiderano avere più occasioni per condividere momenti con le persone care, ma trovano difficile trovare spazi e opportunità per farlo.

E’ essenziale che i genitori siano coinvolti nell’educazione digitale dei propri figli e che prendano in considerazione l’investimento nella propria formazione digitale.

Cresciuti con dispositivi digitali sempre a portata di mano, molti giovani non hanno mai sperimentato una vera disconnessione dalla rete; spesso sono anche disponibili a provare l’esperienza del “digital detox”, purché non si sentano isolati. Questa tendenza si riflette anche nel comportamento degli adulti, con molte persone che scelgono di dedicare giornate, weekend o settimane lontane dalla tecnologia per riconnettersi con sè stessi e gli altri.

In questo contesto, è fondamentale che i genitori siano i primi educatori dei propri figli riguardo all’uso consapevole e responsabile della tecnologia. Ad esempio, è importante evitare di utilizzare il telefono durante i pasti e mostrare ai ragazzi come navigare in modo proattivo e sicuro, magari condividendo storie di giovani che hanno costruito una carriera grazie alle opportunità offerte da internet.

Si tratta, soprattutto, di favorire l’incontro tra genitori, insegnanti e le molte altre figure educative con cui un ragazzo/a si trova a contatto in modo che possano individuare insieme obiettivi comuni e comprendersi, grazie ad un linguaggio e ad informazioni altrettanto condivise. 

Il ruolo della scuola

Anche la scuola e i percorsi formativi giocano un ruolo chiave. Le scuole, in collaborazione con le famiglie, devono implementare programmi educativi aggiornati che affrontino non solo i rischi del cyberbullismo, ma anche altre sfide emergenti come l’odio online, le truffe e gli attacchi informatici

Il sondaggio condotto dall’Osservatorio Scientifico del Movimento Etico Digitale evidenzia anche che molti giovani non sono consapevoli dell’impatto che i contenuti pubblicati sui social media possono avere sul loro futuro professionale. È fondamentale che i ragazzi vengano educati sull’importanza della reputazione online e su come costruire un’immagine digitale responsabile e positiva.

I Patti Digitali di comunità

L’educazione digitale è efficace se viene offerta in modo coordinato da parte di una comunità (genitori, scuole, pediatri, istituzioni, oratori, scout, società sportive, ecc.) in cui ci si supporta a vicenda.
Negoziare collettivamente “regole d’ingaggio” – per esempio sull’età di consegna degli smartphone ai preadolescenti, o sul loro accesso ai social – può impattare sensibilmente sulla consapevolezza all’uso di questi strumenti, agevolare il dialogo, ridurre i rischi che possono comportare.
Si diminuisce, inoltre, la pressione sul tema, e si apre uno spazio per un dialogo tra famiglie e tra famiglie e altri soggetti che pure svolgono un ruolo chiave nell’educazione e nella formazione dei più giovani. 

Come funzionano i Patti Digitali

La rete dei Patti Digitali promuove alleanze educative sul digitale, di “comunità”, tra famiglie, educatori ed enti a livello locale su tutto il territorio nazionale.

I Patti Digitali offrono una infrastruttura importante per guidare adulti e ragazzi nella relazione con il digitale e per navigarla con consapevolezza, avvantaggiandosi delle opportunità che offre ma anche riducendo al massimo le possibilità di uso distorto e dannoso. 

Al tempo stesso, i Patti Digitali sono pensati per offrire occasione di approfondimento su alcuni temi specifici (es. l’uso degli smartphone a scuola) e per accompagnare anche gli adulti – docenti, genitori, educatori, insegnanti – alla scoperta delle modalità di ingaggio dei ragazzi proprio attraverso il digitale, anche per la formazione e l’apprendimento.

Gli strumenti nel sito

Patti Digitali è un sito, nel quale sono disponibili patti già sottoscritti da gruppi di genitori e istituzioni, con tutti gli strumenti per crearne di nuovi, oltre a risorse (ricerche, articoli, rassegne di testi di riferimento, video di conferenze sul tema) che possano essere d’aiuto per approfondire i temi che possono essere oggetto di un patto locale (ad esempio l’uso degli smartphone a scuola o l’uso notturno).

La consulenza degli esperti

Gli esperti dell’Università e delle associazioni coinvolte nel progetto Patti Digitali sono inoltre a disposizione per accompagnare le diverse comunità in un percorso di formazione all’uso sano della tecnologia, rivolto a genitori, insegnanti, educatori, ma che coinvolga anche i/le ragazzi/e (in modo diverso a seconda dell’età).

Leggi il Manifesto di Patti Digitali, scopri i valori e i principi che ispirano questo progetto

Chi c’è dietro

Patti Digitali riunisce Il Centro di Ricerca “Benessere Digitale” dell’Università di Milano-Bicocca e tre associazioni attive nel campo dell’educazione consapevole all’uso dei media (MecAiart Milano e Sloworking).

Ne sono promotori 

  • Marco Gui, professore associato, docente di Sociologia dei Media, Università di Milano-Bicocca
  • Brunella Fiore, ricercatrice, docente di Sociologia della Famiglia, Università di Milano-Bicocca
  • Marco Grollo, educatore, formatore e fondatore Associazione Mec
  • Stefania Garassini, presidente Aiart Milano e docente Content Management Università Cattolica di Milano
  • Simone Lanza, insegnante di scuola primaria, dottorando presso il Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione, Università di Milano-Bicocca
  • Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta, scrittore e ricercatore dell’Università Statale di Milano.

Il coordinamento del progetto è affidato a Silvana Loffredo, associazione Sloworking. Il sito è a cura di Daniele Cuder, associazione Mec.

Lo scopo è promuovere la nascita e lo sviluppo di Patti di comunità per l’uso della tecnologia su tutto il territorio nazionale.

L’esperienza di Parole O Stili

Parole O_Stili è un progetto sociale nato con l’ambizione di ridefinire lo stile con cui le persone stanno in Rete, che mira a diffondere l’attitudine positiva a scegliere le parole con cura e la consapevolezza che le parole sono importanti.

lnfatti, potere delle parole è enorme: commuovono, uniscono, scaldano il cuore. Oppure feriscono, offendono, allontanano. In Rete, spesso l’aggressività domina tra tweet, post, status e stories e se è vero che i social media sono luoghi virtuali, è vero anche che le persone che vi si incontrano sono reali, e che le conseguenze di quelle parole sono reali.

Per questo è importante stare attenti a come usiamo le parole.

Il Manifesto di Parole O Stili

“Se” stare in Rete non è più un’opzione; “come” starci è il vero punto centrale. Il Progetto Parole O Stili è nato nel 2016 con l’obiettivo di responsabilizzare ed educare gli utenti della Rete a scegliere forme di comunicazione non ostile. Promuove i valori espressi nel “Manifesto della comunicazione non ostile”. Organizza iniziative di sensibilizzazione e formazione. Soprattutto, si rivolge a tutti i cittadini consapevoli del fatto che “virtuale è reale”, e che l’ostilità in Rete ha conseguenze concrete, gravi e permanenti nella vita delle persone.

Parole O_Stili lavora con le scuole, le università, le imprese, le associazioni e le istituzioni nazionali e territoriali per diffondere le pratiche virtuose della comunicazione in Rete, e per promuovere una consapevolezza diffusa delle responsabilità individuali.

Un sito, tante risorse scaricabili gratuitamente

Nel sito di Parole O Stili è possibile trovare il Manifesto e diversi toolkit scaricabili gratuitamente – per genitori, educatori, insegnanti – oltre a webinar e video animati per bambini e ragazzi pre-adolescenti.

fonti: Patti Digitali / Agenda Digitale / Parole O Stili

immagine di copertina: Gaelle Marcel via Unsplash


 

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