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Gli Ig Nobel sono riconoscimenti satirici assegnati ogni anno a ricerche “strane, assurde, divertenti”

Il premio Ig Nobel, solo apparentemente goliardico, è riservato a ricerche che fanno “ridere ma anche pensare” e mira a stimolare l’interesse del pubblico per la scienza e la tecnologia

 

Gli Ig Nobel riscuotono un enorme successo di pubblico perché sintetizzano la capacità di ridere di se’ che la scienza sa regalare. 

Siamo abituati a pensare alla scienza, alla ricerca come ad argomenti molto seri – e lo sono! – ma anche seriosi e “rigidi”, e alle persone che se ne occupano, ricercatori e scienziati, come a figure semi-mitologiche, distanti da noi, cosi assorbite dal proprio lavoro da non riuscire a guardare con leggerezza ed ironia a niente altro. 
Niente di più sbagliato: nulla, in chi si occupa di scienza, è distante dal reale e lo ‘scollamento’ da ciò che riteniamo divertente è spesso inesistente. Anzi: molti degli aforismi che ci piace citare per l’ironia e l’acume che esprimono sono spesso riconducibili proprio a chi appartiene al mondo scientifico. Il mondo della ricerca e della scienza è un meraviglioso ecosistema di persone capaci di regalarci momenti momenti di intelligente ilarità, come chi frequenta Maker Faire Rome ha scoperto in questi anni, incontrandole e ascoltandone gli interventi durante i numerosi eventi.

Il premio Ig Nobel

Il premio Ig Nobel, conosciuto in Italia anche come premio Ignobel, è un riconoscimento satirico che dal 1991 assegnato annualmente a dieci ricercatori autori di ricerche “strane, divertenti, e perfino assurde“, quel tipo di lavori improbabili che prima fanno ridere e poi danno da pensare“. Lo scopo dichiarato del riconoscimento è “premiare l’insolito, l’immaginifico, e stimolare l’interesse del pubblico generale alla scienza, alla medicina, e alla tecnologia. I vincitori sono selezionati in base ad articoli pubblicati anche su riviste scientifiche autorevoli.

Il nome stesso è un gioco di parole tra “Nobel” e “Ignobel (ignobile)”.

Solo ricerche scientifiche pubblicate

Le ricerche premiate sono accuratamente selezionate e sempre già pubblicate su riviste scientifiche, sulle quali devono però aver avuto almeno il merito di suscitare ilarità: il premio in “Astrofisica” per il 2001 andò ad esempio a un’analisi volta a scoprire se i buchi neri possiedono tutti i requisiti tecnici per essere la sede dell’inferno; nel 2007, per dire, a  trionfare nella categoria “Medicina” fu un penetrante articolo su gli “Effetti collaterali dell’ingoiare spade”.

Scienziati di tutto rispetto

Analizzando attentamente i nomi dei protagonisti dei premi dal 1991, anno della loro istituzione, a oggi, è possibile notare un fatto interessante: molti dei ricercatori citati sono degli scienziati di prim’ordine, studiosi che hanno fatto scoperte decisive o che hanno addirittura aperto nuovi campi d’indagine, come nel caso degli psicologi David Dunning e Justin Kruger o l’etologo Frans de Waal, solo per citarne alcuni.

Divertenti ma non solo

Lo scopo degli Ig Nobel è anche quello di attrarre l’interesse del pubblico sulla scienza. Premiare l’insolito – che si tratti di fisica, medicina o storia dell’arte – ci aiuta a riflettere sull’importanza dell’immaginazione e della creatività e soprattutto pone l’accento sul fatto che ogni ricerca scientifica, ogni indagine condotta con passione, metodo e rigore, che presenti dati verificabili e riesca a farci riflettere su un argomento, è una ricerca utile.

All’origine del premio vi sono infatti concetti fondamentali del sapere scientifico, che non dovremmo mai dimenticare: innanzitutto che è possibile divertirsi e imparare anche in ambito scientifico, anzi addirittura che spesso è necessario divertirsi per imparare.

Studi che appaiono bizzarri, inutili o addirittura ridicoli possono invece rivelarsi importanti, possono generare interi ambiti di ricerca, possono favorire il progresso attraverso imprevedibili meccanismi. La storia è piena di esempi capaci di suffragare questa tesi, ma gli Ig Nobel riescono a dimostrarcelo con il sorriso. Diffondono una forma di divulgazione, ironica e potentissima, che dovrebbe essere maggiormente praticata per ricucire quella pericolosa lacerazione che separa pericolosamente, oggi più che mai, comunità scientifica e società.

Una premiazione degli Ig Nobel I crediti: Eppen

La premiazione 

Sponsorizzati dalla rivista scientifica-umoristica statunitense Annals of Improbable Research (AIR), i premi Ig Nobel sono presentati al pubblico nel corso di una cerimonia di gala che si tiene nel Sanders Theatre dell’Università di Harvard, e consegnati anche da vincitori di veri premi Nobel. La cerimonia è co-patrocinata dalla Harvard Computer Society, dalla Harvard-Radcliffe Science Fiction Association e dalla Harvard-Radcliffe Society of Physics Students. Alla cerimonia, i ricercatori arrivano vestiti nella maniera più assurda: chi con una tavoletta del water al collo, chi vestito da topo. 

Proprio per assolvere agli obiettivi divulgativi e di sensibilizzazione di cui parlavamo poco sopra, dal 2001 è possibile assistere alla cerimonia di premiazione degli Ig Nobel in diretta su Internet. Un mese dopo, è poi resa disponibile in streaming.

Niente denaro, solo gloria

Diversamente dai ‘veri’ Nobel, gli Ig Nobel non prevedono un premio in denaro per i vincitori. La cerimonia è seguita a distanza di pochi giorni dalle “Ig Informal Lectures” (lezioni informali) al MIT, durante le quali i ricercatori premiati possono illustrare al grande pubblico i risultati e l’importanza delle proprie ricerche.

Il premio I crediti: Eppen

I vincitori

Esempi di ricerche vincitrici del premio vanno dalla scoperta che la presenza di esseri umani tende ad eccitare sessualmente gli struzzi, all’affermazione che i buchi neri soddisfano tutte le caratteristiche tecniche che li renderebbero il luogo dove si trova l’Inferno.

I premi hanno talvolta sollevato critiche – come nel caso dei due attribuiti alla ricerca sull’omeopatia – ma più spesso attirano l’attenzione su articoli scientifici che contengono aspetti divertenti o curiosi.

Ad oggi, una sola persona ha vinto sia il premio Ig Nobel sia il premio Nobel. Si tratta di Andrej Gejm, che fu premiato con l’Ig Nobel nel 2000 (insieme a sir Michael Berry) per la loro dimostrazione della rana volante, derivante dalle ricerche sulla levitazione diamagnetica, e nel 2010 vinse il Nobel per le proprie ricerche sul grafene.

L’Italia sul podio

Il nostro paese si piazza piuttosto bene anche agli Ig Nobel. Non di rado, i premi, in diverse discipline, sono stati assegnati a ricerche italiane. Ne ricordiamo alcune: 

  • Ig Nobel 2008 per l’alimentazione, quando Massimiliano Zampini dell’Università degli Studi di Trento e Charles Spence dell’Università di Oxford, Regno Unito, hanno ricevuto il premio in Alimentazione per essere riusciti a modificare elettronicamente il suono di una patatina fritta in modo tale che la masticata sembri più nitida e più fresca di quanto non sia realmente. Massimiliano Zampini che non riuscì a partecipare alla cerimonia, ha ricevuto il premio durante una cerimonia speciale, un mese dopo, al Festival della Scienza di Genova
  • Tra i premiati dell’Ig Nobel 2010, categoria Management, figurano anche tre italiani: Alessandro PluchinoAndrea Rapisarda e Cesare Garofalo dell’Università di Catania. L’ambito e rinomato premio è stato consegnato loro per uno studio sull’organizzazione aziendale, e in particolare “per aver dimostrato matematicamente che enti e aziende sarebbero più efficienti se promuovessero le persone in modo del tutto casuale“. Geniale.
  • Ig Nobel per la fisica 2013,  consegnato al team di Alberto Minetti dell’Università di Milano, per lo studio sulla gravità e la scoperta che, sulla Luna, una persona potrebbe correre sulla superficie di uno stagno. Insieme a Nadia DominiciFrancesco Lacquaniti dell’Università di Torvergata e Germana Cappellini (Irccs Fondazione Santa Lucia), i ricercatori hanno stabilito che gli uomini possono camminare su uno specchio d’acqua, ovvero un lago, se si trovassero sulla Luna o su Marte, ossia in presenza di una forza di gravità ridotta. Come i gibilischi
  • Ig Nobel 2014: ben due premi sono stati portati a casa in Italia. Il primo è andato all’Istat, l’Istituto nazionale di statistica ha vinto il premio per l’economia perchè nelle sue rilevazioni ha incrementato il Pil includendo i proventi ricavati dall’economia illegale e sommersa come prostituzione, droghe e contrabbando che, secondo i dati, valgono 200 miliardi di euro. L’altro premio assegnato all’Italia è andato a Marina De Tommaso e la sua équipe del Policlinico dell’Università di Bari per uno studio sul dolore che si avverte mentre si guarda un’opera d’arte brutta. Durante la cerimonia di premiazione ha la scienziata italiana ha tenuto un discorso sull’effetto antidolorifico che può avere guardare un’opera d’arte: “Botticelli è ottimo per combattere il mal di denti“, ha spiegato al pubblico affascinato dalle sue spiegazioni.

  • Nel 2019, l’Italia ha vinto l’Ig Nobel per la Medicina per “aver fornito l’evidenza che la pizza può proteggere da malattie e morte, purché fatta e mangiata in Italia”.

Più recentemente, nel 2022, due giovani ricercatori, Ilaria Bufalari e Matteo Martini, in rappresentanza di tutto il gruppo di ricerca guidato dal Prof. Salvatore Maria Aglioti, Responsabile del Laboratorio di Neuroscienze Sociali presso la Fondazione Santa Lucia IRCCS e l’Università Sapienza di Roma, hanno ritirato il premio Ig Nobel per la Psicologia per uno studio sui gemelli omozigoti che hanno difficoltà a riconoscere il proprio volto da quello del fratello.

Anche l’Ig Nobel per Economia 2022 è andato all’Italia, nello specifico ad Alessandro Pluchino, Alessio Emanuele Biondo e Andrea Rapisarda, per aver spiegato matematicamente perché spesso sono le persone più fortunate, e non quelle più talentuose, ad avere successo nella vita.

Il team italiano vincitore dell’Ig Nobel per l’Economia I crediti: Skuola.net

I vincitori 2022

Dal 1991, anni di istituzione del premio, i vincitori sono stati numerosi nelle diverse discipline. Per comodità, riportiamo soltanto quelli relativi ai premi assegnati nell’ultima edizione ma la lista completa è disponibile a questo link . Oltre ai premi italiani, gli altri Ig assegnati sono stati: 

  • Cardiologia applicata – Eliska Prochazkova, Elio Sjak-Shie, Friederike Behrens, Daniel Lindh e Mariska Kret, per aver cercato (e trovato) le prove che quando due partner romantici si incontrano per la prima volta, e si sentono attratti l’uno dall’altro, i loro battiti cardiaci si sincronizzano.
  • Letteratura – Eric Martínez, Francis Mollica ed Edward Gibson, per aver analizzato cos’è che rende i documenti legali così difficili da comprendere.
  • Biologia – Solimary García-Hernández e Glauco Machado, per aver studiato se e come la costipazione abbia implicazioni sulle prospettive di accoppiamento degli scorpioni.
  • Medicina – Marcin Jasiński, Martyna Maciejewska, Anna Brodziak, Michał Górka, Kamila Skwierawska, Wiesław Jędrzejczak, Agnieszka Tomaszewska, Grzegorz Basak ed Emilian Snarski, per aver mostrato che quando i pazienti si sottopongono ad alcuni tipi di chemioterapia tossica soffrono meno effetti collaterali se del gelato sostituisce uno degli elementi tipici della procedura.
  • Ingegneria – Gen Matsuzaki, Kazuo Ohuchi, Masaru Uehara, Yoshiyuki Ueno e Goro Imura, per aver cercato di scoprire qual è il modo più efficiente di usare le dita quando si gira un pomello.
  • Storia dell’arte – Peter de Smet e Nicholas Hellmuth, per il loro studio “Un approccio multidisciplinare alle scene di clisteri rituali sulle antiche ceramiche dei Maya”.
  • Fisica – Frank Fish, Zhi-Ming Yuan, Minglu Chen, Laibing Jia, Chunyan Ji e Atilla Incecik, per aver cercato di capire come fanno gli anatroccoli a nuotare in formazione.
  • Pace – Junhui Wu, Szabolcs Számadó, Pat Barclay, Bianca Beersma, Terence Dores Cruz, Sergio Lo Iacono, Annika Nieper, Kim Peters, Wojtek Przepiorka, Leo Tiokhin e Paul Van Lange, per aver sviluppato un algoritmo che aiuta i pettegoli a decidere quando dire la verità e quando mentire.
  • Sicurezza – Magnus Gens, per aver sviluppato un manichino di alce da usare nei crash test.

I premi 2023 saranno assegnati il prossimo 14 settembre.

fonti: Ig Nobel I Eppel 

immagine di copertina: Ig Nobel


 

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