In aula senza mascherina? è possibile grazie ad un impianto tarGato NASA
L’intuizione e la scelta innovativa di un dirigente scolastico di Portici
Nella scuola media Carlo Sant’Agata di Portici è possibile non indossare la mascherina all’interno dell’istituto. E non per disobbedienza o trasgressione ma come celebrazione dell’innovazione.
Nell’Istituto Comprensivo Sant’Agata di Portici, in provincia di Napoli, è infatti stato introdotto un impianto di sanificazione che consente di depurare giorno e notte l’aria, risparmiando agli studenti l’obbligo di indossare la mascherina.
Lo strumento, brevettato dalla Nasa e corrispondente a quello già utilizzato nelle navicelle spaziali, si chiama Refinair e riduce al minimo muffe, lieviti, virus e batteri, eliminando la carica microbica e i composti organici volatili (VOC) da ambiente e superfici. Una sorta di “grande Amuchina aerea” applicata ad aule, mense e palestre, che impedisce l’attecchire e il diffondersi del coronavirus.
L’introduzione di questa tecnologia si deve all’intuizione del dirigente scolastico Nicola Di Muzio che ha deciso di destinare parte del fondo ministeriale “Scuole belle” per la manutenzione nelle scuole all’acquisto di strumenti di prevenzione che era rimasto inutilizzato. «Eravamo preoccupati per quello che sarebbe avvenuto a settembre – ammette Di Muzio – Nel cercare una soluzione ci siamo resi conto che avevamo questi soldi».
Ha così indetto un bando al quale ha risposto l’ingegnere Salvatore Varapodio, manager dell’Aorn Santobono-Pausillipon, azienda del Servizio Sanitario Nazionale, che gli ha presentato questo sistema innovativo. Durante il lockdown, l’ingegnere aveva cominciato ad approfondire la tematica, scoprendo che la Nasa aveva brevettato questo sistema sanitario basato sulla sanificazione e la purificazione continua.
In sostanza l’aria viene pulita in ogni istante, anche di notte, riducendo quasi al massimo la carica virale presente. Un ciclo perenne compatibile con la presenza dei ragazzi nelle aule.
Il preside ha accolto con entusiasmo l’idea: con 100mila euro del fondo ministeriale il Refinair è stato subito introdotto in tutti gli spazi dell’istituto.
Il sistema è reso ancora più efficiente dall’adozione di tecnologie che consentono di effettuare al momento giusto il cambio dell’aria, operando come dei semafori: quando si accende la spia verde, la qualità dell’aria è buona; il segnale rosso indica viceversa che occorre subito un riciclo. Il combinato disposto di Refinair a “semaforo” ha prodotto ottimi risultati: per il momento all’interno dell’istituto, a differenza di molti altri in Campania, non sono stati rilevati casi di Covid tra docenti, alunni e personale Ata.
Gli insegnati non possono che sentirsi sicuri, sani e sereni: «Lavorare in un ambiente sicuro ci aiuta a lavorare con maggiore serenità», dice Anna Pica, prof di italiano e latino. «Ci permette di guardare negli occhi i ragazzi senza le mascherine e riassaporare il senso di normalità che abbiamo perduto».
Un trionfo, se si pensa che l’istituto ospita ben 1.000 studenti distribuiti in 69 classi. E se si considera che la scuola si trova in una città tra le più densamente popolate al mondo, dove il distanziamento sociale è principio arduo da mettere in pratica.
Un suggerimento che speriamo altri riescano ad accogliere. Se hai un progetto dedicato alla sanificazione che vuoi far conoscere, partecipa alla Call for Makers di Maker Faire Rome 2020: hai tempo fino al 22 ottobre per candidarti!
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