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FILO, la startup italiana dell’IoT, acquisita da importante gruppo cinese

Intervista a Giorgio Sadolfo, CEO di FILO, la startup italiana dell’IoT che grazie a questa acquisizione potrà operare sui mercati globali dei prodotti per l’infanzia

 

E’ recente l’annuncio che FILO, software house italiana specializzata in prodotti IoT basati su tecnologia bluetooth, è stata acquisita da Travel Innovation Ltd, una delle principali aziende del mercato globale dei prodotti per l’infanzia presente in oltre 80 Paesi nel mondo.

Chi è FILO

Filo è specializzata nella tecnologia per la sicurezza dei bambini. E’ stata fondata nel 2014 da Giorgio Sadolfo, Lapo Ceccherelli, Andrea Gattini e Stefania De Roberto ed è stata accelerata da LUISS EnLabs, l’acceleratore d’impresa di LVenture Group –  holding di Venture Capital quotata sul mercato Euronext Milan di Borsa Italiana che investe in startup digitali ad elevato potenziale di crescita – per poi entrata nel distretto di Pi Campus.

Il team di FILO. Sulla sinistra, Giorgio Sadolfo, CEO e protagonista della nostra intervista 

La recente acquisizione da parte di Travel Innovation Ltd, azienda leader sui mercati internazionali dei prodotti per l’infanzia, con sede in Cina e rappresentanze in tutto il mondo, si inquadra  Indubbiamente in uno scenario di crescente interesse delle corporate verso le startup e le tecnologie sviluppate nel nostro Paese.

I prodotti di punta di FILO

I due prodotti punta completamente made in Italy e brevettati in oltre 30 Paesi nel mondo sono Filo Tag e Tata Pad.

Il primo, Filo Tag,  consiste in un tracker bluetooth utile nel ritrovamento di oggetti dall’uso comune come chiavi e portafoglio.

foto: Manuele Pizzolorusso

Il secondo, invece, Tata Pad, è un dispositivo anti-abbandono a norma di legge che rileva la presenza dei bambini sui seggiolini e avvisa il genitore o i contatti di emergenza in caso di abbandono in auto, anche con smartphone spento, scarico o senza campo.

 

Tata Pad, il dispositivo anti-abbandono che può essere installato su ogni seggiolino per auto I foto: Sicurauto

L’intervista a Giorgio Sadolfo, CEO di FILO

Abbiamo chiesto a Giorgio Sadolfo, CEO di FILO – al quale ci lega un rapporto di stima e di affetto, visto che FILO ha scelto in più occasioni proprio Maker Faire Rome per presentare il suo modello di business e per lanciare i suoi prodotti – di raccontarci in maggior dettaglio come si è arrivati a questa acquisizione, e anche di fornire qualche spunto a chi si avvia ora a lanciare la propria azienda sul mercato.

  1. Quali sono stati gli elementi di forza di FILO che hanno convinto gli investitori a questa operazione?

    Facendo un’analisi a ritroso, credo che la nostra attenzione al dettaglio, la velocità di esecuzione e la capacità di problem solving siano stati i fattore che hanno portato Traveler Innovation ad optare per l’acquisition. In Filo hanno visto una concreta possibilità e capacità di lanciare il loro brand e i loro prodotti nel mondo dell’IoT, competenze che l’azienda è riuscita a colmare istantaneamente grazie all’acquisizione di Filo.

  2. Quasi ogni startup parte immaginando – e lavorando duramente – per una exit di successo. Come è stato il percorso che vi ha portati a questo tipo di exit?

    Questa M&A (merger & acquisition) è stato il frutto di tanti fattori, ma la cosa che pensiamo abbia influenzato maggiormente gli eventi è che l’operazione ha avuto origine da una positiva relazione di business. Infatti, meno di un anno fa, avevamo cominciato a lavorare con Traveler Innovation realizzando una versione modificata e migliorata del nostro dispositivo anti abbandono. Questa versione è stata utilizzata per offrire al mercato statunitense una soluzione efficace al dramma dei bambini deceduti in auto perché lasciati da soli sotto il sole.
    La positiva relazione di business è stato l’attivatore di scelte più strategiche che sono confluite nella decisione di acquisire FILO Srl, il suo know-how e soprattutto il suo asset principale: le persone.

  3. Avevate valutato la possibilità di proseguire in autonomia? Cosa vi ha poi indirizzato verso l’acquisizione?

    Il desiderio di continuare in autonomia è sempre stato il primo pensiero per Filo. Ciò che ci ha sempre affascinato di questo mondo è stata la possibilità di avere un impatto positivo sulla vita di centinaia di migliaia di persone, a cominciare dai colleghi che abbiamo accanto. Per farlo tuttavia, c’è sempre stato bisogno di un grande investimento, non solo da parte delle persone che costituiscono effettivamente l’azienda, ma soprattutto in Italia, anche da parte di operatori istituzionali come i fondi di Venture Capital.
    Questo aspetto è sempre stato dolente in Filo. In quanto startup IoT, abbiamo sempre riscontrato poca conoscenza di come funzionano questi modelli di business e poco interessa a supportarli da parte di fondi istituzionali. Negli ultimi anni, questa tensione ci ha allontanato molto dalle operatività quotidiane per cui quando abbiamo trovato un partner con una comunione di intenti coì simile alla nostra, non abbiamo potuto fare a meno di considerare questa soluzione come una vera e propria opportunità per entrambe le aziende.

  4. Perché un’azienda cinese di base a Hong Kong, presente in 80 paesi – alcuni dei quali vantano ricerca e sviluppo avanzatissimi –  ha scelto di acquisire proprio un’azienda italiana?

    Il motivo principale è che Filo rappresenta per Traveler Innovation non solo quell’ingrediente segreto che a loro mancava (elevate competenze nel mondo dell’IoT) ma anche un vero e proprio acceleratore di sviluppo del business e del portafogli prodotti. Nei prossimi anni lanceremo nuovi prodotti su scala mondiale. La nostra conoscenza decennale di processi di produzione e sviluppo nel mondo IoT ha fatto la differenza nella loro decisione.

  5. Ci sono dei punti di forza propri del modo di fare impresa italiano che credi siano risultati di particolare interesse per Traveler Innovation Ltd?

    Esistono alcuni fattori oggettivi ed altri soggettivi.
    Tra quelli oggettivi devo dire che, seppur l’ecosistema startup italiano abbia fatto molti passi avanti da quando abbiamo lanciato Filo nel 2014, allo tempo stesso è ancora molto indietro rispetto ad altri paesi dell’UE. Questo ci ha obbligato a lavorare il doppio, o anche il triplo, per ottenere i risultati. Questa difficoltà ha quindi contribuito a forgiare un team di persone fortemente motivato e capace, fattori che si sono rivelati fondamentali per l’acquisizione.
    Tra i fattori soggettivi, intesi come fattori più “intimi” di Filo, c’è quello relativo alla nostra scelta di come fare impresa. Abbiamo sempre voluto giocare con le nostre regole, mettendo al centro la persona e la sua dignità in tutti i modi possibili. Ovviamente, non sempre siamo stati in grado di farlo, ma l’impegno non è mai mancato.
    Da questo punto di vista, abbiamo riscontrato un’affinità incredibile con Traveler Innovation e questo ha sicuramente contribuito alla finalizzazione dell’M&A.

  6. Su che altri prodotti vi concentrerete ora, per quali mercati?

    Lavoreremo insieme a Traveler Innovation per lanciare velocemente nuovi prodotti IoT per semplificare la vita in movimento dei genitori moderni. Nelle prossime settimane lavoreremo molto per definire una roadmap di prodotto sfidante, con l’obiettivo di incrementare la presenza del brand negli oltre 80 paesi in cui è presente l’azienda.

  7. Quale sarà il tuo ruolo in FILO ora? E quale quello dei tuoi soci?

    FILO continuerà a mantenere la propria identità giuridica e base legale qui a Roma. Anche se non sarò più l’amministratore unico in quanto è stato istituito un CDA, continuerò a dirigere l’azienda in qualità di CEO supportato dall’esperienza e dei miei soci fondatori: Andrea, Lapo e Stefania. I nostri team hanno già avviato un importante processo di integrazione che ci porterà a lavorare quotidianamente a stretto contatto con Traveler Innovation. Anche se FILO manterrà la sua identità giuridica, ora facciamo tutti parte dello stesso gruppo aziendale.

Qualche consiglio ‘da esperto’ a chi inizia a fare impresa ora

  1. Cosa ha significato fare startup per voi?

    Cambiamento.
    Sicuramente questa è la parola chiave più importante. Cambiamenti che ognuno di noi ha dovuto affrontare, non solo quelli riscontrati nella sfera professionale, ma anche in quella personale. Bisogna considerare che i miei soci e i miei colleghi sono state le persone che negli ultimi 10 anni ho visto maggiormente e questo ti influenza molto, ti contamina e soprattutto, per il ruolo che io e i miei soci abbiamo avuto nel guidare questa azienda, ti pone di fronte a tantissime fragilità e soprattutto anche davanti al tuo ego, che nella prima fase professionale richiedeva sempre molto “spazio”.
    “Spazio” che, con il tempo e con tanti processi di crescita e consapevolezza, abbiamo imparato a togliere all’ego per cederlo invece al desiderio di condividere la positività che stavamo creando con le persone che gravitavano intorno a noi.

  2. “Esiste solo una cosa, EXECUTION”, è praticamente il mantra di ogni startup. E’ stato cosi anche per FILO?

    Si e no.
    Filo è stata la nostra prima esperienza per cui agli inizi abbiamo fatto nostro questo mantra. Con il tempo abbiamo anche però compreso i paradossi che si portava dietro. Il primo, quello di derivare da un sistema impresa, quello della Silicon Valley, che nulla ha a che vedere con il nostro. L’execution è importante, certo, e non puoi farne a meno se vuoi “crescere velocemente”, ma la crescita veloce ti obbliga a tralasciare tante altre cose che riteniamo invece essere fondamentali per chiunque decide di lanciarsi nel mondo imprenditoriale.

    Una tra queste, quella di capire effettivamente “chi sei” e “perché lo fai”: sono domande a cui l’execution non lascia tanto spazio perché niente è più importante della performance. Tralasciare questi aspetti, tuttavia, può portare a conflitti interni maggiori che nel tempo avranno le loro ripercussioni all’interno dell’azienda.

  3. Sicuramente non è sempre stato tutto facile o lineare. Quali momenti critici avete dovuto affrontare? Ci sono scelte o decisioni che avete preso e che oggi sconsiglieresti?

    I momenti più brutti sono stati quelli in cui ci siamo resi conti di aver ideato un modello di business efficace, ma economicamente insostenibile. E che per sostenerlo avremmo dovuto scalare su volumi che non eravamo in grado di raggiungere per mancanza di supporto finanziario.
    Più di una volta siamo arrivati a pochi giorni dal “crack”, ma tra fortuna e, come dico io, il buon Dio, abbiamo sempre trovato una nuova strada da intraprendere.
    Oggi, tuttavia, non mi sento di consigliare o sconsigliare nulla. Tutto ciò che abbiamo fatto, anche gli errori più grossolani, sono stati un fattore fondamentale per diventare gli imprenditori che siamo, o meglio, le persone che siamo. Quindi il mio consiglio è: non inseguire alcun modello preconfezionato, trova i tuoi valori e le tue “regole” e fa a modo tuo.

    Un po’ di sana anarchia, ogni tanto, è l’ingrediente segreto per cambiare le cose.

Ti riconosci in questo spirito business-anarchico? Hai un progetto, una startup, un’idea di business che vorresti condividere o aiutare a scalare? Vieni a Maker Faire Rome dal 20 al 22 ottobre 2023 alla Fiera di Roma: potrai incontrare altri imprenditori come te, confrontarti con esperti e professionisti di settore, presentare la tua idea a investitori e aziende interessate a chi fa innovazione.

Si ringraziano Andrea Gattini e Giorgio Sadolfo

Immagine di copertina: Bernard Hermant via Unsplash


 

Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

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