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Come funziona la nuova ‘toilette spaziale’ della Nasa

Una soluzione molto ingegnosa per un’esigenza fondamentale, anche nello spazio

 

Qualche mese fa, Maker Faire Rome – the European Edition e’ stata tra i promotori di una challenge lanciata dalla NASA, la “Lunar Loo Challenge“, per garantire agli astronauti migliori condizioni igieniche. L’esigenza era quella di trovare soluzioni efficaci in vista della missione Artemis, che riporterà l’uomo sulla Luna in modo permanente a partire dal 2024.

Lunar Loo Challenge

Quello delle toilette a bordo delle stazioni spaziali internazionali e’ un aspetto assolutamente centrale della vita nello spazio, per una molteplicità di motivi che crediamo non sia necessario spiegare.

Un nuovo “WC spaziale”

E’ recente la notizia che per la prima volta dopo anni, finalmente, la Stazione Spaziale Internazionale avrà un nuovo “WC spaziale”.

Il nome tecnico del nuovo sistema è Universal Waste Management System (UWMS), cioè “sistema universale di gestione dei rifiuti” ed è costato 23 milioni di dollari.

La nuova toilette è più piccola e leggera rispetto agli attuali servizi igienici dell’ISS. In questo modo dovrebbe risultare più comoda anche per astronaute. In molti ricordiamo proprio la nostra astronauta di punta, Samantha Cristoforetti,  in un video piuttosto ironico ma molto “scientifico” che raccontava il funzionamento – in verità, molto macchinoso – del vecchio sistema, non proprio amato dagli astronauti.

 

Quali sono le novità del nuovo modello

La forma più compatta è stata dettata da una questione di convenienza: è molto più costoso e difficile lanciare oggetti più pesanti e voluminosi. Ne beneficeranno anche le missioni future di lunga durata, come quelle sulla Luna o Marte.

Le dimensioni della toilette spaziale sono state ottimizzate: UWMS è più piccola del 65% e più leggera del 40% rispetto agli attuali servizi igienici della ISS. Gli ingegneri hanno reso la toilette più efficiente anche dal punto di vista energetico, anche se il funzionamento non differisce poi molto rispetto alle precedenti versioni.

L’elemento più importante infatti di questi WC adatti allo spazio è l’aspirazione: questa assicura che i rifiuti prodotti dagli astronauti vengano effettivamente trascinati nella toilette e non galleggino inavvertitamente intorno alla cabina dell’equipaggio (sarebbe un problema spiacevole!)

 

photo credit: NASA

Attualmente, gli astronauti per urinare a bordo della ISS usano un imbuto attaccato a un tubo, con una ventola all’interno che aspira l’urina. Per la defecazione invece gli astronauti si “siedono” su un contenitore che utilizza la stessa ventola che trascina le feci.

 

photo credit: NASA

Anche l’UWMS si basa su un sistema di ventilazione e su un imbuto collegato a un tubo, ma la NASA ha affermato di aver lavorato insieme alle donne astronaute dell’Agenzia per progettare al meglio sia la forma dell’imbuto che la “seduta” del water. “Il design dell’imbuto è stato completamente ridisegnato per adattarsi meglio all’anatomia femminile”, ha detto Melissa McKinley, project manager del sistema. Anche il sedile è stato anche sagomato per rendere più facile l’utilizzo di questa toilette anche alle donne.

 

photo credit: NASA
photo credit: NASA

Stampata anche in 3D

Un’altra caratteristica importante di questa toilette è che gli ingegneri della NASA hanno utilizzato una speciale tecnica di stampa 3D per realizzare varie parti del sistema con metalli più resistenti alla soluzione alquanto acida usata all’interno del sistema per trattare l’urina. Questa a volte può infatti contenere depositi solidi che rimangono bloccati nella toilette e si accumulano nel tempo: in questo nuovo modello i toilette, viene invece pre-trattata con una soluzione acida per abbattere quei depositi, prima di inviarla a un sistema di riciclaggio a bordo.

Finalmente tutti gli astronauti dell’ISS, sia uomini che donne, avranno una toilette più comoda e moderna: una volta arrivata sarà installata accanto a uno degli attuali servizi igienici già a bordo e testata per tre mesi. Alla fine diventerà una opzione ulteriore per gli astronauti a bordo della ISS.

 

fonti: Mashable, NASA, US Embassy in Italia


 

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