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Una gamba bionica per restituire ai mutilati di guerra la possibilità di tornare a camminare: il nuovo progetto open source di Isinnova

 

Un ausilio economico, accessibile e stampato in 3D realizzato dall’azienda bresciana che avevamo conosciuto in piena emergenza pandemica,  specializzata in progetti innovativi 

 

 

A marzo 2020, in piena emergenza pandemica, noi di Maker Faire Rome avevamo raccontato il progetto delle valvole salva – vita Charlotte, realizzate da Isinnova che, in poche ore, è riuscita a trasformare delle maschere da snorkeling in efficaci caschi per la respirazione, destinati ai pazienti affetti da Covid-19.

Oggi, a distanza di tre anni, siamo orgogliosi di poter tornare a parlare di questa azienda bresciana guidata da Cristian Fracassi – premiato nel 2022 con il prestigioso Compasso d’Oro – che, ancora una volta, mette a disposizione il proprio expertise e le proprie risorse per “fare la differenza”. L’emergenza è un’altra, la guerra in Ucraina, ma l’obiettivo è sempre lo stesso, aiutare chi è in difficoltà. E questa volta attraverso delle protesi stampate in 3D destinate a chi ha subito l’amputazione di un arto inferiore a causa del conflitto. 

 

Letizia
Cristian Fracassi, founder e CEO di Isinnova, con il Compasso d’Oro ricevuto nel 2022 per le valvole Charlotte

 

Letizia, la protesi low cost stampata in 3D

 

Letizia nasce con l’intento di verticalizzare persone che hanno subìto un’amputazione a un arto inferiore. Isinnova ha risposto all’appello di Intermed Onlus, un’associazione no profit di medici attiva in Ucraina che richiedeva aiuto per le persone che a causa del conflitto hanno subito amputazioni. A causa della guerra, infatti, più di 3.000 civili, tra cui bambini, hanno perso un arto inferiore e anche questa volta l’azienda bresciana non si è tirata indietro, fornendo protesi per gambe stampate in 3D, dando vita al progetto benefico denominato, appunto, “Letizia”.

E la scelta della stampa 3D non è stata casuale: Isinnova si è trovata, infatti, ad affrontare due tipologie di problemi: l’elevato costo di una protesi (superiore ai 5000 euro); l’ingente numero di mutilati di guerra. I vantaggi derivanti da questo processo sono stati notevoli, innanzitutto per la riduzione dei costi che ne risulta. Utilizzando la stampa 3D Isinnova è riuscita a sviluppare una protesi con soli 500 euro. Inoltre, Letizia consente ad un ortopedico di poter unire una serie di elementi tecnici semplici, forniti dalla stessa azienda, per comporre una gamba e personalizzarla in base al paziente. Sono quindi stati considerati altezza, dimensione della coscia, livello di amputazione, rigidità e geometria del moncone. La forza di questa tipologia di ausilio sta nella semplicità di montaggio e nella capacità di adattamento e utilizzo per il paziente, rendendo più facile la sua accettazione. 

 

Credits: ilgiornaledibrescia.it / Isinnova

 

Un lavoro di squadra, open source e pensato per soddisfare esigenze diverse

 

Letizia è un progetto completamente “open source” cioè condiviso in rete per essere scaricato ed utilizzato gratuitamente in tutto il mondo. A seconda del livello di amputazione, basterà quindi scaricare il file di riferimento e arrestare la stampa quando è raggiunta l’altezza desiderata. Sarà possibile dunque scegliere tra diversi modelli a seconda della necessità dei pazienti. Secondo Isinnova, grazie alla sua modularità, la protesi Letizia può essere adattata a qualsiasi tipologia di amputazione: trans-femorale, disarticolazione del ginocchio, trans-tibiale, amputazione del piede.

Per la realizzazione delle protesi, l’azienda bresciana ha lavorato insieme al Centro Ortopedico Sanitaria Bresciana, disponendo così di tutte le competenze mediche necessarie per affrontare un progetto di questo tipo e mettendo in campo le proprie conoscenze ingegneristiche e in termini di materiali. La resistenza strutturale è affidata all’alluminio, la geometria e l’estetica alla plastica riciclata e biodegradabile stampata in 3D e la resistenza all’usura è invece deputata al poliuretano. Per l’aggancio alla coscia vengono adoperate delle cinghie recuperate da tutori che solitamente si usano in seguito ad operazioni al ginocchio.

 

Al momento Letizia è al settimo prototipo e già 101 protesi per gambe sono state spedite a Vinnycja in Ucraina, per poter essere testate dai primi volontari che forniranno a Isinnova eventuali suggerimenti e osservazioni per un miglioramento più accurato e mirato del prodotto. 

Una curiosità che rende il progetto ancora più interessante è la storia dietro il nome del progetto: Letizia Bonomi è una ragazza di Lumezzane che ha perso una gamba da bimba e che ha aiutato molto l’azienda dando consigli per la realizzazione della protesi. Letizia, inoltre, è anche il nome della mamma di Cristian Fracassi; così come Charlotte, nome della valvola creata per l’emergenza Covid-19, è il nome di sua moglie.

Maggiori informazioni sul progetto sul sito ufficiale di Isinnova.

 

Fonti: isinnova.it I 3Dnatives.com

 


 

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Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, imprese che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

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