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Hoop: anche la plastica è circolare, e può essere riciclata all’infinito

Hoop, per un mondo senza rifiuti di plastica

 

Hoop by ENI Credits: ENI

 

Possiamo davvero liberarci della plastica? Ogni anno, secondo le stime del WWF, si producono oltre 300 milioni di tonnellate di plastiche tradizionali, derivate da petrolio, che negli ultimi anni sono state oggetto di una campagna che le addita quali nemiche dell’ambiente.

 

Adesso che la sensibilità ambientale è universalmente cresciuta e le leggi internazionali obbligano o spingono a ridurre l’utilizzo di materie prime di origine fossile, e a convertire i consumi di polimeri sintetici, la percezione comune è che dovremmo abbandonare le plastiche tradizionali per far spazio a materiali alternativi.

E se il problema delle plastiche fosse nella loro qualità, invece? Se potessimo trasformare – come già accade per l’alluminio – le plastiche, riciclandole all’infinito?

 

Il contesto

 

Ad oggi, ogni anno l’Europa genera circa . Meno del 30% viene però raccolto a fini del  riciclo. Anche in Italia, nonostante il fiorire di iniziative “plastic free”, continuiamo a consumare sempre più imballaggi in plastica.

In questo contesto, una delle principali sfide da affrontare è costituita proprio dalla plastica mista o plasmix.  Incide per quasi la metà della raccolta differenziata della plastica ed è difficilmente riciclabile perché costituita da materiali diversi tra loro.

 

Una soluzione arriva dal riciclo chimico, che è un processo in grado di scomporre la struttura molecolare di un manufatto in plastica fino a ottenere una nuova materia prima impiegata per realizzare nuovi prodotti..

 

HOOP: trasformare le plastiche di scarto in nuova materia prima

 

Hoop, il cerchio, simbolo per eccellenza di circolarità: è questo il nome del progetto Versalis, società chimica di Eni, per lo sviluppo di una nuova tecnologia per riciclare chimicamente i rifiuti in plastica.

 

 

Grazie ad un accordo di sviluppo congiunto con la società italiana di ingegneria Servizi di Ricerche e Sviluppo (S.R.S.), proprietaria di una tecnologia specifica (la pirolisi, che verrà sviluppata ulteriormente) Versalis trasformerà i rifiuti in plastica mista, non riciclabili meccanicamente, in materia prima per produrre nuovi polimeri vergini.

 

 

Si tratta di un processo di riciclo chimico, con il quale Versalis ambisce a creare un processo virtuoso di riciclo della plastica, teoricamente infinito, per produrre nuovi polimeri vergini idonei a ogni applicazione e con caratteristiche identiche a quelli che provengono da fonti fossili.

Un impatto potenzialmente inestimabile per le persone e l’ambiente. Una volta ancora, una scelta strategica nel pieno rispetto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili al 2030 fissati dalle Nazioni Unite.

 

Il primo impianto a Mantova

 

Facendo leva sulle proprie competenze tecnologiche e industriali, Versalis realizzerà un primo impianto da 6.000 ton/anno a Mantova, con l’obiettivo di un successivo e progressivo passaggio di scala in alcuni dei propri siti produttivi in Italia.

Con questa iniziativa Versalis conferma la sua strategia per sviluppare la “chimica circolare”, attraverso il riciclo chimico, che è complementare a quello meccanico – attività in cui è già impegnata in prima linea – nella prospettiva di dare nuova vita ai rifiuti in plastica.

Un progetto che apre nuove prospettive di sviluppo e crescita della società chimica di Eni.


 

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