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Rosso, la startup che vuole azzerare l’emergenza sangue in Italia

dall’esperienza peronale della giovanissima Chiara Schettino, rosso promuove “la cultura del dono” tra le nuove generazioni

La startup punta a diventare un riferimento costante durante tutto l’iter della donazione 

 

Ad oggi sono circa 1.6 milioni i donatori di sangue in Italia, con un’età media molto alta che supera, tendenzialmente, i 45 anni: sono numeri che preoccupano, in quanto non sufficienti a soddisfare il fabbisogno reale di sangue e dei suoi derivati ma anche perché fanno intuire che manca un ricambio generazionale, aspetto che contribuisce ad aggravare un’emergenza diffusa soprattutto in alcune aree del territorio, in particolare nel Lazio, in Sardegna e in Campania.

Un ulteriore elemento di criticità risiede nella ricorrenza della donazione: infatti, gli uomini possono donare ogni 90 giorni, dunque fino a 4 volte l’anno, così come le donne se in età non fertile, altrimenti la possibilità di queste si dimezza. E i dati parlano chiaro: la percentuale di donatrici è pari al 33%, nettamente inferiore rispetto a quella di donatori di sesso maschile, un aspetto che mette in luce un altro problema, se si considera che per trasfondere una donna in età fertile è preferibile il ricorso a sangue proveniente da un individuo dello stesso genere, una compatibilità genetica che – ad oggi – non può essere garantita, proprio per i motivi evidenziati.Proprio per rispondere a questo problema, alla fine del 2022 è nata Rosso, una startup fondata da Chiara Schettino, poco più che ventenne alla data della fondazione, con la passione per l’innovazione nel mondo sanitario, tanto da aver progettato, già nel 2020 e insieme a un team internazionale, una soluzione in grado di pre – diagnosticare il Covid, attraverso la classificazione dei flussi sonori della voce delle persone.

 

Rosso, da una storia personale un progetto universale 

 

Rosso nasce dall’esperienza personale di Chiara Schettino che, all’età di 19 anni, ha dovuto affrontare in prima persona la leucemia, malattia che l’ha resa dipendente dalle donazioni di sangue. “Sono stata in cura a Roma, città che registra la più alta emergenza di sangue in Italia e in cui i centri trasfusionali faticano a essere autosufficienti; per poter ottenere una trasfusione di due sacche, corrispondenti alla dose necessaria per il mio peso, mi è capitato di dover aspettare anche 15 ore, un’attesa estenuante a livello fisico, ma anche psicologico”, racconta Chiara. 

E’ proprio per questo motivo che Rosso si pone come macro-obiettivo quello di azzerare entro i prossimi 10 anni l’emergenza di sangue in Italia e, per farlo, aiuta gli ospedali a incrementare non solo il numero dei donatori ma anche la loro frequenza di donazione. La startup vuole essere un punto di riferimento concreto e costante durante tutto l’iter di donazione, a partire da campagne di sensibilizzazione, sino alla prenotazione della sede e dell’orario più comodo per il donatore.

Proprio perché nato da un’esperienza personale e così diretta , Rosso porta con sé l’esigenza di diventare quanto più universale possibile e anche per questo motivo l’impegno della startup e di tutto il team che ne fa parte è quotidiano: “Supportiamo le associazioni dei donatori e gli ospedali affiancando passo dopo passo i donatori: li seguiamo nella prenotazione, diamo loro la possibilità di annullare l’appuntamento in qualsiasi momento, ma anche di avere un confronto diretto con un medico e rimanere aggiornati sulle future donazioni”.

 

Il team di Rosso.
Credits: donarosso.it

 

Diffondere la cultura della donazione anche tra le nuove generazioni 

 

Per contrastare l’emergenza sangue è necessario accrescere la “cultura della donazione” anche tra i giovani: ecco perché, tra i primi obiettivi di Rosso, c’è la costruzione della più grande anagrafe europea di donatori under 45. Una rete di solidarietà che vuole essere una soluzione concreta ad un problema che è anche generazionale. 

Per farlo, la startup sin da subito ha puntato al coinvolgimento di diversi attori tra i quali le imprese – all’interno delle quali si fa promotrice di attività di formazione e welfare – le scuole, le università e le associazioni e, con i suoi programmi dedicati alle singole comunità, è riuscita a diventare strumento per il raggiungimento degli obiettivi ESG (di governance) e welfare aziendale, impegnandosi a promuovere i valori della sostenibilità e della responsabilità sociale, attraverso azioni concrete e dall’impatto misurabile.

Inoltre, attraverso una serie di progetti etici ed emozionanti, Rosso si fa promotrice di un impegno di squadra rivolto a tutte le risorse e orientato a un unico obiettivo: salvare vite.

Sono tante le realtà che, in poco più di anno, hanno aderito al programma. Tra queste Procter & Gamble con il programma “Rosso x DONATE”, nato dal desiderio di diffondere la cultura della donazione del sangue all’interno della comunità aziendale, sensibilizzando in maniera continuativa sui temi della prevenzione e della donazione attraverso una serie di attività tra le quali il workshop #DonaRossoinAzienda, che ha invitato i partecipanti a “sfidarsi” a colpi di creatività e strategia per il bene comune.

Tra le collaborazione più significative avviate da Rosso c’è quella con l’AVIS, grazie alla quale è stato possibile realizzare una prima giornata di raccolta. “Collaboriamo spesso con l’AVIS comunale di Roma, che crede fortemente nella nostra startup e nella capacità del progetto di intercettare, sempre più, giovani donatori neofiti – precisa Chiara – Insieme, portiamo avanti iniziative innovative sia da un punto di vista delle modalità di svolgimento, sia per la tipologia di comunicazione: questi due elementi ci permettono di arrivare al cuore dei ragazzi, di ingaggiarli emotivamente e, quindi, di accompagnarli nel prezioso percorso di responsabilità sociale”.

Ma a supportare Rosso non mancano le fondazioni e le Università: tra i primi ad aver creduto nel progetto, H-Farm sostiene la startup sin dagli arbori non solo economicamente – attraverso la Fondazione H-For Human – ma anche ospitando l’hackathon RossoHack, rivolto agli studenti delle scuole superiori e a universitari che, pur avendo background molto differenti, hanno collaborato e si sono sfidati per trovare idee utili a incentivare i coetanei a donare sangue.

Talent Garden Ostiense supporta il progetto aderendo ai programmi di sensibilizzazione e organizzando periodicamente giornate di raccolta di donazioni con Rosso e in collaborazione di AVIS Roma.
Infine, anche l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Campus Biomedico di Roma hanno creduto e credono in Rosso, tanto da promuovere manifestazioni come il RossoTour, per sensibilizzare giovani studenti intorno alla tematica.

 

Un aiuto vitale in appena 10 minuti 

 

Obiettivo di Chiara Schettino e di tutto il team di Rosso è quello di avere nuovi donatori giovani, diffondendo il più possibile la cultura della donazione, portando le nuove generazioni ad avvicinarsi ad un mondo per molti ancora sconosciuto ma realmente vitale: “Donare sangue è uno di quei gesti semplici che richiede davvero solo il tempo di 10 minuti, ma che possono tradursi in un aiuto vitale per gli altri. Se siamo riusciti a convincere anche diversi agofobici, confido nella possibilità di motivare ancora molte altre persone a intraprendere questo prezioso percorso”.

Rosso agisce in tutto il territorio nazionale con una particolare attenzione su Roma che è la città con più emergenza sangue in Italia. Prenotare una donazione è molto semplice si può fare direttamente online, attraverso il sito della startup e la donazione del sangue dura realmente dieci minuti. Dieci minuti che però possono salvare una vita o accorciare il tempo di attesa di qualcuno.

 

Crediti cover foto: Patty Brito via Unsplash

Fonti: Startup Italia / Studenti.it

Autore: Francesca Rosati

 


 

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