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Il latte sintetico può ridurre le emissioni di Co2 e porre fine allo sfruttamento animale

Prodotto dalla sintesi artificiale delle proteine della caseina, il latte sintetico promette di rivoluzionare l’industria dei latticini

 

L’industria alimentare sta cambiando. Grazie alla tecnologia, è sempre più vicino il momento nel quale potremo abbandonare pratiche tradizionali in favore di altre, nuove, più sostenibili per gli animali e per il pianeta.

La notizia più recente in materia riguarda l’industria latto-casearia: il latte sintetico potrebbe arrivare presto sugli scaffali del supermercato.

Cos’è il latte sintetico

Non parliamo di bevande vegetali a base di soia, avena o mandorla che conosciamo già, ma di vero e proprio latte, prodotto a partire dalla sintesi artificiale della frazione proteica della caseina. 

Il latte sintetico non richiede l’intervento di animali da latte ma può avere la stessa composizione biochimica di quello a cui siamo abituati, nonché uguale aspetto, sapore e consistenza

Viene prodotto mediante la cosiddetta fermentazione di precisione, una tecnica che consiste nella produzione di proteine purificate utilizzando microrganismi geneticamente modificati. Questi microrganismi possono essere lieviti, batteri o alghe. Recenti progressi nelle tecniche di editing genetico, come il CRISPR, hanno permesso di fare passi da gigante in questo sistema di produzione.

credits: Teo Do Rio via Unsplash

Una svolta sostenibile

Più dell’80% della popolazione mondiale consuma regolarmente latticini. Al tempo stesso, però, tale consumo ha costi importanti per il pianeta e gli animali.

bovini, necessari sia per la produzione del latte che della carne, producono infatti una quantità importante di CO2 durante il loro processo digestivo.

Sommando la produzione totale di anidride carbonica di tutti i bovini presenti sulla Terra si giunge a una quantità di emissioni talmente elevata da motivare la ricerca verso forme di produzione nettamente più sostenibili per i prodotti latto-caseari.

L’arrivo sul mercato

Il latte artificiale è già realtà in alcuni paesi, grazie all’impegno di numerose aziende del food tech.

Negli Stati Uniti, ad esempio, l’azienda Perfect Day produce le proteine ​​del latte per via sintetica, destinandole alla produzione di gelato, proteine ​​in polvere e, ovviamente, latte. 

In Australia, la start-up Eden Brew ha sviluppato latte sintetico per accontentare i consumatori sempre più preoccupati per i cambiamenti climatici, in particolare per l’apporto di metano delle vacche da latte. 

La start-up israeliana Remilk, già produttrice di formaggi israeliani, ha deciso di sbarcare in Europa, per la precisione in Danimarca, dove metterà in piedi una fabbrica di latte sintetico che mira a sostituire 50.000 mucche all’anno. 

L’obiettivo comune delle aziende è quello di produrre in purezza le frazioni proteiche caratteristiche riuscendo a replicare dei modelli ideali per composizione e particolare frazione proteica, come il latte materno o il latte beta-caseina A2

I vantaggi della produzione di latte sintetico

Il latte sintetico è indubbiamente più sostenibile di quello tradizionale. Per produrre in laboratorio la stessa quantità di latte di una fattoria occorre il 99% in meno di suolo occupato, che potrà essere destinato ad altri usi.

Inoltre, passare al latte sintetico permette di ridurre le emissioni degli allevamenti di bestiame e di tutta la filiera di produzione (come segnalato poco sopra, gli allevamenti intensivi di bovini sono una delle concause più pesanti dell’inquinamento da CO2).

Senza contare che si aprirebbe la strada alla fine dello sfruttamento animale. 

Prospettive future

Saranno necessari ancora diversi anni di sviluppo, e molti investimenti in ulteriore ricerca, prima che si possa raggiungere una produzione di massa. Ci basti pensare all’investimento neessario per la creazione delle infrastrutture di produzione.

Il trend ha già messo in allarme i produttori tradizionali che, solo in Italia, cubano già complessivamente un mercato che vale complessivamente oltre 16 miliardi di euro. Vero è che che questa nuova tecnologia potrebbe non necessariamente sostituire ma, piuttosto, affiancarsi a quelle tradizionali, dando vita a scenari del tutto nuovi e di grande potenziale.

La scoperta è, in ogni caso, di grande impatto e destinata a cambiare il modo nel quale pensiamo ai prodotti latto-caseari. 

fonti: TeleAmbiente I Missione Scienza

 

 

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