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I VINCITORI DI Make to Care IN ISRAELE, PER CONFRONTARSI SUL MODO MIGLIORE PER FARE INNOVAZIONE

I vincitori delle edizioni 2019, 2020, 2021 e 2022 di “Make to Care” hanno potuto conoscere la “startup nation” per eccellenza, Israele, e presentare i loro progetti a organizzazioni e investitori interessati a svilupparli

 

Chiusasi, finalmente la parentesi della pandemia – e, con essa, l’impossibilità di viaggiare liberamente – i vincitori delle ultime quattro edizioni di “Make to Care”, il contest che sconfigge la disabilità a colpi di tech e soluzioni innovative, hanno potuto godere del premio loro assegnato: un viaggio in Israele per incontrare realtà eccellenti dell’innovazione, acceleratori e investitori.

Sette team premiati nelle edizioni 2019, 2020, 2021 e 2022 di Maker Faire Rome hanno preso quindi parte alla missione organizzata da Sanofi, main sponsor di ‘Make to Care’, con il prezioso aiuto dell’Ambasciata di Israele in Italia, che ha consentito loro di conoscere alcuni dei protagonisti dell’innovazione anche in ambito healthcare.

Il racconto che segue è un’adattamento del resoconto di questo viaggio curato da Dario Dongo, fondatore dell’associazione Egalitè e vincitore dell’edizione 2020 di Make to Care con il progetto ‘Smart Wheelchair”, un concept altamente innovativo di sedia a rotelle superleggera che si trasforma velocemente in mezzo di micromobilità sostenibile. Scoprila qui > https://www.maketocare.it/story/sedia-intelligente.

 

 

I sette team vincitori delle edizioni 2019, 2020, 2021, 2022 di Make to Care in Israele

 

Israele, un innovation hub

Israele è leader globale negli investimenti in ricerca e sviluppo (4,9% GDP) e nei livelli di finanziamento delle startup – pari a US$ 950 per capita (US$ 19 in Italia). Così pure nella concentrazione delle startup, una ogni 1.300 cittadini, e di unicorns (billion-dollar companies. Una ogni 112.500 abitanti). L’innovazione in Israele esprime il 10% della forza lavoro, il 15% del GDP e il 54% dell’export complessivo. Con una raccolta di investimenti dall’estero, in tecnologia, pari al 90% del totale.

L’ecosistema innovativo facilita sia la vivace interazione tra i vari ambiti di ricerca, sia l’afflusso di talenti. Israele stessa del resto raccoglie cittadini in arrivo da 150 Stati, in un coacervo di competenze e culture.

 

Life science & healthcare in Israele

Una su cinque imprese innovative in Israele opera nel settore Life Science (scienze della vita), che comprende healthcaredrugsmedical devices (cura della salute, farmaci, dispositivi medici).

Le istituzioni a loro volta sostengono la ricerca e sviluppo in questi ambiti, in linea con gli obiettivi a suo tempo indicati da Shimon Peres nonché con le esigenze attuali di ottimizzare la gestione della sanità pubblica.

 

L’esperienza HealthIL

HealthIL è un’organizzazione no-profit voluta dai ministeri della Salute, dell’Innovazione e dell’Economia di Israele. Si occupa esclusivamente di healthcare, con gli obiettivi di:

  • stimolare l’innovazione nell’assistenza e la gestione della salute
  • promuovere l’adozione di tecnologie innovative nella gestione della salute,
  • sostenere la trasformazione con apposite politiche e infrastrutture.

 

Assistenza alle persone anziane

Una delle sfide di maggior impatto sociale ed economico, in Israele come in molti altri Paesi, è trasferire dagli ospedali alle residenze private l’assistenza alle persone anziane, che a livello globale esprimono una quota crescente delle persone con disabilità.

 

La forza di una rete capillare sul territorio

Il network di HealthIL oggi comprende 55 centri di ricerca, 107 innovation manager e circa 1100 startup (950 israeliane, 150 da altri Paesi). Il governo di Israele ha sostenuto più di 800 progetti-pilota, con finanziamenti che raggiungono il 50%.

 

Disabilità & dignità: l’esempio Access Israel

Access Israel è l’associazione fondata nel 1996 da Yuval Wagner, figlio di persona in sedia a rotelle, che si è trovato in età adulta a vivere la stessa condizione e che, con il sostegno del presidente della Repubblica, ha aiutato lo Stato di Israele a costruire una cultura di inclusione e rispetto delle persone con disabilità. A partire dalla accessibilità.

Secondo Access Israle, “l’accessibilità è:

  • poter raggiungere ed accedere ad una destinazione
  • poter ricevere servizi 
  • poter utilizzare prodotti

con dignità e rispetto, come tra pare e con il massimo livello di autonomia garantita possibile. Senza frustrazioni e con la minor necessità di assistenza che si è in grado di assicurare”.

Grazie ad Access Israel e al suo impegno, tutti i lavoratori vengono formati e aggiornati costantemente sui requisiti di accessibilità, conditio-sine-qua-non per le imprese e gli enti pubblici. Gli standard di accessibilità sono definiti a livello nazionale, con attenzione a tutti i tipi di disabilità e a ogni aspetto della vita umana. E vengono applicati con rigore grazie alla sensibilizzazione diffusa dei cittadini, oltre che ai controlli delle autorità.

 

 

 

Disabilità pediatrica: l’ospedale ALYN 

L’ospedale pediatrico AYLN di Gerusalemme, con i suoi 90 anni di storia, è celebre a livello internazionale per la riabilitazione e l’innovazione, a cui è dedicato un apposito dipartimento.

La riabilitazione ‘su misura di bambino’ è al centro dell’impegno di medici e ricercatori e si basa sull’interazione continuativa con i familiari e i caregiver. Oltre alla ‘gamification’ – cioè il ricorso a giochi e videogiochi per la fisioterapia e la terapia occupazionale,  l’ospedale si avvale di pet-therapy (es. alimentazione e interazione coi pappagalli), orticoltura e tecnologie assistive.

Le famiglie ricevono un’assistenza completa che parte dall’educazione ai loro diritti e prosegue con la scelta degli ausili più idonei tra tutti quelli disponibili sul mercato e il loro adattamento alle esigenze specifiche del bambino.

Officina biomedica

Un’officina biomeccanica gestita da volontari specializzati personalizza i dispositivi, a servizio di ogni famiglia che in Israele abbia un’esigenza tecnologica di adattamento degli ausili.

ALYN collabora inoltre con le scuole pubbliche di Gerusalemme, affinché i bambini con disabilità possano studiare, giocare e vivere insieme a tutti gli altri.

Le tecnologie innovative

Le tecnologie innovative utilizzate nell’ospedale AYLN – che collabora, tra gli altri, con l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco, Italia) – comprendono la e-motion analysis con sensori, bio-feedback, fotocamere e mega-schermi che aiutano i bambini a ri-programmare le loro abilità a seguito di interventi chirurgici attraverso l’interazione con i loro avatar, in appositi videogiochi.

AYLN è altresì all’avanguardia nel consentire l’idroterapia anche ai bambini con respiratori e ‘fixators’.

ALYN Innovation Center

ALYN Innovation Center è la sezione dell’ospedale dedicata allo sviluppo di soluzioni innovative. Ospita alcune startup impegnate a migliorare la vita dei bambini con disabilità e fragilità, in Israele e nel mondo. Come Gravity Rehabilitation, che ha sviluppato un simulatore per la guida delle carrozzine elettriche, o Wide che permette ai bambini con difficoltà di comunicazione a interagire con gli altri tramite un tablet che permette loro una simulazione interattiva. Wheelchairs for hope ha sviluppato sedie a rotelle pediatriche manuali in alluminio e PLA a costi molto competitivi (US$ 100-160), che il governo israeliano regala in grandi lotti a LMIC (Low-Middle Income Countries).

 

TOM – Tikkun Olam Makers: soluzioni maker & open access per la disabilità

TOM (Tikkun Olam Makers) è un‘organizzazione globale no-profit di comunità, costituita nel 2014, che crea e diffonde soluzioni accessibili – rigorosamente open-access – alle esigenze trascurate delle persone con disabilità, gli anziani e i poveri. Dagli ausili per le più semplici attività quotidiane alle protesi con stampa 3D. La strategia di TOM si articola come segue:

  •  processo. Identificare una sfida ‘negletta’ per aiutare una persona in difficoltà (es. come realizzare una sedia a rotelle per un bambino di tre anni), sviluppare un concetto con l’utilizzatore finale (o il suo caregiver), applicare uno schema di lavoro, sperimentare il prototipo, sviluppare il prodotto. È importante seguire lo standard documentale predisposto da TOM, per consentire a chiunque di consultare sul web il ‘product file’, riprodurre la soluzione, fornire feedback e se del caso proporre aggiornamenti o migliorie,
  • TOM website. Le persone possono consultare il portafoglio delle soluzioni finora sviluppate. E quando non abbiano le capacità e gli strumenti per realizzare il prodotto possono rivolgersi alla comunità TOM più vicina, la quale è dotata di un ‘basic makerspace’ (che dispone delle attrezzature necessarie a realizzare il 90% circa dei prodotti, con un investimento di circa US$ 25.000) o un ‘leading makerspace’ (US$ 30.000 circa, per dare esecuzione alla totalità delle soluzioni finora sviluppate). Chiedere un preventivo per la copertura dei costi, in logica no-profit, e ottenere la realizzazione del prodotto richiesto
  • Global network of communities. TOM ha 20 dipendenti in Israele, da dove coordina più di 70 comunità in 27 Paesi (non ancora in Italia), le quali hanno sviluppato più di 600 progetti, grazie ai contributi di oltre 5.500 volontari. Le TOM Communities includono i talenti di università e grandi aziende, i quali pure contribuiscono ai TOM fellowship program. Programmi di formazione improntati al ‘learning and doing’ attraverso playbook, toolkit, workshop virtuali. Le TOM Global innovation challenge, a loro volta, promuovono la visibilità dei progetti di maggior impatto sulla vita delle persone.

 

Ezràh, l’aiuto

Ezràh, עֶזְרָה. La parola ’aiuto’ in ebraico è composta dalla lettera ע (ein), la quale rappresenta due occhi che si commuovono, seguita dalle lettere ז e ר che insieme formano la parola זָר (Zar, straniero). Aiutare significa vedere le parti sconosciute dell’altro, e di noi stessi, con compassione e amore. Vivere insieme con un cuore integro – nell’aiuto degli altri, e così anche di noi stessi – è il valore che accomuna le esperienze condivise in Israele con quelle portate avanti in Italia, grazie anche all’iniziativa ‘Make to Care’ a cura di Sanofi e Maker Faire Rome.

In Israele come in Italia e nel resto del pianeta, ove la prevalenza media delle disabilità – oggi stimata nel 18% – è in rapida crescita,, anche nelle economie più avanzate, anche a causa dell’invecchiamento delle popolazioni.

La speranza condivisa è ora poter sviluppare alcuni dei progetti premiati da ‘Make to Care’ in un ecosistema innovativo, in Italia, in Israele o ovunque sarà possibile. Per mettere a punto soluzioni utili ad aiutare le persone con disabilità e le loro famiglie a vivere meglio.

 

 

Guarda il video – recap del viaggio in Israele dei makers vincitori di Make to Care

 

 

 

Maker Faire Rome è al fianco di ogni innovatore e di ogni progetto capace di fare la differenza e migliorare la vita delle persone e del pianeta. Se vuoi scoprirne altri e conoscere quelli che sono stati selezionati da Make to Care 2023, ti aspettiamo alla Fiera di Roma dal 20 al 22 ottobre.

 

fonte: Dario Dongo per Egalitè

immagine di copertina: Sanofi I Make to Care


 

Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

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