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Salute: Nanofaber, il cerotto che cura le ferite

Un cerotto biodegradabile che cura le ferite: è un progetto ENEA

Nanofaber è un cerotto al cui interno è incapsulato un fitounguento di origine naturale che cura le lesioni della pelle. ENEA lo ha appena brevettato  

 

Nanofaber è un cerotto biodegradabile che cura le lesioni della pelle grazie a un unguento brevettato incorporato nelle sue nano fibre. Lo hanno messo a punto Enea e Nanofaber, spin off della stessa Enea, con l’obiettivo di ridurre la frequenza delle medicazioni e, di conseguenza, il dolore e il rischio di infezioni.

I contenuti di questa innovazione sono stati pubblicati sulla rivista “Pharmaceutics”.

Come funziona Nanofaber

Le lesioni della pelle curate con un cerotto biodegradabile che agisce pelle grazie a un unguento incorporato nelle sue nano fibre. A metterlo a punto sono stati i ricercatori dell’Enea con quelli della spin off Nanofaber.

Il prototipo di cerotto è formato da due strati esterni composti da un materiale sintetico biocompatibile usato in ambito medico; nello strato interno, invece, è presente un fitounguento per la rigenerazione della pelle lesionata, brevettato da Enea, e si basa su una formulazione di origine naturale costituita da olio di Neem ed estratto oleoso di fiori di iperico.

La tecnica impiegata

Per realizzare questo particolare cerotto multistrato, biocompatibile e biodegradabile è stata impiegata una tecnica innovativa, chiamata elettro filatura o electrospinning. Si tratta di un processo produttivo utilizzato sia in ambito industriale che scientifico e serve a produrre membrane nanostrutturate che consentono di incapsulare il medicamento e di rilasciarlo in modo graduale e controllato, una volta a contatto con la ferita.

Rilascio graduale

Per poter sfruttare al meglio il meccanismo rigenerativo dell’unguento o semplicemente aumentarne il campo di applicazioni ENEA e Nanofaber hanno studiato strategie innovative per controllarne il rilascio graduale e ottimale rispetto alle fasi di rigenerazione del tessuto cutaneo. Attraverso questo cerotto sono riusciti a coniugare, in modo soddisfacente, le proprietà medicali del fitounguento con sistemi nano e micro-strutturati ottenuti per manifattura additiva, che hanno permesso di amplificarne le applicazioni e il potere terapeutico

Nanofaber è un nuovo concept di cerotto biomedico che conserva le proprietà terapeutiche dell’unguento e ne garantisce una migliore biodisponibilità attraverso il rilascio graduale, molto utile per una più efficace e corretta gestione della guarigione delle lesioni cutanee. 

Il processo di validazione

Per verificare l’efficienza di incapsulazione e di rilascio del principio attivo da parte del cerotto, – si legge nella notizia pubblicata sull’ultimo numero in italiano del settimanale, i ricercatori hanno effettuato accurate indagini spettroscopiche e cromatografiche. La validazione dell’efficacia terapeutica, invece, è stata condotta mediante test in vitro di biocompatibilità, citotossicità e di migrazione cellulare.

I risultati dimostrano che il fitounguento elettrofilato non produce effetti negativi sulla vitalità cellulare ma è in grado di migliorare l’efficacia di guarigione della ferita, come dimostrato dallo scratch test che ha simulato la presenza di una ferita su un monostrato di cellule indotta mediante l’esecuzione di un graffio. I ricercatori hanno riscontrato che le cellule cresciute sulla membrana contenente il medicamento incapsulato riparano la ferita più velocemente rispetto alla membrana vuota. Inoltre, la messa a punto dello scratch test condotto nello studio è esso stesso un risultato della ricerca perché ha permesso di ottenere un modello di guarigione della ferita in vitro, che consente uno studio time-lapse e di potenziale interesse generale per la bioingegneria e biotecnologia.

A breve Nanofaber sarà sottoposto a sperimentazione preclinica per valutarne l’efficacia anche in vivo.

fonte: ENEA

immagine di copertina: Unsplash

autrice: Barbara Marcotulli


 

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