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sostenibilita’: Volare sarà mai davvero “green”?

Sostenibilità: il trasporto aereo deve diventare più “verde”, ma una tecnologia  davvero vincente ancora non c’è. Compensare le emissioni non basta; idrogeno e elettrico sono ancora agli inizi.

 

Volare “net-zero”, a tutta sostenibiità, è ancora un obiettivo lontano. Da tempo, numerosi costruttori di aeromobili hanno iniziato la corsa allo sviluppo di velivoli elettrici. 

L’industria aeronautica è sotto pressione per ridurre le emissioni di carbonio, ma i viaggi aerei continuano a crescere in popolarità in tutto il mondo. L’innovazione tecnologica può aiutare a far quadrare questo cerchio, o dovremmo semplicemente volare meno spesso?

La IATA, l’ente commerciale delle compagnie aeree, prevede che il numero di passeggeri raddoppierà fino a raggiungere gli 8,2 miliardi all’anno entro il 2037. Boeing prevede che nei prossimi 20 anni ci sarà una domanda di oltre 42.700 nuovi aeromobili. Airbus prevede più o meno lo stesso.

Foto: Gerrie Van der Waalt via Unsplash

Sostenibilità:l’impatto dell’aviazione sul clima

Un tempo sinonimo di innovazione e progresso, oggi molte persone considerano l’aviazione sporca e pericolosa per l’ambiente.

Nel 2018, le emissioni di CO2 dell’aviazione civile avevano rappresentato circa il 2,4% del totale delle emissioni globali causate dalle attività umane.

L’impatto dell’aviazione sul clima va oltre la CO2, che può costituire poco più di un terzo del contributo del settore al cambiamento climatico.
Gli aerei rilasciano anche ossidi di azoto, zolfo ossidato, vapore acqueo e scie di condensazione, nuvole artificiali prodotte quando il vapore acqueo si condensa intorno alla fuliggine dallo scarico dell’aereo ad alta quota. Ciò aumenta temporaneamente la quantità di calore intrappolata nell’atmosfera.
Tutti questi elementi influenzano il clima; il loro effetto combinato è quello di riscaldarlo – nel caso di scie di condensazione, molto più intensamente, anche se più brevemente, della CO2. Rilasciate ad altitudini elevate, le emissioni del trasporto aereo hanno da due a quattro volte l’impatto delle emissioni di origine terrestre comparabili.
 

Se prendiamo in considerazione questi impatti aggiuntivi, vediamo che l’aviazione rappresenta circa il 3,5% dell’impatto del riscaldamento causato dall’uomo. Il settore delle costruzioni impatta per il 6% mentre il trasporto su strada per il 17%.

Ma il cemento è praticamente in ogni strada ed edificio che viene realizzato, e auto e camion sono vitali per miliardi di persone. L’aviazione conta a malapena come un’attività di massa, e raramente è essenziale. La maggior parte delle persone che prendono l’aereo non lo fanno per motivi vitali di lavoro o familiari, ma per divertirsi da un’altra parte. L’aviazione si sta guadagnando il ruolo di attività ricreativa più dannosa in circolazione.

Sostenibilità: trasporto via terra VS trasporto aereo

Un lungo viaggio in auto di, diciamo, 11 ore, con pause per il carburante e altre necessità, potrebbe coprire 650 miglia (1.045 km). In un’auto piena, la quantità di carburante consumata da ciascun passeggero è inferiore a 14 kg.

Nelle stesse 11 ore in un aereo di linea può andare da Parigi a San Francisco, una distanza di 5.500 miglia (8.850 km), addossando a ciascun passeggero una quantità media di carburante consumato di oltre 300 kg. E questo presupponendo che l’aereo sia pieno. Se è mezzo vuoto, la ratio per persona è molto più alta.

aereo con scia inquinante
Foto: Documerica via Unsplash

 Sostenibilità: l’industria dei trasporti e il ritardo sul clima

In quanto settore globale, i trasporti sono in ritardo rispetto agli obiettivi climatici globali.  Nell’ambito dei trasporti, l’aviazione è ancora più indietro, condividendo un sottoinsieme (con il trasporto marittimo) di spettacolari underachievers.

La crisi ambientale ha reso il principio “chi inquina, paga” un dato di fatto per molti settori economici. Che si tratti di prezzi del carbonio per le centrali elettriche, multe per gli agricoltori che inquinano i fiumi o tasse di soggiorno per mitigare gli effetti del turismo eccessivo, l’idea che il costo del degrado ambientale debba essere sostenuto da coloro che lo creano è stata ampiamente, anche se a malincuore, accettata .

Non, tuttavia, dall’industria aeronautica. Il cliente che l’aviazione tratta meglio, che le compagnie aeree incoronano con strategie molto persuasive, il frequent flyer, è il peggior inquinatore di tutti. E il modo più logico per ridurre il contributo dell’aviazione al riscaldamento globale, ovvero che le persone volino di meno, è quello che le compagnie aeree si rifiutano fermamente di accettare.

Tassazione e aviazione

Ad oggi, nell’aviazione non esiste l’equivalente della tassa che, quando si guida un’auto a motore termico, ad esempio, si paga in molti paesi e che rappresenta più di un terzo del prezzo della benzina. Né viene riscossa l’IVA sui biglietti aerei internazionali.

Come il trasporto marittimo – altro settore che guarda con discreto disinteresse le giurisdizioni nazionali – l’aviazione transfrontaliera è assente dall’accordo di Parigi del 2015 sui cambiamenti climatici, anche a causa della difficoltà di attribuire la responsabilità delle emissioni dei voli internazionali in cui un vettore di un paese vola da un secondo paese a un terzo.

Sostenibilità: compensare le emissioni – o il senso di colpa?

Nel 2016, l’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale (ICAO), che stabilisce gli standard e le pratiche raccomandate per il settore, ha concordato lo schema di uno schema di compensazione e riduzione del carbonio per l’aviazione internazionale, o Corsia, che mirava a stabilizzare le emissioni ai livelli del 2020. In base allo schema, le compagnie aeree acquistano compensazioni – piantando alberi, investendo in fattorie solari o distribuendo stufe a basse emissioni – per espiare qualsiasi crescita eccessiva delle emissioni di carbonio al di sopra di un limite concordato.

La compensazione delle emissioni è avversata dai gruppi ambientalisti, i quali stimano che molte delle riduzioni delle emissioni che avvengono nell’ambito del programma si sarebbero comunque verificate. Anche dopo che queste policy saranno diventate obbligatorie, nel 2027 – attualmente India, Cina e Russia sono tra i paesi che non hanno aderito – non includeranno i voli interni, che producono più di un terzo delle emissioni complessive del settore.

foto: BBC

Gli sforzi per la decarbonizzazione

A differenza di molti altri settori, gli sforzi per la sostenibilità dell’aviazione sono appena fuori dai blocchi di partenza. Delle tecnologie in lizza per dominare l’ipotetico futuro dell'”aviazione verde”, non è chiaro quale abbia le maggiori possibilità di successo.

I sostenitori del volo a idrogeno sottolineano che questo meraviglioso elemento racchiude molta energia priva di carbonio; ma anche l’idrogeno occupa molto spazio e richiederà grandi e costose modifiche alla progettazione degli aerei e alle infrastrutture a terra.

I fautori di una sorta di carburante per aviazione sostenibile (SAF) chiamato e-fuel, che comporta l’aspirazione del carbonio dall’aria e la sua fusione con l’idrogeno, considerano i biocarburanti inquinanti quasi quanto gli idrocarburi che sono progettati per sostituire; eppure l’amministrazione statunitense del presidente Joe Biden ha messo questi stessi carburanti, ottenuti da colture coltivate in tutto il paese, al centro dei suoi piani per aumentare la produzione di SAF a 3 miliardi di galloni all’anno entro il 2030. (L’anno scorso quella cifra era di soli 60 milioni)

Alcuni vedono margini interessanti nelle pratiche di cattura e sequestro della CO2, ovvero filtrare quella prodotta dall’industria prima che venga rilasciata nell’atmosfera e ‘seppellirla’. Altri lo considerano un costoso capriccio inefficace. Tutte le parti concordano per deridere l’elettrificazione, tutte tranne quegli investitori che hanno investito miliardi nel volo elettrico.

La spinta ‘dal basso’ 

Migliaia di startup e nuove unità all’interno delle aziende più strutturate stanno riversando risorse in tecnologie che hanno fatto del volo green il loro obiettivo. C’è la possibilità che il colosso ingombrante e avverso al cambiamento che sembra essere l’aviazione moderna di massa stia iniziando a riscoprire il coraggio dei primi aviatori e che, assumendosi finalmente le proprie responsabilità, si metta sulla strada dell’eliminazione dei gas serra che ha emesso con parecchia leggerezza – e altrettanto disinteresse – negli ultimi decenni.

Di velivoli elettrici e alternativi abbiamo scritto spesso, puoi leggere alcuni degli articoli qui e qui, e scoprire nel nostro blog tutti gli altri. Oppure puoi venire a Maker Faire Rome dal 20 al 22 ottobre a scoprire le novità in tema di innovazione per il cambiamento climatico e la tutela degli ecosistemi umani e naturali.

fonti: Wired I Guardian I BBC

immagine di copertina: Foto: Gerrie Van der Waalt via Unsplash


Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

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