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Il cibo del futuro a MFR2023: grilli, spirulina, carne stampata e… pile commestibili!

Novel Food: cos’è e perché è una scelta sostenibile  

A Maker Faire Rome 2023 abbiamo incontrato molte realtà che si dedicano alla produzione di cibo in modo completamente nuovo. Leggi l’articolo per scoprire quali nuovi alimenti ci aspettano e perché sono una vera e propria scelta ecologica.  

 

Il novel food rappresenta una categoria di prodotti alimentari che si differenzia dai cibi tradizionali per origine, composizione o modalità di produzione. È uno tra gli argomenti più discussi di questo periodo storico perché simboleggia un nuovo modo, sostenibile ed originale, di guardare al futuro dell’alimentazione globale. Il novel food può, infatti, includere prodotti ottenuti tramite nuove tecniche di produzione, ingredienti non ancora comunemente utilizzati nella dieta umana o derivati da fonti non convenzionali. A Maker Faire Rome 2023, il festival dell’innovazione appena concluso, abbiamo dato uno sguardo ai cibi del futuro attraverso alcuni progetti interessanti come Spireat, Small Giants, Redefine Meat, ELFO e ROBOFOOD. 

Grilli, spirulina, carne stampata e – perché no? – anche di pile commestibili. Ecco cosa abbiamo incontrato in questa edizione di Maker Faire Rome. In questo articolo esploreremo insieme le storie di queste realtà, i pareri degli italiani e le caratteristiche di un mercato nuovo sempre in crescita.  

Il novel food: mercati, curiosità e pareri 

Il nostro pianeta ci chiede di rivedere molte delle nostre abitudini: più di un terzo dei gas serra generati dall’uomo sono, infatti, riconducibili ai sistemi alimentari. È, quindi, indispensabile un ripensamento di processi e prodotti insieme ad un cambiamento reale nelle abitudini quotidiane di ogni singolo consumatore: tutte condizioni essenziali per riuscire a rendere la filiera alimentare più sostenibile, come auspicato dall’Agenda 2030 dell’ONU. In questo contesto, il novel food è una risposta concreta ad una evidente esigenza ambientale: insetti, alghe, funghi e carne stampata, prodotti nuovi che offrono concretamente una soluzione nutriente e altamente sostenibile per agire oggi per il nostro pianeta.  Questi cibi hanno, difatti, il vantaggio di essere coltivati (o allevati) in sistemi come serre o foto-bio-reattori, riducendo l’esposizione ai rischi ambientali e senza richiedere un consumo di risorse o suolo eccessivo. Gli insetti, ad esempio, sono tra i novel food più discussi proprio per la resistenza culturale che hanno trovato inizialmente in paesi occidentali. Oggi, però, moltissima è la curiosità anche tra gli italiani, tanto che secondo un’interessante ricerca condotta dall’Università di Bergamo (Insect Food e Consumatori), 1 italiano su 3 sarebbe curioso di provare cibo a base di insetti. Un settore, questo, decisamente in crescita soprattutto a partire dall’entrata in vigore nel 2018 della normativa Europea (Reg UE 2015/2283) che legittima il consumo e l’allevamento di insetti e le farine derivate: secondo l’ultima stima di Bloomberg, è un mercato, questo, destinato a ricevere investimenti per un totale di 3 miliardi di dollari entro il 2025. Per citare un altro esempio, l’alga spirulina è un altro tra i novel food, nota per le sue proprietà iperproteiche e il suo ciclo di produzione sostenibile. Guardando al suo mercato, quello delle alghe è attualmente un business dal valore di 2.7 miliardi di dollari, in crescita stimata del 4.2% fino al 2025. Tutti questi alimenti aiutano, da un lato, a risolvere il problema dell’impatto ambientale della filiera alimentare e, dall’altro, a garantire ai consumatori finali un buon profilo nutrizionale.  

Nel corso di questa edizione di Maker Faire Rome abbiamo incontrato molte realtà  italiane ed internazionali che si occupano di cibo del futuro, ecco alcune storie interessanti dal festival dell’innovazione! 

 

Spireat: il successo dell’alga spirulina 

Spireat è un’azienda che produce e vende spirulina bio italiana in vari formati. La storia di Spireat è fatta di incontri, un esempio di economia circolare che ha dato vita a un’azienda dedicata alla valorizzazione dell’alga spirulina nella dieta italiana. 

“Se qualcuno si stesse chiedendo cos’è la spirulina, è una microalga, si chiama microalga verdazzurra. Il vantaggio della spirulina nella sua produzione è principalmente il fatto che è una microalga che viene prodotta ad impatto zero. Assorbe CO2 mentre cresce, più precisamente, ne assorbe ogni volta il doppio del suo peso. Ogni kg di spirulina prodotta, assorbe 1.8 kg di CO2. Questo è ciò che fa la spirulina.”  

Ci racconta il fondatore, biologo e ricercatore Antonio Idà che, dopo 15 anni di esperienza in Europa nello studio delle microalghe, decide di tornare in Italia con l’obiettivo di far diventare la spirulina una componente comune nella dieta quotidiana degli italiani, non solo come integratore ma anche come ingrediente in ricette di ogni tipo. Egli ritiene la spirulina un alimento che ben si presta a sviluppare snack, barrette, bevande e yogurt. La sua visione è incentrata su un approccio a impatto zero e zero sprechi che lo porta a collaborare con Andrea Schievano, esperto in ingegneria delle microalghe, per creare brevetti e sistemi che garantiscono la massima qualità della spirulina Spireat assicurando il minimo impatto ambientale. Stefano Lanzoni, un imprenditore agricolo, si unisce alla squadra come il primo farmer della spirulina Spireat, ospitando la serra presso la sua azienda e contribuendo all’approvvigionamento di energia termica grazie a un impianto di biogas.  

“Abbiamo strutturato un processo in economia circolare per cui siamo andati a riprendere tutto il calore disperso che c’era in un biogas e l’abbiamo convogliato in una serra, consentendoci di produrre spirulina 365 giorni all’anno. Non contenti di ciò, a valle di questo, recuperiamo anche l’acqua di processo che diamo ai campi, chiudendo il ciclo di produzione senza scarti.” conclude Antonio Idà.  

A Maker Faire Rome 2023 Spireat ha portato l’esempio di un vero e proprio avanzamento tecnologico per la produzione sostenibile di spirulina con un progetto riguardante l’ottimizzazione della luce naturale sulle produzioni in sistemi a vasca aperta e sulla produzione di microalghe. Un esempio di innovazione nel settore in grado di  migliorare performance di produzione e ritorno sugli investimenti. 

 

SmallGiant ci insegna perché scegliere gli insetti 

Gli insetti sono il cibo del futuro, parola di SmallGiant, la realtà italiana che sviluppa snack, pasta e sostitutivi della carne con farine d’insetti. Ma perché gli insetti sono un’ottima scelta? Tanto per cominciare, sono un’incredibile fonte proteica. Se prendessimo come esempio i grilli, infatti, è stato rilevato che per ogni 100 g di porzione edibile, i grammi di proteine presenti (20,1g) sono identici a quelli presenti in 100 g di carne suina, superiori a quelli presenti in 100g di pollo (19.9) e poco al di sotto dei g di proteine presenti in 100 g di bovino (20.6). Se si prendesse in considerazione il ferro, invece, si evidenzierebbe che 100 g di grilli contengono molto più ferro (5.5 mg) di tutte le altre carni.  

Ma non è solo un fatto nutrizionale. Un’altra ottima motivazione per scegliere gli insetti è la crescente consapevolezza riguardo gli incredibili danni ambientali causati dagli allevamenti intensivi, dal consumo di carne in genere. In un momento storico in cui è importante dare un valore alle proprie scelte alimentari, scegliere i grilli, ad esempio, è una scelta assolutamente sostenibile per vari motivi: 

  • I grilli producono meno dello 0.1% dei gas serra prodotti dal bestiame.  
  • I grilli richiedono solo il 20% dell’acqua necessaria alle mucche per produrre la stessa quantità di proteine anche perché si idratano direttamente dal cibo e consumano molta meno acqua dei vertebrati. 
  • L’allevamento di grilli è un metodo di sfruttamento intelligente del suolo. L’allevamento tradizionale è, infatti, una delle principali minacce alla biodiversità e richiede immense porzioni di terreno, spesso ottenute tramite disboscamento.  

Gli insetti sono, insomma, i candidati più promettenti in risposta a molte delle sfide del settore alimentare del prossimo futuro. Fondata da Francesco Majno ed Edoardo Imparato Small Giants nasce a Londra nel 2021 lanciando sul mercato i Cracker Bites, mini-cracker proteici con farina di grillo, che riscuotono subito un notevole successo. Negli anni, il team si è impegnato a sviluppare e produrre nuovi prodotti alimentari con farina di insetti. Oggi l’obiettivo dell’azienda è riuscire ad introdurre gli insetti nella dieta occidentale come fonte alternativa di proteine altamente nutrienti e sostenibili. 

La carne stampata: l’alternativa alla carne e una risposta allo spreco

Ogni italiano spreca in media 27 kg di cibo all’anno. Lo dice l’ultimo report dell’Osservatorio Waste Watcher. Un dato che dovrebbe fare riflettere e che dovrebbe spingerci non solo a rivedere le nostre abitudini, ma anche a trovare delle soluzioni ingegnose che, in qualunque punto della filiera, impediscano lo spreco di risorse alimentari così ingenti. In questo contesto, la stampa 3D consente a chiunque di recuperare gli scarti, facendogli acquistare un’altra forma: dalle bucce agli scarti agricoli commestibili. Questa pratica, per quanto lontana e avanguardista possa sembrare, è già nei nostri piatti. Il cibo 3D è, infatti, già usato da molti chef ma anche da molte aziende per produrre carne di origine vegetale, una valida alternativa alla carne animale di qualunque origine. Noi, l’abbiamo provata a Maker Faire Rome 2023, grazie al lavoro di Redefine Meat, una startup israeliana specializzata nella creazione di carne stampata, importata in Italia da Impact Food. Ma come funziona il processo di stampa e a quale genere di prodotto si vuole arrivare? La carne plant-based in questione è realizzata attraverso un processo di stampa in grado di replicare la struttura muscolare del bovino, inclusa la marezzatura presente nei diversi tagli di carne. Ciò che rende questa innovazione ancora più sorprendente, però, è il fatto che al posto dell’inchiostro, vengono utilizzati ingredienti a base di legumi, cereali, grassi vegetali, aromi, colori naturali e acqua, garantendo una fedele riproduzione sia del tessuto muscolare che del grasso della carne. La prima esperienza di assaggio può spiazzare il palato proprio per la consistenza che riesce ad ingannare il cervello. La carne stampata possiede, infatti, una texture che può ricordare varie preparazioni di carne, dalla croccantezza esterna alla gommosità interna. Una tecnologia che ha portato finalmente questa alternativa vegetale anche in Italia. Grazie alla stampante 3D, che crea una struttura simile al collagene, alle venature di grasso e alle fibre muscolari presenti nella carne, questa innovativa soluzione non solo offre un sapore autentico ma anche una consistenza che si avvicina notevolmente a quella della carne tradizionale. Come anticipato, noi l’abbiamo provata a Maker Faire Rome 2023: una vera bontà. 

Elettronica commestibile: la prima batteria edibile 

Nel corso di Maker Faire Rome 2023 abbiamo incontrato anche il futuro dell’elettronica… commestibile. Questa disciplina mira a sviluppare dispositivi elettronici biodegradabili e facilmente assimilati dal corpo umano. Quest’anno, lo stand E7 ha ospitato il primo prototipo al mondo di batteria ricaricabile completamente commestibile, sviluppato dal team dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) sotto la guida di Mario Caironi. Questo straordinario passo avanti rappresenta un risultato significativo nel campo dell’elettronica edibile, un settore che punta a creare tecnologie sicure da ingerire, ecologiche ed economicamente sostenibili, utilizzando ingredienti e additivi alimentari comuni. Questa batteria commestibile potrà essere utilizzata per alimentare strumenti diagnostici, monitorare la qualità degli alimenti e persino all’interno di robot edibili. Attualmente, l’IIT è coinvolto in due progetti finanziati dall’Unione Europea, ELFO e ROBOFOOD, entrambi volti a sviluppare materiali e componenti elettronici commestibili per applicazioni in medicina, controllo della qualità degli alimenti e robotica. Valerio Galli, ricercatore nel campo dell’ingegneria dei materiali e nanotecnologie, è coinvolto nel progetto RoboFood all’interno del gruppo PME, guidato da Mario Caironi presso il CNST (Centro Nazionale sulla Scienza dei Materiali) del Politecnico di Milano. La sua ricerca si concentra sulla creazione di fonti di energia commestibili, come supercondensatori e batterie, aprendo nuove prospettive nell’ambito dell’elettronica commestibile.  

 

Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

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