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La crisi climatica cambierà la nostra dieta: a MFR2023 le soluzioni tech per agricoltura e alimentazione

la crisi climatica cambierà anche il modo in cui mangiamo

La crisi climatica che stiamo affrontando ha effetti sulle coltivazioni.  A Maker Faire Rome 2023 tanti progetti dedicati alle tecnologie e all’innovazione per l’agricoltura e l’alimentazione. 

 

La crisi climatica cambierà la nostra dieta e alcuni cibi spariranno. Considerato l’impatto che il clima e le sue mutazioni stanno già avendo sui raccolti, è inevitabile immaginare che nei prossimi decenni la dieta di tutti dovrà adattarsi per poter assicurarci la sopravvivenza. Innovazione e tecnologia possono aiutare.

La crisi climatica è sotto gli occhi di tutti. Ci ha fatto ripensare al nostro modo di fare economia, di progettare i nostri ambienti e rivedere le nostre comuni abitudini. Ha cambiato la nostra Natura e l’alternarsi delle stagioni. E cambierà anche il nostro modo di mangiare.

Sì, perché i cambiamenti climatici mettono a rischio innanzitutto la sicurezza alimentare di una popolazione in aumento. Si prospetta, infatti che entro il 2050 saremo circa dieci miliardi di persone. Una crescita che interesserà soprattutto i Paesi in via di sviluppo. Così, il bisogno di cibo aumenterà di circa il 60%.

Frutto danneggiato dalla grandine
Una pera danneggiata dalla grandine I foto: RAI

Da crisi climatica a crisi alimentare: un passo breve

Le straordinarie ondate di calore che si sono abbattute su diverse zone del mondo non stanno solo peggiorando sensibilmente la vita delle persone, come gli abitanti delle città, alle prese con temperature peggiorate dalla scarsità di verde urbano o dalla sua distribuzione non omogenea, o coloro che lavorano all’aperto, come gli operai o gli addetti all’agricoltura. Stanno anche danneggiando le colture: rallentano la crescita, riducono le rese e compromettono i raccolti.

Le perturbazioni non rappresentano ancora una catastrofe: nonostante la perdita consistente di raccolti, continuiamo a produrre abbastanza cibo per sfamare la popolazione e per il commercio internazionale. Ma gli esperti di colture e di clima hanno già lanciato l’allarme per la crescente instabilità della produzione alimentare, dal momento che l’imprevedibilità climatica mina i modelli stagionali su cui gli agricoltori fanno affidamento.

“I modelli climatici per l’agricoltura hanno fatto proiezioni sul futuro basandosi su ciò che è accaduto in passato. Ma uno studio presentato lo scorso giugno prevede che le ondate di calore centenarie potrebbero iniziare a ripetersi con una frequenza decisamente più breve, compromettendo lo sviluppo di alcune coltivazioni-

In questo senso, la desertificazione, la siccità e l’inquinamento delle acque – fenomeni che pure conosciamo da tempo – metteranno a rischio la capacità umana di reperire facilmente il cibo e di produrlo, con un’incidenza più alta per le aree dove questi fenomeni sono più intensi.

foto: No One Cares via Unsplash

Il cambiamento parte dalle pratiche agricole

Dobbiamo essere pronti ad affrontare un cambiamento nell’alimentazione che partirà dalle pratiche agricole, messe a dura prova dagli eventi atmosferici di entità e densità progressivamente più catastrofiche. La prima conseguenza sarà percepibile, e per certi versi lo è già, nelle rese dei raccolti.

Le tempeste improvvise, i lunghi periodi di siccità, le ondate di caldo estremo unite agli incendi e alle gelate tardive comporteranno una riduzione significativa del ricavo dei campi. Le colture più fragili e che meno si adatteranno non avranno più le condizioni ideali affinché il proprio ciclo produttivo si compia. Le instabilità climatiche e le temperature altalenanti stanno già aprendo la strada, inoltre, all’invasione di alcune specie aliene e parassitarie, che si uniscono alla lista delle condizioni che minano i prodotti delle campagne in tutto il mondo.

A rischio cioccolato, riso e grano

La proiezione più estrema dei cambiamenti climatici vede alcuni alimenti scomparire del tutto dalle nostre tavole. Un esempio, in questo caso amaro, è rappresentato dal cacao. La pianta infatti, già di per sé dalla delicata produzione che la rende esclusività della fascia tropicale, resiste malamente ai cambi repentini di umidità e alla siccità. Il cacao, quindi anche il cioccolato, potrebbe estinguersi nei prossimi decenni.

Come se lo scenario non fosse già abbastanza drammatico, rischiamo di perdere proprio l’alimento più gettonato per risollevare l’umore!

Ciò che preoccupa però, in questa prospettiva, è la possibile scomparsa insieme ad altri cibi che fanno parte della nostra attuale alimentazione, di beni di prima necessità, su tutti riso e grano. Il riso, pietanza di base di molte popolazioni tra le più povere al mondo, potrebbe veder calare la sua produzione di ben il 50% per via delle variazioni nelle stagioni delle piogge e dell’innalzamento delle acque.

Anche per il grano i pronostici non sono rosei: in tutto il mondo le scorte si stanno progressivamente riducendo e il prezzo è destinato a diventare sempre più alto, rendendolo di fatto un cereale di nicchia.

Il lento slittamento verso nord

Le temperature che riscaldano il Pianeta innalzano e fanno progredire in latitudine le fasce climatiche. Quello cui assisteremo, dunque, sarà uno spostamento delle colture verso quelle nuove condizioni che ne favoriscono la crescita.

La Spagna, il più grande produttore mondiale di olio d’oliva, per esempio sta facendo i conti con un raccolto deludente per il secondo anno consecutivo a causa di un’ondata di caldo primaverile che ha compromesso la fioritura degli ulivi, seguita dall’estrema calura estiva che sta facendo cadere i frutti non maturi. Quello che sta già accadendo, quindi, è che la produzione mediterranea di vite ed olivo si sposta verso il Nord, con l’innalzamento della linea dell’olivo verso climi che oggi sono più miti.

Il caldo torrido in Italia ha ridotto di un terzo la produzione di pomodori. Allo stesso tempo, nel Sud dove abitualmente se ne coltiva la maggior parte, si assiste all’apertura verso la coltivazione di frutti tropicali, come il mango e l’avocado.

Coltivazioni di avocado in Sicilia I fonte: La Sicilia

Stesso destino si sta verificando già nel nostro mare, con la tropicalizzazione del Mediterraneo, dove acque sempre più calde ospitano nuove specie ma favoriscono anche il proliferarsi delle migrazioni o della morte di specie autoctone. Un esempio di casa nostra è la vicenda del granchio blu nel mar Adriatico: arrivato da altre latitudini, ha soppiantano le specie autoctone, oltre a distruggere le coltivazioni di cozze e vongole, un vanto italiano, alterando profondamente un delicato equilibrio. E poco importa sia buonissimo e che gli allevatori stiano cercando di contrastarlo proprio pescandolo – e di contrastarne gli effetti sul loro lavoro vendendolo in vece di quei mitili che ha distrutto: la sua presenza è indice e causa di un cambiamento forse irreversibile.

L’adattamento – e la tecnologia – ci salveranno

Quando i modelli meteorologici cambiano, l’agricoltura non ha altra scelta se non quella di seguirli. L’idea è quella di coltivare le piante che crescono meglio nella propria zona, che nel tempo però sono cambiate“. E di farsi aiutare in questo da tutta l’innovazione e la tecnologia possibile: dall‘analisi predittiva che si fonda sui dati, alla robotica; dall’idroponica – per massimizzare l’acqua, risorsa sempre più scarsa, alle serre sterili.

Una delle serre idroponiche di Ferrari Farm

Agri & Food Tech a Maker Faire Rome 2023

La tecnologia per l’agricoltura e la produzione alimentare sta dimostrando di poter rivoluzionare il nostro modo di guardare al mondo del cibo, dai processi di coltivazione fino alla ristorazione e alla vendita dei prodotti al dettaglio.

Nel FoodTech, le tecnologie più all’avanguardia e la scienza dei dati vengono applicate alle filiere agroalimentari, nell’ideare strumenti, processi o prodotti innovativi, dal campo alla tavola. Il FoodTech può infatti interessare tutti gli ambiti delle filiere agroalimentari: agricoltura, allevamento, pesca, trasformazione dei prodotti, ideazione di nuovi prodotti, confezionamento, conservazione, distribuzione, tracciabilità, sicurezza degli alimenti, marketing e consumo.

È un settore composto da imprenditori e startup agroalimentari che hanno generalmente due mission principali: rendere i prodotti di qualità accessibili al maggior numero di persone e far sì che la produzione agricola diventi sempre più sostenibile nel lungo temine.

È importante per il nostro futuro perché risponde a bisogni contemporanei e dà risposte concrete alle nuove esigenze del mercato, come quelle derivanti da una sempre maggiore urbanizzazione e distanza tra chi produce e chi consuma cibo (sicurezza, tracciabilità, fiducia, sostenibilità).

Ti interessa conoscere soluzioni sostenibili per l’agricoltura e l’alimentazione? Vieni a Maker Faire Rome dal 20 al 22 ottobre: ti aspetta un’intera area dedicata a soluzioni tech sorprendenti e ingegnose, dalle più semplici alle più sofisticate, per l’agricoltura, l’alimentazione e la sostenibilità.


 

Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.

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