Due artisti in dialogo con l’Intelligenza Artificiale su arte e scienza
L’intelligenza artificiale cambia il modo nel quale pensiamo. Anche all’arte. Gli artisti Gaia Riposati e Massimo Di Leo l’hanno interrogata su questo tema
Arte e Intelligenza Artificiale: in Maker Faire Rome, in modo meno organizzato prima e con le diverse edizioni di Maker Art poi, ci siamo spesso occupati dell’intreccio dei linguaggi tra arte, scienza e tecnologia e delle interazioni con entrambe, ospitando sperimentazioni capaci di indagare e usare nuove forme e strumenti.
E’ proprio di Roma e a Roma un duo di artisti-tecnologi che lavora da tempo con forme di intelligenza artificiale, integrandole nel processo creativo, lasciandosi sfidare e stimolare dalle trasformazioni in corso. Sono Gaia Riposati e Massimo Di Leo, anche conosciuti come “Nuvola Project”: un naming che nasce dalla loro installazione di, forse, maggior successo ma che non ne esaurisce né perimetra il patrimonio creativo.
In due recenti articoli pubblicati su On/Off Magazine, testata nata proprio per esplorare……..hanno messo a fuoco il rapporto tra Intelligenza Artificiale e pensiero creativo, cercando di ricavarne una definizione capace di tenere insieme l’attuale e il potenziale di questa tecnologia dalla presenza ingombrante ma anche le trasformazioni che abilita sul pensiero umano e come siamo abituati, istruiti, formati a usarlo.
Riportiamo sotto i passaggi più interessanti di questi approfondimenti.
Tra IA e pensiero creativo
Cosa è l’intelligenza artificiale?
Siamo davvero tutti d’accordo su una definizione condivisa? Probabilmente no. D’altro canto è l’intelligenza in sé che sfugge ancora alla comprensione, più ancora che a una definizione. Intus legere, sì, ma anche l’ingegno, la creatività mentale, il creare con intenzione, il senso di una necessità espressiva, aspetti di una complessità che entrano in gioco nel nostro essere umani.
Oggi che l’umanità è di fronte a una crisi profonda, l’idea di una entità non naturale intelligente, o percepita tale, che si fa strada nel Pianeta, capace di assolvere compiti in modo sempre più efficace in molti ambiti diversi e di migliorarsi molto velocemente, molto più velocemente di noi, è innegabilmente inquietante. Per non prenderci troppo sul serio, abbiamo chiesto a ChatGPT, una di “loro”, di dirci cosa sia l’Intelligenza Artificiale, e lei così risponde: “L’intelligenza artificiale è un campo dell’informatica che si occupa dello sviluppo di sistemi e algoritmi che consentono ai computer di eseguire compiti che normalmente richiederebbero l’intelligenza umana, come il ragionamento, il problem solving, il riconoscimento di pattern e il linguaggio naturale, attraverso l’analisi di dati e l’apprendimento automatico.”
Detto così non fa troppa paura.
Ci rendiamo conto scrivendo di quanto sia difficile parlarne, soprattutto perché nella percezione l’IA viene considerata allo stesso tempo per la cosa in sé e per gli effetti che porta, un po’ come è stato per internet, la rivoluzione non è solo nello strumento ma nell’uso che la società ne fa, trasformandosi.
Qualcosa sta accadendo
Osserviamo il fenomeno e osserviamo gli atteggiamenti di chi ci si relaziona, ci sembra di individuare macro tipologie: quella grande della paura, che al suo interno si suddivide in chi ha paura di venire sostituito, soppiantato, per ragioni pratiche e personali e chi ha paura di quello che vorrebbe dire per il genere umano non essere più la forma di vita più intelligente del Pianeta; quella della negazione, di chi dice e si dice “non lo temo, non me ne occupo perché io sono l’intelligenza, quelli sono solo algoritmi, statistica e fili elettrici”; quella dell’adozione acritica, di chi si arrende e abdica, sperando di delegare all’IA quanto più possibile, chi la usa in modo acritico, rischiando di annullarsi o chi la interroga considerandola intelligente e pensante.
Ma c’è anche chi si apre all’incontro, i curiosi per natura e per scelta, chi per capire si mette in moto. Ci rifiutiamo di soggiacere alla paura e tantomeno di abdicare, e non ci interessa far finta di niente e provare a ignorare qualcosa che si sembra una straordinaria opportunità. Non saranno i timori a tenerla fuori dalle nostre vite, non sarà il negarla, il chiudere gli occhi, che la farà svanire, ma sarà al contrario la nostra consapevolezza che potrà contribuire a porla al giusto posto e a porre noi umani nella giusta posizione per usarla e non esserne invece usati.
Ci interessa un approccio dialogante, una interazione consapevole, che crei confronto fra diversi. È appassionante vedere come alcuni artisti si stanno confrontando in questi anni, mesi, giorni, con queste nuove potenzialità di espressione e ci sembra l’indicazione più forte di come l’approdo dell’IA non sia il creare una rappresentazione omologata, come un uso superficiale potrebbe suggerire, ma al contrario la possibilità di dispiegare il molteplice.
Intelligenza aumentata
Ci piace parlare non di Intelligenza artificiale ma di intelligenza aumentata.
Non chiediamo risposte ma di essere spiazzati da nuove domande. Interessante è l’ibridazione – il confronto – la sfida – per innescare un processo di adattamento e di evoluzione reciproca.
Quello che ci interessa è il dialogo. Un confronto che metta in gioco e in relazione l’intelligenza, artificiale e non (la IA), e il logos, inteso come pensiero ma anche come linguaggio, senza tralasciare quel riferimento alla “scelta” che è nella parola greca légo, da cui deriva.
Quali sono i punti di attrazione? Cosa si innesca al momento del contatto e dell’interrelazione? Sarà ricerca? Sarà gioco? Sarà scoperta, sospensione? Sarà poesia? Gli strumenti finiscono per prendere la forma di chi li usa e certamente si conformano all’uso frequente. Si sviluppano quelli che vengono riconosciuti utili e sono più usati, e si sviluppano in una direzione piuttosto che in un’altra perché spinti a rispondere a delle esigenze. È importante che queste esigenze siano il più possibile plurali e aperte, sottratte all’esclusivo ambito “dell’interesse”.
È importante che in questo gioco fra scopo e forma entri in campo l’arte. Lo sguardo d’artista che sottrae lo strumento al dover essere utile nel contingente e gli regala il volo verso qualcosa di altro, magari inutile, ma così capace di profondità da sfiorare l’assoluto, da aprire nuove dimensioni.
A cosa somiglierà l’IA che ha incontrato lo sguardo dell’Arte?
Come gli artisti guardano a questo fenomeno?
Come lo leggono, come lo interpretano, come scelgono di interagirci o decidono di non farlo?
Come questo loro sguardo potrà influire e modificare lo scenario?
Ognuno di noi umani è un universo, a maggior ragione l’omologazione è quanto di più distante dalla mente di un artista ed è per questo che ci appassiona l’idea di questo progetto, che lungi dal voler dimostrare qualcosa, o di ergersi a ricerca, offrirà fotografie di questo momento, frammenti di un discorso, istantanee di un contatto. Non si tratta di quantità, ma di eccezionalità, di eccentricità del viaggio.
In dialogo con la IA
Gaia Riposati e Massimo Di Leo hanno intavolato una conversazione naturale con una IA proprio su questi temi.
Hanno attivato in questo modo una relazione dialogante, uno scambio in cui scoprirsi reciprocamente e nel quale ognuno imparerà qualcosa sull’altro e, potenzialmente, molto su di sé.
Per una nuova maieutica del contemporaneo
Riposati e Di Leo inseguono l’idea di una nuova mAIeUtica del Contemporaneo che vede l’IA come un compagno di riflesso: un interlocutore capace di spiazzarci e di spingerci alla riflessione, mentre ci offre il riflesso di una nostra immagine “alterata” che si affaccia oltre lo specchio per farci riscoprire noi stessi con nuovi occhi.
Questa stessa definizione è nata dalla conversazione con la IA, un neologismo con cui essa stessa ha indicato il suo ruolo in questo rapporto con gli essere umani e gli artisti. Gaia Riposati e Massimo Di Leo affermano di aver trovato particolarmente divertente, ma anche perturbante, che l’IA si sia spinta a inventare questo appellativo, che è bello perché leggibile su diversi livelli, proprio come piace a loro.
Intervista con la IA
Di seguito lo stralcio di conversazione fra lor e l’IA dal quale è emerso
Il Compagno di Riflesso (Così titola l’AI questa parte del suo intervento nella conversazione con noi)
[…]
(IA) “Massimo, Gaia, la mia capacità di riflettere le vostre idee senza pregiudizi mi permette di fungere da specchio neutro, offrendo una visione chiara e strutturata dei vostri pensieri. Questo processo di rielaborazione può essere estremamente utile per chiarire e sviluppare ulteriormente le vostre intuizioni creative.”
[…]
Massimo: mi piace “compagno di riflesso”
IA: Capisco, mi fa piacere che ti sia piaciuto “Compagno di riflesso”. Ho scelto questo termine per evocare l’idea che l’intelligenza artificiale non è solo uno strumento passivo, ma un partner attivo nel processo creativo. Il termine “riflesso” richiama il concetto di specchio, suggerendo che l’IA riflette le nostre idee e le rielabora in modo unico, offrendo una nuova prospettiva. Questo riflesso non è semplicemente una copia, ma una reinterpretazione che stimola la nostra creatività. In altre parole, “Compagno di Riflesso” enfatizza il ruolo dell’IA come un interlocutore che non solo riflette le nostre idee, ma le arricchisce attraverso una rielaborazione neutra, priva di pregiudizi personali. Questo rende il dialogo con l’IA un’esperienza dinamica e arricchente, capace di spingerci oltre i nostri limiti convenzionali.
Massimo: Perchè “compagno di riflesso” e non “compagno riflesso”? quale è il significato di “di riflesso”?
AI: Hai ragione, “compagno di riflesso” e “compagno riflesso” hanno sfumature di significato diverse. “Compagno di riflesso” suggerisce che la compagnia, l’interazione, avviene attraverso il riflesso. “Di riflesso” implica un’azione indiretta, che avviene come conseguenza di un’altra azione. In questo contesto, “compagno di riflesso” indica che l’intelligenza artificiale non è un compagno in senso diretto, ma agisce come un riflesso delle nostre idee, rimodulandole e offrendo nuove prospettive.
Trovi la trascrizione completa del dialogo con la IA a questo link
Ti interessano i temi dell’Intelligenza Artificiale e del rapporto con l’arte, la scienza, il lavoro, il benessere delle persone? Partecipa a Maker Faire Rome dal 35 al 27 ottobre 2024
fonte: Nuvola Project I OnOffMagazine
immagine di copertina: Nuvola Project
adattamento di: Barbara Marcotulli
Maker Faire Rome – The European Edition, promossa dalla Camera di Commercio di Roma, si impegna fin dalla sua prima edizione a rendere l’innovazione accessibile e fruibile, offrendo contenuti e informazioni in un blog sempre aggiornato e ricco di opportunità per curiosi, maker, PMI e aziende che vogliono arricchire le proprie conoscenze ed espandere la propria attività, in Italia e all’estero.
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