Storms prosegue la ricerca di Quayola sulla pittura di paesaggio tradizionale, esplorandone la sostanza pittorica attraverso avanzate tecnologie. Da anni, Quayola impiega la tecnologia come lente per esplorare le tensioni e gli equilibri tra forze apparentemente opposte: il reale e l’artificiale, il figurativo e l’astratto, il vecchio e il nuovo. Costruendo installazioni immersive, spesso ospitate in siti architettonici storicamente significativi, è impegnato nella reinvenzione delle immagini canoniche attraverso le tecnologie contemporanee. La pittura paesaggista, la scultura e l’iconografia classica sono alcune delle estetiche tradizionali di cui si serve come punto di partenza per le sue opere d’arte ibride e installazioni immersive.
La sua pratica variegata si basa sulla creazione di software personalizzati, per declinarsi attraverso performance audiovisive, video, sculture o opere su carta.
Storms è una serie di opere video che approfondiscono la ricerca di Quayola sulla tradizione della pittura di paesaggio, esplorandone la sostanza pittorica attraverso tecnologie avanzate. I filmati ad altissima risoluzione dei mari tempestosi della Cornovaglia fungono da set di dati per generare nuovi dipinti computazionali.
In Storms litanie di onde si dispiegano su uno spazio annullato. Le opere 'dipingono se stesse' sullo scorrere del tempo dilatato, forme pittoriche che si districano sulla tela/schermo che si sgretolano verso l'astrazione. Sebbene il legame con la realtà si assottigli a livello retinico, i dipinti sono generati dallo stesso identico 'naturale dati acquisiti en plein air. La macchina è programmata per produrre una
"pittura tradizionale" di una sostanza digitale, una pittura di pixel. Umano e macchina, collaborando, indagano le gerarchie tra uomo, natura e tecnologia, generando nuova estetica.